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Irene Rui, Federazione della sinistra, Prc, PdCI  -  Campo Marzo è stato oggetto, negli ultimi tempi, come sappiamo, di una serie di atti di violenza alle quali l'Amministrazione Comunale di Vicenza, ha risposto con la repressione; o meglio con un'ordinanza, che pone il coprifuoco, la chiusura per i locali contermini al parco. Siamo dell'idea che la sicurezza non la si realizza con i controlli e gli interventi di polizia, con la chiusura dei locali alle 21.00 e il proibizionismo sull'alcool, ma con gli interventi in campo sociale.

I sintomi delle violenze, aumentate negli ultimi tempi, sono da ricercarsi nel disaggio di molte persone che da un giorno all'altro si sono trovate senza un impiego. Situazione che va ad aggravarsi al precario equilibrio di status di migrante.
Non sarebbe meglio invece di reprimere, procedere con l'instaurare un rapporto di comunicazione, mediazione e intervenire con aiuto dal punto di vista sociale, a questi disperati, che non trovano altro modo per scaricare la loro rabbia, il loro disaggio nel bere, nella violenza e nella guerra tra poveri.
L'ordinanza dell'Amministrazione di Vicenza, non fa altro che spostare il problema e aggravare la situazione, facendo chiudere quei locali che danno di che vivere a quelle famiglie, comportando un ulteriore problema: altri inoccupati che andranno a riempire le file dei poveri.
C'è da aggiugere che notoriamente i giardini contermini alle stazioni, sono meta di spacciatori e certamente non è con lo svuotare questi luoghi, con l'allontanare la gente che si risolve il problema anzi si accentua. Credeteci non ci sono telecamere che tengano o poliziotti, questi trovano sempre il modo per spuntarla. Incentivando, invece, all'uso da parte della cittadinanza del giardino, il luogo non diventa più così discreto per gli scambi.