Rui, FdS: medici fiscalisti e pazienti kafkiani
Martedi 22 Febbraio 2011 alle 21:47 | 0 commenti
Irene Rui, PRC, Federazione della Sinistra - Da aprile gli utenti, anziani e gli esenti dai ticket per reddito entreranno nel "Castello" di Kafka. L'enorme burocrazia, dove non vi è un'uscita immediata.
E' assurdo, ma dal primo aprile (e non è un pesce d'aprile) la legge invece di semplificare le cose, imporrà ai medici di "controllare" il reddito dei loro pazienti per stabilire se sono o no esenti dal ticket.
Non basta che i medici si debbano informatizzare per occuparsi dell'invio tramite posta elettronica certificata dei certificati di malattia all'INPS e ai datori di lavoro, ma ora devono occuparsi anche delle attività fiscali dei loro pazienti. Il medico di famiglia, infatti, non abilitato per l'esenzione per patologia, sarà costretto, viceversa, a verificare il reddito di familiari, del paziente, l'età dello stesso, l'anno di riferimento del reddito, la necessità o meno dell'autoesenzione. Tutte procedure che competono generalmente a funzionari ASL o all'INPS, oppure ai servizi sociali dei Comuni.
Per contro i pazienti saranno costretti ad entrare nel labirinto del castello kafkiano, che li porterà prima dal medico per vedere se sono inseriti nell'elenco, poi al distretto sanitario per l'autocertificazione, poi da qualche patronato o in Comune per il controllo dei redditi dei familiari e poi ancora dal medico per ottenere l'agognato riconoscimento dell'esenzione, sperando che tutto sia apposto, altrimenti ricomincia la corsa. Bella semplificazione.
Probabilmente l'intento del legislatore è quello di far cassa riducendo i contributi sociali scoraggiando, umiliando il paziente indigente, che senza quelle esenzioni non è in grado di curarsi. Si premette che con la crisi economica-industriale, gli indigenti o i quasi indigenti sono in aumento.
Un servizio sociale quale quello sanitario, non deve essere messo in discussione, è un diritto sacrosanto di tutti, invece con questa normativa lo rende appannaggio di pochi. Già le lunghe attese per le visite, creano forti disaggi sulle persone che abbisognano di cure, ora ci mancava anche questa.
Questa novità , porterà inoltre molto disaggio alle persone anziane, costrette a correre da una parte all'altra della città o del territorio di provincia per poter avere il diritto all'esenzione.
Risultato: un ritorno agli inizi del Novecento, quando i ricchi si curavano, i poveri perivano. Siamo di fronte ad un sopruso ad una retrocessione della qualità della vita già gravata dalla diminuzione del potere d'acquisto di pensioni e salari e dalla precarietà del lavoro e inoccupazione.
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