Riccardo Barbisan della Lega Nord contesta le deviazioni mediatiche su "popolo veneto", "veniticità" e "patentino di bilinguismo"
Giovedi 8 Dicembre 2016 alle 11:51 | 0 commenti
Riccardo Barbisan, consigliere leghista della Regione Veneto, in un suo post su FB dà la sua lettura sul gran parlare che si è fatto in questi giorni sulla "venicità " del Veneto e sul "patentino di bilinguismo". Scrive Barbisan in premessa che "si tratta di un progetto di legge che è molto diverso da quello che scrive la Repubblica. Il testo è stato presentato da quattro comuni che lo hanno approvato sotto forma di delibera di consiglio. È un obbligo per il consiglio regionale discuterlo e votarlo entro 6 mesi. Ne è stata chiesta l'iscrizione all'ordine del giorno dall'opposizione nella riserva di in quinto dell'o.d.g a loro disposizione. In seguito a quei comuni se ne sono aggiunti altri quattro che, pur non figurando tra i presentatori rappresentavano circa 60 mila persone".
"Il progetto di legge, per regolamento del consiglio - chiarisce allora il consigliere della Lega Nord - , non può essere modificaro in commissione quando i proponenti non sono consiglieri ma appunto, come in questo caso, dei consigli comunali. Da ciò nasce tutta una serie di errori dei giornali che hanno ripreso il testo originale (ANSA.it, la Repubblica, ecc.). In realtà Il testo da me emendato non prevede alcun patentino di bilinguismo e non prevede alcun test di "veneticità ". Nemmeno il "popolo veneto" diventa tout court minoranza nazionale. Il popolo veneto non è una invenzione ma un concetto presente nello statuto della Regione Veneto al pari della sola Sardegna. Statuto promulgato con legge dallo Stato Italiano. La legge prevede di applicare a chi lo vorrà dei veneti che fanno parte del popolo veneto di autodichiararsi appartenenti di una minoranza, esattamente come avviene da 70 anni in Alto Adige".
È sempre Barbisan a puntualizzare, quindi, le conseguenze pratiche del deliberato regionale: "A questo sotto insieme del "popolo veneto" saranno garantiti tutti i dirittti che lo stato Italiano si è impegnato a garantire attraverso la ratifica di una convenzione sulla tutela delle minoranze del Consiglio d'Europa. Piú o meno quelli riconosciuti alla minoranza tedesca dell'Alto Adige. La specialità della provincia di Bolzano è concessa in virtù della presenza della minoranza e dell'impegno della provincia della sua promozione e tutela. Altrettanto vogliamo ottenere noi".
"Nel testo di legge - conclude il consigliere regionale - non esiste alcun obbligo di utilizzo del veneto come lingua e nessun patentino di bilinguismo. Ormai sono abituato e non mi scandalizzo. Ogni iniziativa del Veneto per chiedere autonomia è ridicolizzato. Amen".
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