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San Camillo e Prix, Raniero: vicende simili, appalti revocati e licenziamenti
Sabato 30 Gennaio 2016 alle 17:53 | 2 commenti
Riceviamo da Germano Raniero, Usb, e pubblichiamo
Ipab San Camillo e Prix. Vicende simili e stesso  esito... appalti revocati e licenziamenti. Una riguarda un ente pubblico, l'altra un padrone privato ma non c'è nessuna differenza. Dopo i licenziamenti si lotta, le controparti  in entrambi i casi propongono la riassunzione di metà personale. Al San Camillo con contratti di somministrazione lavoro, al Prix con il Jobs act.
Si cancellano posti  di lavoro storici per nuove assunzioni precarie. Ma le analogie continuano.  Incontri in prefettura che paiono risolvere la questione per poi trovarsi dopo poche ore le decisioni rimangiate. Vicende e lotte che si trascinano nel tempo. Una cosa abbiamo imparato: il fronte padronale è compatto... ora lo siamo anche noi.
Ecco perchè nella manifestazione di oggi lavoratrici San Camillo e Prix sono in piazza insieme.
Commenti
Luciano Parolin (Luciano)
Inviato Domenica 31 Gennaio 2016 alle 16:20
Finche' non si risolve il problema delle strutture residenziali RSA dal punto di vista giuridico dell'anziano, non ci sarà pace per gli addetti ai lavori O.S.S. cioè operatrici socio sanitarie. Bisogna riqualificare TUTTO l'ambiente specialmente quello "straniero" prima per la lingua, poi per le mansioni di tipo "sociale" tipo badante o sanitario-infermieristico? Quindi con preparazione specifica professionale cioè SCUOLA. Se poi si fa un parallelo tra un Magazziniere del Prix e una Operatrice S.S. faccio notare che un magazziniere sistema scatoloni in magazzino; un OSS accudisce una PERSONA anziana, bisognosa di cure igieniche in un reparto di lunga degenza, cioè l'ultima dimora prima della morte. Tanto vi dovevo.
Inviato Domenica 31 Gennaio 2016 alle 22:39
Ha ragione, serve una riforma ed un miglioramento delle condizioni di formazione e aggiornamento. E nuove forme di sostegno per gli istituti al fine di poter erogare servizi adeguati: ad es. si potrebbe pensare ad una cessione della casa di proprietà (che l'ente potrebbe affittare a terzi o cedere) che vada ad integrare le possibilità di pagamento date dalla pensione in cambio di un vitalizio reso dall'istituto in alloggio e servizi. O nuove forme di social housing per gli anziani.
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