Salvaguardare lo Statuto dei Lavoratori
Giovedi 20 Maggio 2010 alle 23:49 | 0 commenti
Luca Fantò, Psi Vicenza - Proprio mentre il mondo del lavoro si prepara a subire i contraccolpi di una recessione profonda in cui, come purtroppo era prevedibile, la maggioranza degli italiani sarà chiamata a pagare gli errori di pochi, lo Statuto dei Lavoratori, risultato politico dei compagni socialisti Gino Giugni (nella foto) e Giacomo Brodolini, deve ancora essere difeso dall'attacco delle destre e di quei partiti che evidentemente si dimostrano attenti più ai bisogni delle imprese che a quelli dei lavoratori.
Lo Statuto dei Lavoratori, ovvero la legge 300 del 1970, è stato ed è tuttora uno degli strumenti attraverso i quali la Costituzione trova la sua migliore realizzazione. Si tratta di fatto del risultato di una sapiente miscela giuridica in cui convivono differenti ispirazioni che lo Statuto stesso provvede ad armonizzare in modo coerente consolidando lotte e conquiste del movimento dei lavoratori, portando beneficio all'intera società a cui si applicano.
Se dovesse passare la linea dell'emendamento Castro al DDL sul lavoro con l'obbligo per il lavoratore di scegliere all'atto della firma del contratto se affidare le sue possibili controversie future a un arbitro o meno, vedremmo compiersi l'atto finale della lotta senza quartiere che la destra da anni sta portando avanti contro i lavoratori italiani. Lotta che assumerebbe connotati aberranti se si arrivasse anche l'abolizione del licenziamento comunicato obbligatoriamente in forma scritta. Al danno poi si aggiungerebbe il dileggio della dignità dei lavoratori se dovesse essere presa in seria considerazione la proposta Sacconi di trasformare proprio lo Statuto dei Lavoratori in "statuto dei lavori".
Edoardo Sanguineti denunciava appena un anno fa come fosse ancora attuale l'immagine di una vera e propria lotta di classe combattuta dal capitalismo nei confronti del proletariato. Ebbene quanto sta producendo il governo dell'attuale destra al potere sembra proprio voler confermare ciò che il grande poeta appena scomparso sosteneva.
Certo lo Statuto non è una tavola delle leggi immutabile ma la tutela del mondo del lavoro rappresenta un valore sociale ed economico da cui nessuna società giusta può prescindere. La crisi globale da cui faticosamente usciremo, ha mostrato come non ci sia crescita economica stabile e duratura che non poggi su un'equa distribuzione della ricchezza prodotta e su condizioni di lavoro stabili e dignitose. Invece, con buona pace di ogni aspirazione all'equità , l'approvazione della legge sull'arbitrato renderà di fatto i lavoratori ostaggi dei loro datori di lavoro.
Il PSI della provincia di Vicenza ritiene ciò inammissibile ed è pronto a promuovere, partecipare e sostenere iniziative di protesta qualora agli italiani fosse imposta una legislazione che neghi lo spirito dello Statuto dei Lavoratori.
Luca Fantò
Segretario provinciale PSI Vicenza
[email protected]
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.