"Ricostruire il partito comunista" di Diliberto, Giacchè e Sorini: libro e serata di Politica
Mercoledi 18 Maggio 2011 alle 00:41 | 0 commenti
La presentazione di martedì 17 nella sede del PdCI del libro "Ricostruire il partito comunista, Appunti per una discussione", scritto da Oliviero Diliberto, Vladimiro Giacché e Fausto Sorini è stata l'occasione per un confronto e un intenso dibattito, che ho avuto il piacere di moderare, fra i numerosi militanti presenti del partito del segretario provinciale Giorgio Langella (con Sorini e Boscoscuro nella foto VicenzaPiù).
Accanto a lui c'era Urbano Boscoscuro (Associazione Marx XXI di Vicenza) e Fausto Sorini che del libro progetto del "nuovo" partito comunista si è definito uno dei tre firmatari perché "molti di più ne sono stati i coautori con i loro contributi di esperienze, vissute fin dai tempi del Pci e che hanno contribuito alla stesura di un testo che si propone come stimolo alle riflessioni.".
Queste riflessioni saranno raccolte nelle successive edizioni. La prima entro un anno, ha proseguito Fausto Sorini, "passando per i nostri congressi che termineranno a ottobre con la celebrazione di quello nazionale, volutamente prima di quelli di Rifondazione Comunista, per consegnare ai loro tesserati (circa 37.000 contro i 20.000 del PdCI) un'ipotesi di lavoro su cui costruire il nuovo partito comunista. Che sappia far tesoro degli errori ma anche dei valori del Pci e delle esperienze positive dell'Urss. Dalla loro implosione è nata quella del movimento comunista in Italia. Dobbiamo prepararci ad un'azione lunga, che potrebbe essere facilitata dall'eventuale convergenza della corrente Essere Comunisti del Prc, anche se siamo pronti a parlare anche con l'ala di Ferrero e con quella dei successori dei Bertinottiani. Sarà lunga ma anche all'epoca di Gramsci e della sua opera di costruzione del partito i numeri degli aderenti al movimento comunista assomigliavano a quelli attuali. Dobbiamo confrontarci seguendo i principi della centralità democratica ma puntando sull'organizzazione. Dovunque ci siano lavoratori, insegnanti, studenti che condividano le nostre idee dovremo costruire delle cellule, dei collettivi intorno ai quali far crescere la discussione, a partire dai problemi di ogni giorno, anche con chi non parte dai nostri ideali di partecipazione, socialità , democrazia e di rispetto della Costituzione".
Mentre Urbano Boscoscuro aveva esordito dichiarandosi felice di essere approdato da altre formazioni all'attuale esperienza e d'accordo con le premesse di Langella ("ho nostalgia degli anni dal 71 in poi, da quando cioè ho messo a disposizione la mia individualità della collettività , da cui pure ho ricevuto soprattutto la sensazione di non sentirmi mai solo. Dobbiamo studiare, insieme al sindacato e alle forze sociali, il territorio e conoscerne i dati per costruire proposte reali, per il mondo del lavoro e per tutte le realtà sociali. Invito, perciò, tutti, e i giovani in particolare, a tornare a studiare, a farsi una cultura politica, a ragionare su come superare il capitalismo e far sì che i lavoratori si approprino dei mezzi di produzione"), Fausto Sorini ha risposto alle tante domande seguendo questo filo logico: "Esclusa definitivamente la nostra opposizione suicida alle altre forze di sinistra moderata e di sistema, perché non ci verrebbe perdonata, ma rifiutata anche la condivisione di responsabilità di governo nazionale, che non potremmo gestire se non autoschiacciandoci nel conformismo e nell'opportunismo, la terza via da percorrere a livello nazionale è quella dell'appoggio alle formazioni di sinistra perché, comunque, possano vincere contro il peggio attuale. Chiedendo in cambio almeno un minimo di condivisione dei nostri progetti su pensioni, lotta al precariato, difesa dei livelli retributivi. A livello locale sarà compito delle federazioni seguire le esigenze del territorio, ma soprattutto, come già detto, lavorare per essere presenti in tutti i luoghi in cui si forma il pensiero e l'agire politico, dalle fabbriche alle scuole.".
Libertà di opinione di ognuno a parte, stasera in via Alberto Mario si è assistito finalmente a una discussione ricca di politica e non di strepiti e interessi. Tra un pubblico di cittadini (molti gli anziani, ma presenti anche dei giovani) che non meriterebbe che nessuno dia risposte alla voglia di riappropriarsi, prima ancora che dei mezzi di produzione, del gusto della discussione e del confronto.
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