Senza salario
Domenica 3 Giugno 2012 alle 10:15 | 0 commenti
Tratto da VicenzaPiù n. 235 (abbonati alla moderna versione online sfogliabile e dal prossimo numero con articoli leggibili anche in formato testo: VicenzaPiù Edicola è ora disponibile in abbonamento con due modalità . Abbonamento standard: 18 Euro all'anno Iva di legge inclusa. Abbonamento sostenitore: 30 Euro all'anno Iva di legge inclusa).
Una decina di addetti alle pulizie degli stabili del comune di Vicenza sono senza stipendio da dicembre. Così denuncia il sindacato Cub che chiede alla amministrazione di intervenire, magari anticipando le cifre che dovrebbe erogare la coop Mirror: aggiudicataria dell'appalto dopo un serrato contenzioso giuridico. Intanto la giunta tace (qui la photo gallery).
Sono settimane che la voce gira a palazzo Trissino, soprattutto in sede di commissione bilancio. Ma non solo lì. Diversi addetti alle pulizie da un paio di mesi, forse di più, non riceverebbero lo stipendio. La cosa avrebbe messo in apprensione lo stesso mondo sindacale che avrebbe cercato una sponda nella giunta di centrosinistra che regge le sorti dell'amministrazione. Ma di che cosa si tratterebbe più nel dettaglio? Se si escludono le sale della sede principale del comune, quella di palazzo Trissino-Baston in corso Palladio, il servizio di pulizia di molte sedi periferiche, biblioteca civica inclusa, è affidato alla Mirror, una cooperativa del Veronese. Ovviamente una prima verifica sullo stato della situazione è passato per l'esecutivo cittadino. Chi scrive ha interpellato il sindaco Achille Variati e l'assessore al personale Tommaso Ruggeri, i quali però hanno scelto la via del silenzio assoluto. Uno dei quesiti che si voleva porre ai due riguardava il prezzo pattuito per il servizio. Questo ammonta a 560.000 euro più iva, ma al momento non si conosce per quante annualità la cifra vada suddivisa. Stessa via del silenzio è stata optata dalla Mirror, che a palazzo Trissino viene data molto vicina al mondo delle coop bianche.
La questione però non è destinata a rimanere nel novero delle congetture giacché una prima ammissione circa le difficoltà dei lavoratori arrivano dalla Fisascat, la sigla della Cisl che si occupa dei lavoratori del ramo servizi, commercio e affini. Il responsabile vicentino Enrico De Peron pur laconicamente spiega che «noi stiamo facendo quanto di nostra competenza per sistemare la questione» aggiungendo poi che ovviamente «l'amministrazione è stata informata».
La vicenda però cambia immediatamente sapore se la si vede con gli occhi della Cub, un'organizzazione sindacale indipendente dalla cosiddetta "triplice" e molto forte al comune di Vicenza. «Durante gli ultimi giorni - fa sapere Maria Teresa Turetta, membro della rappresentanza sindacale unitaria al comune di Vicenza, e punta di diamante della Cub in città - si sono rivolti a noi una decina di lavoratori della Mirror i quali denunciano di non percepire la paga da febbraio scorso. Questi denunciano anche di non aver ancora ricevuto la quattordicesima mensilità riferita al 2011».
Poi una stilettata rivolta agli altri rappresentanti del mondo sindacale: «Alcuni lavoratori sono stati indotti, evidentemente non correttamente informati dalla loro organizzazione, a firmare una riduzione dell'orario di lavoro settimanale. Infatti la legge permette loro, nel momento in cui sono assunti come socio lavoratore, di mantenere il loro contratto di lavoro anche se la cooperativa cambia, con le stesse ore di lavoro settimanali. Di questo loro diritto il loro sindacato, non li ha informati e molti hanno firmato senza sapere che potevano non farlo». L'accusa è gravissima. E se Turetta da una parte preferisce rimanere sulle generiche sui nomi, a palazzo Trissino già è cominciato il tam tam per conoscere gli estremi della sigla che sarebbe stata responsabile di un comportamento visto come poco congruo.
La questione non è di poco conto soprattutto se si aggiunge ad un'altra considerazione della Turetta: «Si vocifera anche che il loro rappresentante sindacale sia anche il coordinatore di questo gruppo di lavoratori e che, a differenza degli altri, sia invece regolarmente pagato. Infatti questo rappresentante sindacale, invece di fare il suo dovere che dovrebbe essere quello di difendere i diritti dei lavoratori, minimizza la questione degli stipendi non pagati. Per questo un gruppo di questi lavoratori si sono rivolti a noi, per tentare di sbloccare la situazione. Noi intendiamo fare come stanno facendo anche i nostri colleghi della Cub di Torino: ovvero presidiare ogni lunedì i palazzi comunali». La Cub frattanto fa sapere quali saranno le linee guida del suo operato. I riferimenti normativi sono in primis l'articolo 1676 del codice civile. Il quale prescrive che coloro i quali, alle dipendenze dell'appaltatore hanno dato la loro attività per eseguire l'opera o per prestare
il servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore nel tempo in cui «essi propongono la domanda». Poi c'è l'articolo 29, comma secondo, del decreto 276/04. Il quale stabilisce che in caso di appalto di servizi il committente imprenditore o datore di lavoro è obbligato in solido con l'appaltatore, entro il limite di un anno dalla cessazione dell'appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali dovuti. E ancora Cub intende fare riferimento al decreto 207/2010. Il quale sancisce che per i contratti relativi a lavori, servizi e forniture, in caso di ritardo nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale dipendente dell'esecutore o del subappaltatore o dei soggetti «titolari di subappalti e cottimi... il responsabile del procedimento invita per iscritto il soggetto inadempiente, ed in ogni caso l'esecutore, a provvedervi entro i successivi quindici giorni. Decorso infruttuosamente il suddetto termine e ove non sia stata contestata formalmente e motivatamente la fondatezza della richiesta entro il termine sopra assegnato, i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), possono pagare anche in corso d'opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate detraendo il relativo importo dalle somme dovute all'esecutore del contratto ovvero dalle somme dovute al subappaltatore inadempiente...». Detto alla grossa Cub si appresta a dire: "caro comune metti in riga immediatamente la coop cui hai affidato l'incarico e provvedi affinché il privato si metta in pari con stipendi e contributi, altrimenti i soldi li dovrai anticipare tu scalandoli dalla cifra pattuita all'inizio".
