Sanità, Alessandra Moretti (PD) e Piero Ruzzante (Art. UNO-MDP): "la classifica del Ministero declassa quella che è ritenuta un'eccellenza veneta"
Mercoledi 6 Dicembre 2017 alle 18:35 | 1 commenti
"La favola della sanità veneta esiste solo nei racconti di Luca Zaia e della sua maggioranza: per tante famiglie è in realtà un vero e proprio incubo. E il declassamento nella classifica del Ministero, con una discesa al sesto posto, ne è la dimostrazione. Stiamo assistendo ad un graduale e continuo peggioramento nella qualità dei servizi offerti ai cittadini della nostra regione, che come Partito Democratico stiamo denunciando da anni". Così l'esponente dem a palazzo Ferro Fini, Alessandra Moretti, commenta "il ‘tracollo' del Veneto nella classifica ministeriale.
"Non dobbiamo dimenticare - puntualizza - come la Giunta Zaia abbia disatteso il proprio Piano sociosanitario regionale. Negli ospedali sono stati tagliati 1219 posti letto senza che siano state attivate le strutture intermedie per le lungodegenze e i malati terminali. Inoltre le case di riposo stanno aspettando l'aumento del numero delle impegnative e del loro valore, bloccate dal 2009, col risultato che molti anziani non autosufficienti sono completamente a carico delle famiglie costrette a pagare rette mensili fino a tremila euro. Di fronte a tutto questo e ai numerosi allarmi dei medici di base, la Regione ha alzato un muro, esasperando un'intera categoria che ha proclamato otto giorni di sciopero, una protesta mai vista. La Giunta si è concentrata unicamente sull'Azienda Zero come se fosse la ‘medicina' per guarire da tutti i mali, tralasciando tutte le vere problematiche presenti sul territorio: le liste di attesa per le visite specialistiche e nei pronto soccorso, le Medicine di gruppo praticamente mai avviate."
"E in tema di salute - conclude Moretti - come non dimenticare la figuraccia fatta da Zaia sull'obbligo vaccinale, tema delicato su cui ha preferito ‘lisciare il pelo' ai No Vax anziché schierarsi dalla parte della scienza. Con tanto di ricorsi, uno frettolosamente ritirato, scaricando la colpa sul direttore generale, e l'altro bocciato dalla Corte Costituzionale. Con il conto della sua propaganda pagato dai veneti."
Sul tema del declassamento della sanità veneta e sulle disfunzioni di un settore, ossia quello della salute mentale, interviene anche il consigliere regionale Piero Ruzzante (Articolo UNO - Mdp): "La Giunta regionale risponda all'allarme lanciato dalle associazioni professionali e scientifiche della Sanità , le sigle sindacali, gli Ordini professionali e le associazioni di familiari e utenti: la salute mentale non può essere azzerata dalla riorganizzazione della Sanità veneta stabilita dalle nuove linee guida. Una situazione che sicuramente pesa sul declassamento della Sanità veneta da parte del ministero, tema sul quale mi aspetto venga convocato al più presto un consiglio regionale straordinario."
"La Giunta - sottolinea Ruzzante - deve incontrare quanto prima le associazioni e le organizzazioni sindacali per trovare una soluzione condivisa, che tuteli la salute pubblica. Perché proprio di questo si tratta: con la riorganizzazione prevista dalle Linee guida viene leso il diritto di ogni cittadino a ricevere cure adeguate, diritto sancito anche dalla Costituzione. Questo perché a fronte di una crescita continua della domanda di intervento per problemi di salute mentale, sia da parte degli adulti che dei minori (55.000 in Veneto), la Giunta Zaia risponde con un taglio dei servizi. Una scure che si abbatte sul Veneto, regione già fanalino di coda rispetto al resto d'Italia con investimenti in salute mentale pari al 2,91% dell'intera spesa sanitaria (l'impegno preso dalle Regioni era del 5%)."
"In Veneto - prosegue la nota - si investe in salute mentale molto meno che nel resto del Paese: lo dice il Quaderno di Epidemiologia Psichiatrica 2017 del SIEP. Le prestazioni offerte ai cittadini sono peggiori di quelle dell'Emilia-Romagna ma anche di alcune regioni del Sud, come ad esempio la Calabria. La spesa sul FSR è inferiore alla media nazionale del 16,7%, mentre la spesa pro-capite in salute mentale è in Veneto il 16,5% in meno della media nazionale. Le prestazioni erogate sono il 69,8% in meno della media nazionale, la continuità assistenziale viene garantita in misura minore rispetto alla media (-37,4%) e si registrano tassi maggiori di ospedalizzazione (+31,2%) con durata di degenza media sensibilmente superiore (+56,3%): una sofferenza in più per gli ospedali del Veneto, già depauperati di posti letto dalla Giunta Zaia. La durata dei trattamenti residenziali è superiore al valore medio addirittura del 200%. Tutto ciò, ovvero la cattiva gestione della salute mentale, è dannoso e presenta un conto salatissimo ai cittadini, veneti ed italiani. Nel solo ambito della salute mentale dell'adulto, in Italia, questo costo è stato stimato in 64 miliardi di euro."
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