Sergio Marchionne chiede i danni ad Annozero ... Perché noi non li chiediamo a Marchionne?
Mercoledi 8 Dicembre 2010 alle 19:54 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della sinistra di Vicenza - Adesso Marchionne se la prende con "Annozero". La Fiat farà causa alla trasmissione della Rai condotta da Santoro e chiederà un risarcimento danni perché "le affermazioni andate in onda nella puntata del 2 dicembre sono fortemente denigratorie e lesive dell'immagine e dell'onorabilità della società , dei suoi prodotti e dei suoi dipendenti fatte a commento di una pseudo-prova compara¬tiva". Adesso il "grande manager" italo-canadese (con passaporto anche svizzero) affermerà che il forte calo delle vendite delle macchine che produce è dovuto a una trasmissione televisiva?
Qualche tempo fa, intervistato da Fazio in "che tempo che fa" aveva individuato nei tre operai di Melfi licenziati (e poi reintegrati dal giudice del lavoro) una delle cause della scarsa competitività della Fiat dal momento che "hanno bloccato il lavoro di 1.200 dipendenti". Ma non si è mai chiesto, Marchionne, se la scarsa competitività della Fiat non sia dovuta alla "testa" dell'azienda, a chi dirige, alla mancanza di una ricerca degna di questo nome, a prodotti progettati non adeguatamente alle esigenze di chi vuole acquistare un'automobile? No, per Marchionne la colpa è sempre e comunque di qualcosa o di qualcuno che mette i pali tra le ruote. Fantastico! E questo sarebbe il "grande manager" che risolve i problemi? Il nuovo che avanza per il quale il "nostro" Calearo ha un'ammirazione che sfiora il fanatismo? Ma in Stati Uniti lo hanno capito chi è Marchionne?
Intanto, dopo che la Fiat ha rotto le trattative con i sindacati, la Fiom ha raccolto ieri, in una sola giornata, 1.850 firme di lavoratori che dicono NO al piano di rilancio di Mirafiori proposto dall'azienda. In questo "piano" la Fiat chiede, anzi vorrebbe imporre, un contratto che di fatto cancella il contratto nazionale con condizioni peggiorative anche rispetto al famigerato "accordo" di Pomigliano. Quello che vogliono Marchione e la Fiat è che i diritti, anche i più elementari, restino fuori dai cancelli della fabbrica.
Ma in tanti hanno detto che non ci stanno. Sono persone che hanno il coraggio di tenere alta la testa. Sono loro, e non i vari Marchionne, i veri dirigenti della Fiat. Lavoratori che hanno salari di oltre 400 volte inferiori a quanto prende Marchionne. Lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese e che subiscono mesi e anni di cassa integrazione (e se la pagano con i loro contributi). Lavoratori che hanno ancora la forza di opporsi ai capricci del padrone.
A questi lavoratori e alla Fiom va tutto il nostro appoggio.
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