Dimesso cda Ilva dopo sequesto 8,1 miliardi ai titolari, Langella: e ora scattano le minacce
Sabato 25 Maggio 2013 alle 16:54 | 2 commenti
Giorgio Langella, segretario regionale PdCI - lva: si è dimesso il cda. Lo ha fatto a seguito del sequestro di 8,1 miliardi di euro disposto dal gip di Taranto ai danni del patrimonio della famiglia Riva (i proprietari dell'Ilva). E subito scattano le minacce. Infatti fonti dell'Ilva sottolineano che, così, "sono a rischio 24 mila posti di lavoro diretti, 40 mila con l'indotto".
 E puntualizzano che "c'è il rischio concreto che decine di migliaia di persone restino senza lavoro".
E' il ricatto solito e abituale dei capitalisti senza scrupoli. Quelli che hanno il vizio di essere sicuri che sia loro concesso fare qualsiasi cosa. Truffare, speculare, non pagare le tasse, non garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, inquinare, sfruttare, delocalizzare ... tutto per accumulare ricchezze spaventose. Lo fanno con la certezza di poterla sempre farla franca perché usano il ricatto occupazionale. Sono e si sentono intoccabili anche perché non c'è un governo con la schiena diritta che sia determinato a far applicare la Costituzione.
Questi sono i disastri provocati dal liberismo e dalle privatizzazioni sfrenate. Una politica fallimentare che ha creato enormi ricchezze a fronte di condizioni di lavoro e di vita sempre più precarie.
In un paese moderatamente civile prese di posizione come quelle dell'Ilva dovrebbero essere considerate una esplicita prova di colpevolezza. Ricatti veri e propri che dovrebbero essere condannati con severità e senza alcuna attenuante.
Sacrosanto il sequestro ed è vergognoso che in Italia ci sia un impianto industriale del genere.
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