Sullo sfondo però rimane da capire come mai la Mirror sia finita in cattive acque tanto da non potere pagare una parte degli stipendi ai suoi soci lavoratori, almeno stando alle denunzie sindacali. Una parte delle risposte potrebbe venire dalle modalità con cui Mirror si è assicurata l'affidamento. In prima battuta infatti la coop veronese viene scartata dall'amministrazione comunale la quale pubblica il bando per le pulizie nel lontano 24 ottobre del 2009. Stessa bocciatura tocca ad altri tre soggetti: Helyos spa, Ecoitalia srl, e Bios srl. Il motivo? I ribassi praticati da alcuni partecipanti sarebbero eccessivi e non giustificati. Tant'è che il servizio viene affidato ad Ergap srl. Questo almeno sta scritto nella determina 87326 del 21 dicembre 2010 firmata dal direttore del provveditorato Alessandra Pretto e controfirmata dal capo dell'avvocatura municipale Maurizio Tirapelle.
Mirror però non ci sta e ritiene di avere giustificato in modo congruo il suo operato. Tant'è che ricorre al Tar Veneto che le dà ragione. A sua Volta Ergap ricorre contro la sentenza del Tar in Consiglio di Stato, il quale (numero 03134/2011 REG.RIC.) respinge il ricorso e dà nuovamente ragione a Mirror. La quale ottiene dal comune il servizio. Ora però è esploso il contenzioso coi lavoratori. L'amministrazione da una parte deve tenere conto delle sentenze della magistratura, dall'altra però deve rispondere agli obblighi di legge a tutela dei lavoratori. «Rimane quindi da capire - spiega Turetta - se questo ginepraio di eventi si sarebbe potuto evitare; magari con un bando scritto in modo più preciso. Io ovviamente non ho risposte. Può essere benissimo che il bando stesso sia stato redatto in modo impeccabile. Non sono una esperta di diritto amministrativo, ma questa è la domanda che si pone l'uomo della strada. Purtroppo - prosegue Turetta - è sotto gli occhi di tutti che le pulizie spesso vengono fatte con prodotti economici. Gli effetti si vedono, i dipendenti se ne accorgono spesso».
Il precedente
(m.m.) La querelle nata attorno al caso Mirror non è una novità assoluta. Vicenzapiu.com del 25 agosto 2011 infatti aveva pubblicato il contenuto di una interrogazione redatta dai consiglieri comunali Sandro Guaiti del Pd e Silvano Sgreva dell'Idv. Nel testo si legge: «Siamo venuti a conoscenza che circa una trentina di lavoratori dipendenti (e soci) della Cooperativa Mirror percepiscono i propri compensi contrattuali con gravi ritardi rispetto alle date previste dalle norme di legge e contrattuali... Visto che il comune di Vicenza versa regolarmente a tale cooperativa le risorse finanziarie stabilite nel contratto d'appalto, sembra legittimo sospettare che la ditta in questione utilizzi queste somme per altri scopi penalizzando i propri dipendenti». I due consiglieri spiegano tra le altre che in aula «la giunta non ha mai fornito risposte ufficiali». Da alcune indiscrezioni filtrate in passato in sala Bernarda sembra però che l'amministrazione abbia avviato un contenzioso con la Mirror. L'indiscrezione è in attesa di conferme o smentite.
Dettagli e stranezze
(m.m.) Spulciando tra le carte relative all'affidamento per le pulizie del comune di Vicenza (vedi a fianco) traspare che il servizio è stato affidato alla cooperativa Mirror in associazione con l'impresa L'Airone di Maurizio Trevisan, la quale ha sede a Caldogno. Dalla determina 87326 del 21 dicembre 2010 emerge però una singolarità . I soggetti cui l'amministrazione ha assegnato l'appalto vengono sì menzionati, ma senza ricordare indirizzi e numeri civici, nonché codici fiscali o partite Iva delle persone fisiche o giuridiche menzionate nella pratica. Sempre dalla stessa determina dirigenziale risulta che la Mirror abbia sede a San Giovanni Lupatoto nel Veronese. Le carte, appunto, però non indicano alcun indirizzo. Al quale VicenzaPiù è risalita consultando il database di misterimprese.it e fotografando in loco un minuscolo stabile sito al civico 38 di via Verdi. Dopo una ulteriore consultazione sul web (www.coopmirror.com) Mirror sembrerebbe avere un'altra o una nuova sede a Verona in via Vivaldi 3/e. Di più non è stato possibile accertare perché gli interessati, pur cercati ripetutamente, non hanno fornito delucidazioni. A fianco pubblichiamo anche la foto dell'ingresso della impresa L'Airone in via Roma 50. Anche in questo caso l'immagine si commenta da sola.
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