Risarcimenti BPVi e Veneto Banca: Codacons Veneto con Franco Conte polemizza con legali, non accetta "tout court" ma apre alla trattativa e riconosce ruolo del Fondo Atlante
Domenica 8 Gennaio 2017 alle 17:29 | 1 commenti
Dopo le prime posizioni di legali e associazioni sulle transazioni che verranno proposte domani 9 gennaio dai vertici di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ("Risarcimenti BPVi e Veneto Banca: si profila un fronte del no da parte delle associazioni e dei legali a partire da Federcontribuenti e studio Rocca"), risponde anche Codacons Veneto alla nostra richiesta di un parere. Lo fa con una posizione di "non accettazione" tout court dell'ipotesi di proposta ma di apertura alla trattativa con ragioni da "rafforzare" con le nuove opportunità a tutela dei soci, come l'attivazione del ricorso all'Arbitro controversie finanziarie, ma da intavolare dando anche atto al Fondo Atlante, la nuova proprietà delle due ex Popolari, di aver dato un preciso segno di discontinutà col passato per la... continuità delle due banche. Ma Conte si riserva una stoccata invitando ripetutamente a rifuggere anche da eventuali speculazioni sugli azionisti risparmiatori da parte di legali e associazioni, diverse da Codacons... ovviamente, che dei due crac starebbero facendo un business.
 "I paladini dei "risparmiatori - dice quindi Franco Conte, presidente di Codacosn Veneto -, si sono scagliati contro la proposta anticipate dai giornali seguendo la rabbia, continuando a confondere Atlante con Zonin. Se non si parte dal riconoscere il ruolo decisivo, sino ad ora, di Atlante che impedendo il fallimento ha sicuramente salvato chi ha comprato obbligazioni delle due banche (il suicida di Latina aveva comprato obbligazioni... degli azionisti delle 4 banche fallite nel novembre 2015 non c'è storia... hanno perso tutto...)".
"Vedo - aggiunge l'avv. Conte - che si fa fatica a prendere atto della vera discontinuità che rappresenta Atlante, che (pur nei limiti di leggi pro ladri che pare siano in vigore nel mondo dei banchieri), ha avviato un'a decisa azione di responsabilità . Forse piace prendersela comunque con Roma, con il Governo, con la Merkel, con gli... immigrati per alimentare la rabbia ed incassare in certo consenso politico o peggio ancora una marea di parcelle...".
Ecco, infine, i passi suggeriti da Codacons Veneto:
1) avviare il ricorso all'Arbitro controversie finanziarie che inizia ad essere operativo proprio con il 9 gennaio. Il "collegio" giudicante è composto da tre membri della Consob e da un rappresentante delle associazioni dei consumatori e uno degli operatori finanziari. Faranno fatica gli arbitri ad ignorare le censure che proprio loro hanno elevato! Il limite è di 500.000 euro comprende ampiamente i risparmiatori. La decisione è obbligatoria entro sei mesi e la procedura è gratuita. Ovviamente le associazioni daranno assistenza per preparare il ricorso ed il costo di questa assistenza è ben lontano dalle pretese "marziane" di studi legali che promettono successi strabilianti, ma intanto si assicurano costi e percentuali che arrivano anche al 15/20%
2) Importante: diamo un giudizio positivo al percorso delle transazioni per i casi particolari, con specifiche peculiarità (età , concentrazione, falsificazione del Mifid, scavalcati, fido per acquisto azoni...) perchè potrebbe, se gestito con intelligenza, ridurre i tempi per una dignitoso ristoro del danno, percorso anche questo che piace poco ai cacciatori di parcelle.
3) una totale disponibilità a dare credito al piano di rilancio delle banche se si avviano seri percorsi di transazione e si onorano le decisioni dell'Arbitro finanziario. Il rilancio delle banche, utile per un obiettivo che pure ci sta a cuore, cioè quello dei livelli di occupazione e di tenere attiva una banca "rigenerata" attenta al territorio, sia per amore che per interesse: infatti facilita le disponibilità per risarcire i risparmiatori.
4) massimo sostegno all'iniziativa di ricorrere a Strasburgo ed alla Commissione d'Inchiesta
5) non mollare la pressione su Bankitalia e società di revisione... per integrare i fondi per risarcire i risparmiatori se non bastassero i soldi delle banche.
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