Ciambetti a Caldoro: il Nord non si lascia scippare
Mercoledi 22 Febbraio 2012 alle 09:59 | 2 commenti
Roberto Ciambetti - "Caldoro forse vuole  lanciarsi nel remake di ‘Prendi i soldi e scappa': il film ebbe un certo successo e per un ex socialista il tema  può solleticare ". Sarcastico l'assessore regionale al Bilancio del Veneto, Roberto Ciambetti nel commentare la proposta del governatore campano, che vorrebbe incamerare i soldi delle Regioni virtuose del Nord per spenderli nel Mezzogiorno.
"Onestamente c'è coerenza - spiega Ciambetti -  perché è coerente cercare di spendere anche i soldi del nostro tesoretto, dopo che già il Mezzogiorno dissipa parte importante del nostro gettito fiscale. Facile mantenersi  con i soldi degli altri. Questa volta ‘gli altri' non credo siano così disciplinati e né ben disponibili a svenarsi, a consegnare i nostri soldi: penso a quanto abbiamo sacrificato nei servizi sociali, ai tagli, alla troppa gente senza lavoro. Quei soldi cui mira Caldoro sono bloccati in virtù di uno norma scellerata del  Patto di stabilità che penalizza in maniera indecorosa le regioni virtuose, concetto questo che mi sembrava fosse ben presente nel ministro Giarda quando ancora nello scorso dicembre disse, cito testualmente, "i vincoli del patto di stabilità sono incardinati, nella loro assurdità , nella legislazione vigente e quindi potremo lavorare nei prossimi mesi". Liberando quei fondi al Nord, potremmo intervenire a sostegno delle imprese e difendere i posti di lavoro, agire cioè nel miglior modo di difesa del Welfare, non con l'assistenzialismo e lo spreco, ma usando i fondi pubblici come volano per la migliore economia: un conto è investire in una sorta di piccolo New Deal, un altro è finanziare lo spreco.  Mentre le regioni produttive sono chiamate a sforzi straordinari, con i lavoratori sottoposti a tensioni  difficili da sopportare mentre il credito viene rarefatto, le famiglie sono costrette a fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese, le uscite di Caldoro mi sembrano indecorose più che furbette,  inutilmente provocatorie  anche se altamente indicative e speriamo non  profetiche"
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