Reggio Emilia, 7 luglio 1960: 5 manifestanti uccisi. Governo Tambroni si dimette
Giovedi 7 Luglio 2011 alle 13:17 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Il 7 luglio del 1960, a Reggio Emilia si teneva una manifestazione contro il governo Tambroni (appoggiato dai fascisti del MSI). La polizia sparò contro i manifestanti. Cinque furono i morti, assassinati dalla violenza ordinata da un governo di destra: Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli, tutti iscritti al Partito Comunista Italiano. Furono uccisi a freddo per soffocare nel sangue la giusta protesta dei lavoratori e dei democratici italiani. Il giorno seguente uno sciopero generale bloccò il paese.
Una mobilitazione massiccia in difesa della Repubblica e della Costituzione nate dalla Resistenza. Oltre 150.000 cittadini parteciparono ai funerali dei 5 operai assassinati. Dopo qualche giorno la fermezza popolare impose le dimissioni del governo clerico-fascista di Tambroni.
Nel 1960 a Reggio Emilia e nel resto d'Italia operai, contadini, studenti difesero lo Stato democratico e pagarono col sangue il loro coraggio.
Oggi rappresentanti della maggioranza di governo e del governo stesso partecipano a squallide ricorrenze fasciste come quella di Schio. Noi, comunisti italiani, vogliamo ricordare chi è stato ucciso perché difendeva la democrazia. Vogliamo ricordare che, contro la violenza del potere, il movimento dei lavoratori ha sempre lottato per ristabilire l'ordine democratico e perché i principi e i valori della Costituzione repubblicana fossero attuati.
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