Sciopero nazionale pubblico impiego il 28 contro la spending review del Governo Monti
Mercoledi 19 Settembre 2012 alle 20:07 | 0 commenti
Riceviamo da Anna Maria Bellesia e pubblichiamo
Anche la Confsal ha aderito oggi allo sciopero nazionale dei lavoratori del settore pubblico (scuola esclusa), già proclamato da Cgil e Uil per il 28 Settembre 2012. Obiettivo della protesta è la spending review, ovvero le scelte del Governo Monti sul lavoro pubblico, ritenute provvedimenti iniqui per fare cassa a danno dei lavoratori, quali il blocco dei rinnovi contrattuali, la crescente e insostenibile pressione fiscale sulle retribuzioni, la mancata stabilizzazione dei precari.
Oltre 100mila sarebbero i lavoratori a tempo nella P.A., praticamente senza prospettive a causa degli esuberi conseguenti ai tagli.
"Si taglino gli sprechi e le ruberie, non i posti di lavoro", proclama Marco Paolo Nigi, segretario generale Confsal. "I tagli lineari alla pubblica amministrazione approntati da questo governo non hanno nulla a che fare con una seria razionalizzazione del settore e neppure con un vero ed equo riordino dell'occupazione del pubblico impiego". Non possono essere questi i tagli che ci chiede l'Europa, dato che in Italia il tasso di occupazione pubblica è inferiore alla media Ocse.
Anche la CGIL protesta attraverso lo sciopero contro il Decreto della spending review, diventato legge in agosto, nel quale vede "la conferma di una precisa volontà di perseguire un obiettivo di ridimensionamento e destrutturazione delle Pubbliche Amministrazioni, dei servizi pubblici in generale". "La spending review - proclama il sindacato della Camusso - colpisce ancora una volta il paese, il suo sistema di protezione sociale, i diritti di cittadinanza, i giovani, i pensionati. Il taglio dei servizi pubblici, la riduzione del personale, la contrazione dei diritti del lavoro, il licenziamento dei precari, l'indebolimento della ricerca e della cultura si abbatteranno drammaticamente e ancor di più proprio su chi ha già pagato fin troppo gli effetti di questa crisi, mentre si lasciano indisturbate le grandi ricchezze e i patrimoni, gli evasori, i corruttori ed il malaffare". "Abbiamo già dato" è lo slogan.
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