Rinviate a giudizio 4 banche per i derivati
Lunedi 22 Marzo 2010 alle 20:15 | 0 commenti
Federcontribuenti Veneto  Â
E' stato disposto dal gup di Milano Simone Lucerti il rinvio a giudizio per quattro istituti di credito, JP Morgan, Deutsche Bank, UBS e Depfa Bank, e di tredici persone, tra cui 11 funzionari di banca, in relazione alla nota vicenda dei prodotti derivati acquistati nel 2005 dal Comune di Milano ed in merito alla quale é stato ipotizzato il reato di truffa aggravata ai danni dello stesso Ente.
La Federcontribuenti ritiene che sia stato un passo importante per la tutela di soggetti privi di competenza tecnica.
Il caso riguarda, nella specie, l'emissione di uno swap trentennale su un bond da 1,68 miliardi di euro con scadenza 2035, proposto al Comune - secondo la ricostruzione della Procura - come strumento idoneo ad assicurare la ristrutturazione del debito mediante la riduzione del valore delle passività totali a carico dell'Ente nella misura di 57 milioni 326.070 euro.
L'avvocato Stefano Centonze, coordinatore e responsabile per Lombardia di Federcontribuenti, associazione nazionale in difesa del contribuente e degli utenti del credito e degli intermediari finanziari, rileva che "il provvedimento di rinvio a giudizio pronunciato dal gup di Milano costituisce un importante passo avanti nello sviluppo dei mezzi di tutela a favore di quei soggetti, che, privi della necessaria competenza tecnica, costituiscono facile preda di speculatori e destinatari di offerte, spesso ingannevoli, di prodotti finanziari equiparabili, quanto alla prevedibilità del risultato ottenibile, a vere e proprie scommesse implicanti conseguenze economiche di inaspettata gravità ". L'avvocato afferma"Il processo che seguirà all'atto di rinvio a giudizio - anche a prescindere dai suoi esiti effettivi - costituisce un importante punto di svolta sotto molteplici profili. Anzitutto, il fatto che la vicenda possa essere valutata anche e prima di tutto per i suoi risvolti penali - con la sua riconduzione al reato di truffa aggravata - rappresenta senz'altro un passo avanti per l'effetto di deterrenza, specialmente per il coinvolgimento personale dei soggetti responsabili del reato e per l'impossibilità di sfuggire alla comminazione delle pene attraverso le mere regolazioni economiche che, invece, dominano il contesto civilistico".
Centonze, osserva che "altra importante circostanza è costituita dal coinvolgimento nel processo degli stessi Istituti di credito, non come meri responsabili civili, ma come soggetti chiamati a rispondere, ai sensi della legge 231/2001, della mancata predisposizione di modelli comportamentali idonei a prevenire la commissione di reati da parte dei propri funzionari. Le possibili conseguenze sanzionatorie (e non solo risarcitorie) a cui le Banche sono esposte, dovrebbero rappresentare un altro importante elemento di deterrenza ed un potente stimolo per i soggetti esercenti attività finanziaria verso l'adozione di regole comportamentali che garantiscano l'osservanza, da parte dei propri dipendenti, dei principi legali di correttezza ed adeguata informazione nello svolgimento delle loro attività istituzionali".
"L'importanza del processo va così ben oltre il caso concreto" conclude il responsabile di Federcontribuenti Lombardia, "risultando di particolare rilievo non solo l'accertamento dei fatti, ma anche e soprattutto l'affermazione di nuove tendenze di perseguibilità di condotte ritenute illecite. Va peraltro rilevato come l'accertamento dei fatti e delle relative responsabilità in sede penale rappresenti un'agevolazione per i soggetti danneggiati soprattutto per quanto riguarda la raccolta delle prove".
E' il caso di evidenziare l'impatto che gli sviluppi della vicenda avranno su numerosi altri casi che vedono enti pubblici contrapposti ad enti di credito e finanziarie per analoghi motivi e la possibilità di estendere i principi di responsabilità penale ed amministrativa, ipotizzati nella vicenda del Comune di Milano, anche nell'ambito di fattispecie che vedono il coinvolgimento di soli soggetti privati.
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