Scalfaro e il richiamo alla Costituzione
Domenica 29 Gennaio 2012 alle 21:31 | 0 commenti
Giorgio Langella, Segretario provinciale PdCI FdS Vicenza - Di Oscar Luigi Scalfaro vorrei che si ricordasse una sua dichiarazione relativa alla "Legge Costituzionale concernente 'Modifiche alla Parte II della Costituzione' approvato dal Parlamento e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005" volute e votata dall'allora governo Berlusconi-Bossi-Fini-Casini.
"Perché dico NO
di Oscar Luigi Scalfaro
21 novembre 2005
Ho sperato che non si arrivasse a questo voto, ma la volontà di approvare una riforma purchessia ha prevalso. Di fronte al voto della sola maggioranza di governo ripenso ai 556 eletti il 2 giugno 1946 e all'approvazione della Costituzione del dicembre 1947 con soli 62 "no". I dati parlano da soli. Osservo: l'articolo 138, concernente la procedura per la revisione della Costituzione, non ritengo possa contenere questo stravolgimento dei connotati della nostra Carta costituzionale.
Oggi il Parlamento è la colonna portante dell'intero edificio costituzionale, ma qui si vota un Parlamento mortificato. Sia nei rapporti con il governo, sia per la spada di Damocle sul capo dei parlamentari, dato che il potere di scioglimento passa dal Presidente della Repubblica al Primo ministro, che ne è l'esclusivo responsabile. Quindi, un Capo dello Stato inutile e fantasma, chiamato garante della Costituzione: ma come e con che poteri può essere garante? Ancora, lo strapotere delle Regioni, specie in materia di sanità e scuola, che calpesta l'articolo 5 della Carta: "Repubblica, una e indivisibile". Constatiamo: questa cosiddetta riforma è del tutto inemendabile. Il "no", quindi, è dovere civile e patriottico. Con il "no" l'appello ai cittadini, perché dipende da ciascuno di noi che la Costituzione, costata tanto sacrificio e tanto sangue, non sia stravolta nei suoi princìpi e nei suoi valori, ancora oggi così vivi e così attuali."
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