Sbrollini e i dem ci prendono gusto: dopo aver "cacciato" il direttore di QS per le arciere "cicciottelle", alzano il tiro contro Marco Travaglio de Il Fatto per le "cosce" di Boschi. BPVi, MPS e Banca Etruria? Quisquilie!
Mercoledi 10 Agosto 2016 alle 23:05 | 2 commenti
Stamattina («QS caccia il direttore, Libero: Arcieri con la pancetta si può dire, Cicciottelle no. Dedicato a Daniela Sbrollini: da noi Viva Zonin si può dire, abbasso Gianni no. E Marco Travaglio trema per le cos(c)e della Boschi») abbiamo commentato la polemica scatenata sul qualificativo "cicciottelle" attribuito su QS alle tre arciere arrivate quarte alle Olimpiadi, alimentata dalle nostre parti dalla deputata dem Daniela Sbrollini, pugliese di nascita, vicentina politicamente, e fatua almeno quanto fatue sono state le sue prese di posizione sui comportamenti di Gianni Zonin anche nei nostri confronti oltre che in quelli a danno di oltre 118.000 soci della "sua" Banca Popolare di Vicenza. Nel commento paventavamo, convinti di scherzare, che oggi avrebbe rischiato il licenziamento anche Marco Travaglio, il direttore e socio fondatore della società editrice de Il Fatto Quotidiano.
Questo se, ironizzavamo, la vignetta de Il Fatto sulle "cos(c)e" di Maria Elena Boschi, che le (am)ministra come poche altre (nella foto quelle "originali", ndr), avesse suscitato altre pruriginose polemiche, magari sempre in area PD, il partito di riferimento, che so, del Monte dei Paschi di Siena. Eppure, scherzando, ci avevamo azzeccato sulla prurigine
Scrivevamo, infatti, stamattina: «Ora siamo anche preoccupati, sull'onda del "perbenismo" per le cose minime a fronte degli occhi chiusi ovunque imperante sui misfatti alla Gianni Zonin, tanto per fare un nome, che non venga oggi esonerato da se stesso (visto che è socio del suo editore) Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano che ha pubblicato in prima pagina una vignetta satirica che mostra le cos(c)e di Maria Elena Boschi, belle per molti che ogni giorno se le possono godere visto che lei le mostra copiosamente ma contro la cui esibizione su un "fumetto" ci aspettiamo un comunicato stampa della Daniela se ha terminato le sue vacanze "dem " al Grand Hotel Santa Domitilla nell'esclusiva Isola di Ponza.».
Il comunicato stampa di Dany non c'è stato (ferie lunghe a Ponza? Altri impegni? Un sano ripensamento?) ma ci ha pensato bene a reclamare la testa di Travaglio il suo collega di partito, il deputato Pd Michele Anzaldi, che evidentemente, pur se, ben, pagato da noi tutti, come la Sbrollini, oggi non aveva di meglio da fare nell'attesa che il Parlamento ricominci a "parlamentare" su questioni vitali per gli italiani invece di fermare tutto nell'attesa del Referendum renziano, prioritario nell'elenco di cose (cose non cosce, per carità ) di cui si occupa la figlia di quel Pierluigi Boschi che, nel piccolo, in Banca Etruria ha emulato Gianni Zonin.
Come commentare l'ennesimo tentativo di censura dei "dem" nei confronti di chi non si cura delle fatuità dietetiche (i tre arcieri d'oro alle Olimpiadi di Londra erano stati definiti "Robin Hood con la pancetta" senza che nessuno si scandalizzasse) o, peggio, non dice "signorsì" al signor Matteo Renzi?
Stamattina avevamo approfittato del collega Alessandro Dell'Orto, che su Libero titolava "Che orrore cacciare il direttore che titola «arciere cicciottelle», stasera non potremmo fare di meglio che non pescare proprio in casa de Il Fatto Quotidiano che, a firma del suo giovane vice direttore Stefano Feltri, che titola il suo commento: "Media & Regime. Boschi, cosce e altre ragioni per indignarsi".
Eccolo di seguito il commento accompagnato dalla nostra condivisione, forte come è forte la preoccupazione per dover pagare stipendi da sogno a chi dovrebbe rappresentarci per questioni vitali, nel senso che da quelle questioni dipende la nostra vita, ma che reputa che per noi sia vitale far cambiare i direttori di certi giornali per "cicciottelle" di turno, olimpiche o meno, e per le "cosce" di chicchessia.
