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Schio, interessante dibattito sul nuovo ospedale di Santorso

Di Fabio Alberto Landi Martedi 17 Aprile 2012 alle 00:50 | 0 commenti

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Si è svolto questa sera presso la sala parrocchiale di S.Trinità l'interessante conferenza, promossa dall'associazione Communitas, per presentare ai cittadini il nuovo piano socio-sanitario che coinvolgerà direttamente il neo-nato presidio ospedaliero di Santorso. Ospiti della serata Leonardo Padrin e Raffaele Grazia rispettivamente presidente e consigliere della V commissione, l'organismo chiamato a deliberare sulle nuove direttive sanitarie a livello regionale.

Assieme al numeroso pubblico accorso erano presenti in sala anche diversi rappresentanti del mondo politico locale, tra cui il sindaco di Schio Luigi Dalla Via, il Sindaco di Santorso Menegozzo ed il presidente della conferenza dei sindaci dell'alto vicentino Toldo oltre a vari assessori, consiglieri comunali ed esponenti delle minoranze.

Moderatore della serata il presidente di Communitas, Pietro Veronese, un'associazione che da anni persegue l'obbiettivo della sensibilizzazione e dell'informazione dei cittadini su vari temi di natura "comunitaria" tra cui quello del nuovo ospedale unico di Santorso. 

Il primo intervento ha visto come protagonista il consigliere regionale Raffaele Grazia che, deviando un po' dal tema della serata, come già fatto in passato si è espresso in maniera scettica sul tanto criticato project financing del nuovo complesso ospedaliero di Santorso: "Avevo già espresso alcune preoccupazioni sul project financing anni addietro; preoccupazioni che si sono rivelate fondate. La nostra commissione ha elaborato un confronto tra i diversi piani di finanziamento fin qui realizzati in Veneto e quel che si denota, per quanto riguarda l'ospedale di Santorso, è un contratto molto rigido e limitante aggravato dai forti interessi da corrispondere ai privati". Il politico  bassanese si è poi spostato ad analizzare la bozza del nuovo piano socio-sanitario, che andrà a sostituire quello attualmente in vigore redatto nel 1995: "E' stato necessario attualizzare il piano in relazione al moderno contesto e alle attuali risorse. Il Veneto gode di un sistema socio-sanitario funzionale ed efficiente ma per mantenere l'attuale omogeneità tra costi e qualità dei servizi erogati c'è bisogno di evolverne la struttura". Grazia conferma la volontà da parte della regione di un passaggio ad una migliore distribuzione dei presidi sanitari sul territorio: "In passato era dominante l'idea di una sanità "ospedalocentrica" in cui si tendeva a concentrare tutti i servizi in un'unica struttura; oggi la logica dominante spinge invece verso una ridistribuzione dei servizi capace di integrare le prestazioni particolari con quelle di base. Il nuovo piano prevede una sorta di organizzazione gerarchica al cui vertice si pone un "Ospedale Hub" nel quale confluiscono solo gli utenti che necessitano di prestazioni non erogabili altrove; poi troviamo i cosiddetti "Ospedali spoke" che erogano prestazioni intermedie ed infine i distretti locali che assicurano prestazioni di base in maniera più rapida e comoda". Il consigliere ha voluto specificare come per la piena riuscita di questo piano siano necessarie delle condizioni preventive: "E' chiaro che un piano del genere potrà funzionare al meglio solo quando sarà definito con precisione il preciso numero di ULSS presenti in regione in modo da poter indirizzare in maniera oculata e bilanciata i diversi reparti nei particolari presidi".

La parola è poi passata al presidente della V commissione Leonardo Padrin che, in primis, ha ribadito la tesi di Grazia: "L'idea di base del nuovo piano prevede che in ospedale si eroghino quelle prestazione che non è possibile fornire altrove. Ciò chiaramente prevede che alle strutture ospedaliere centrali si affianchino delle realtà territoriali in grado, per esempio, di accogliere i degenti dimessi dall'ospedale". Il consigliere padovano ha poi spostato la sua attenzione al corretto metodo per applicare il nuovo piano: "La questione delle schede (le delibere che destinano i reparti a particolari ospedali, ndr) per trovare una corretta applicazione ha bisogno di un processo preventivo. Al pari di come avvenuto a Santorso c'è bisogno della creazione di strutture centralizzate al fianco delle quali, gradualmente, si aggiungeranno le strutture disseminate sul territorio. Solo giungendo ad una organizzazione di questo genere si potrà garantire alla sanità un futuro in cui qualità del servizio sanitario e costo pro capite siano proporzionali".

Ai due interventi ufficiali è seguita la replica del Sindaco scledense Luigi Dalla Via che ha voluto evidenziare come Schio, ed i comuni confluiti nell'ospedale unico, siano in certo senso dei precursori per quanto riguarda l'applicazione dei concetti previsti dal piano socio-sanitario non nascondendo però un pizzico di paura: "Nel corso degli anni abbiamo già sposato molte delle idee contenute nel nuovo piano risultando una sorta di modello per le realtà che in futuro dovranno seguire questo iter. L'altra faccia della medaglia sono però le ingenti spese: siamo entrati nella fase più delicata del progetto ovvero quella dell'attuazione; le spese sono tante e non si può rischiare che i costi ricadano sui cittadini".

Immediata la replica del presidente Padrin che ha assicurato che i costi extra, naturali per lo start up, graveranno per gran parte sulla regione che, come già fatto per l'ospedale di Mestre, utilizzerà le sue risorse per "aiutare" l'ospedale di Santorso in questa fase iniziale. A proposito poi del project financing, Padrin ha ribadito che le quote previste dai 4 canoni (ca. 13 ml di € più IVA ) saranno a carico di un fondo regionale predisposto ad hoc e non graveranno sul bilancio dell' ULSS.

Anche il sindaco di Valdastico, Alberto Toldo, ha voluto rinfrancare il timore di essere abbandonati dalla regione dopo un così grosso investimento: "L'altovicentino si è sempre dimostrato virtuoso in fatto di sanità ma, nonostante il raggiungimento di tutti gli obbiettivi prefissati, si trova oggi a rischiare di accollarsi grossi oneri di spesa a causa della difformità nello stato di evoluzione delle diverse ULSS. Ora che l'ospedale è stato realizzato per garantire un buon servizio è importante proseguire nel percorso che prevede la realizzazione di realtà territoriali e perciò gli organismi regionali dovranno essere coerenti nell'assegnare il corretto riparto".

Pure in tal senso Padrin ha voluto rassicurare il diretto interessato e tutti i presenti in sala: "Ritengo che rispetto al passato la politica si sia molto più responsabilizzata. In consiglio regionale è difficile trovare politici che favoriscano un determinato territorio permettendogli di mantenere privilegi. L'ULSS 4, al pari di altre realtà, si è sempre comportata in maniera virtuosa motivo per cui merita strutture di livello".

Il dibattito è poi proseguito con alcuni quesiti posti dal pubblico e da altri esponenti politici locali, tra cui spicca quello di un attivissimo Valter Orsi che ha risollevato la spinosa questione dei parcheggi a pagamento.

Al termine dell'incontro il presidente di Communitas, Pietro Veronese, ha annunciato la volontà di organizzare un nuovo appuntamento, fra un paio di mesi, per discutere dell'atteso quanto temuto bilancio del nuovo ospedale.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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