Foss'anche la ministra Maria Elena Boschi.
Media & Regime. Boschi, cosce e altre ragioni per indignarsi
di Stefano Feltri, vice direttore de Il fatto Quotidiano
Nel torpore d’agosto che a tratti contagia anche i social network, si accende una fiammata di indignazione. La scatena la vignetta che ha pubblicato oggi in prima pagina Il Fatto Quotidiano, un disegno di Riccardo Mannelli: c’è Maria Elena Boschi che parla, si immagina a una festa dell’Unità o in un comitato del “Sìâ€, e una frase a commento: “Riforme – lo stato delle cos(c)eâ€.
Le vignette di solito non si spiegano, a volte il senso è proprio nell’ambivalenza o nel paradosso, ma faccio un tentativo. Mannelli, per come la vedo io, gioca sul fatto che vista la scarsa capacità della Boschi di argomentare la propria riforma, in quei dibattiti molti spettatori finiscono per concentrarsi più sullo stato delle cosce che sullo stato delle cose. Dinamica che, a giudicare dai commenti che ho sentito in un paio di interventi pubblici della Boschi, non esiste soltanto nella testa di Mannelli. Una vignetta sessista? Forse, ma se la mia interpretazione è corretta – ovviamente ognuno può dare la sua – il tema non sono tanto le cosce della Boschi quanto le reazioni degli spettatori ai suoi comizi. Ma poco importa.
Quello che mi lascia perplesso è la scelta delle ragioni per cui indignarsi su Facebook o Twitter. Mi spiego. In quella prima pagina del Fatto ci sono vari elementi: a cominciare dal titolo, sempre dedicato al ministro Boschi che, in un incontro, ha sostenuto che chi vota No alle riforma costituzionale “non rispetta il lavoro del Parlamentoâ€. Qualcuno si indigna per un ministro che auspica un referendum in cui si possa soltanto votare Sì, o l’indignazione è lecita solo perché Mannelli ha osato disegnare le sue gambe?
Altre notizie sulla prima pagina: la Rai congeda un’altra voce sgradita al governo, il meteorologo Luca Mercalli. Certo, magari è una coincidenza che il Pd lo abbia criticato, magari è davvero una scelta editoriale, magari è davvero una questione di ascolti (in effetti Matteo Renzi aveva commentato gli ascolti di Ballarò e poi Ballarò ha chiuso). Ma qualcuno magari potrebbe trovare spunto di indignazione o almeno di inquietudine anche qui. E in effetti sui social e su Change.org un po’ di polemica c’è. Sempre sulla famosa prima pagina delle cosce, c’è un articolo sui genitori che aiutano i propri figli a doparsi per vincere le gare di ciclismo, a 12 anni o poco più, firmato da Cecilia Sala.
E poi il racconto da Aleppo, in Siria, di un giornalista di Al Jazeera che non riesce più a leggere le notizie su quella città devastata dalla guerra e da un assedio infinito senza mettersi a piangere in diretta: “Non c’è più energia elettrica e l’acqua è carente a causa dei pozzi colpiti e danneggiati. E’ necessario un intervento umanitario immediato per ridare ossigeno alla popolazioneâ€, dice Milad Fadel a Pierfrancesco Curzi.
Ma, certo, è per le cosce della Boschi e soltanto per quelle che bisogna indignarsi.
Non so se fosse il suo scopo, ma il disegno di Mannelli ha almeno evidenziato questa sensibilità selettiva che dice molto sulle priorità nel dibattito pubblico italiano.
Ps. La dichiarazione del deputato Pd Michele Anzaldi, uno che sembra avere molto tempo per leggere giornali e guardare talk show, proprio non l’ho capita: “Mi aspetto che non vi siano due pesi e due misure: per un titolo sbagliato per una volta su un giornale c’è il licenziamento e per un Fatto Quotidiano che ripete attacchi tutti i giorni non vi è nessuna ripercussioneâ€. Incita alla rivolta? Al licenziamento di Mannelli? Allo sciopero delle edicole? In Rai i suoi suggerimenti sembrano prenderli sul serio. Ma non tutti i posti sono così sensibili agli umori della politica come la Rai…
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