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Categorie: Politica, Fatti
Referendum, sfida Pd-5 Stelle e comitati vicentini. Ma VicenzaPiù non può riprenderla
Domenica 27 Novembre 2016 alle 21:38 | 0 commenti
Nelle campagne elettorali accadono cose che "voi umani non potete neanche immaginare", per dirla alla Blade Runner. Accade che, ad esempio, durante un dibattito per il referendum costituzionale, a una settimana di un voto spartiacque per il futuro dell'Italia, nel vicentino sia stato organizzato un interessante dibattito pubblico tra esponenti del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e dei comitati civici di Vicenza. Ma accade anche che venerdì sera una testata giornalistica si presenti in sala per riprendere il dibattito e fare un "servizio pubblico" per chi non è potuto essere presente, o chiunque fosse interessato ad ascoltarlo; solo che il giornalista iscritto all'ordine alla sua richiesta di registrarlo è stato sottoposto ad inaspettate rimostranze dagli organizzatori.Â
Un diniego legato al fatto di dover ricevere il consenso degli ospiti invitati a parlare, non permettendo nemmeno nel frattempo di montare l'attrezzatura per le riprese. Consenso, positivo o negativo che fosse, che non è più stato comunicato dai "democratici" organizzatori del circolo del Partito Democratico di Marano Vicentino.
È un comportamento che segnaleremo alla segretaria provinciale del Pd Veronica Cecconato, perchè ci auguriamo che non si tratti dell'ennesimo caso di ostracismo verso la stampa indipendente e libera di informare a differenza di altre testate locali troppo spesso "silenti", come nel caso della vicenda Banca Popolare di Vicenza.Â
Una serata quella di Marano che si è svolta nello splendido auditorium della cittadina nell'Alto Vicentino e che ha confermato le aspettative di interesse, grazie agli ospiti presenti: Rosanna Filippin, senatrice stakanovista del Pd giunta al 29° dibattito sul referendum e già vittoriosa quest'anno nella lotta vissuta in prima linea per l'approvazione delle unioni civili, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Simone Scarabel, che abbiamo avuto modo di apprezzare per la sua pacatezza durante la presentazione nel palazzo del Consiglio regionale del nostro libro "Vicenza. La città sbancata", e poi le rappresentanze fuori dai partiti, due donne alla guida dei comitati: Roberta Radich di "Vicenza per il No", già impegnata nell'ultimo referendum sulla trivelle, e quella di "Vicenza per il Sì", una giovane avvocatessa di origini armene, Anahid Balian.Â
Un dibattito che è stato incanalato dal moderatore Matteo Gasparin, presentato come avvocato, sulle ripercussioni regionali con le modifiche del titolo V e del Senato degli enti locali, approfondendo solo marginalmente altri temi. Un moderatore che non è poi intervenuto per fermare la "claque" del No, l'unica che applaudiva alla fine degli interventi, o non ha placato i "duellanti" che interrompevano maleducatamente il discorso dell'avversario. Un moderatore, inoltre, che non era neppure a conoscenza dell'arrivo del premier Matteo Renzi a Vicenza nello stesso pomeriggio; e che impelagato a districarsi nel passare i "gelati", come ha gergalmente chiamato in ogni occasione i microfoni a disposizione, a fine dibattito ha dato spazio a una sola domanda del pubblico: un signore che ha dichiarato subito di votare convintamente No e ha utilizzato lo spazio del suo intervento solamente per chiedere in modo brusco a Filippin: "perchè non si riduce lo stipendio?".Â
Una domanda alla quale la senatrice ha risposto: "le faccio notare che io sono una di quelle che voterà per perdere il proprio posto di lavoro". Â
Alla richiesta di un'altra domanda, l'insofferente avvocato-moderatore, dopo aver fatto notare l'orario del dibattito, le 22.15, iniziato tra l'altro con venti minuti di ritardo, e per il quale non è stato nemmeno tenuto conto del tempo di ciascun intervento per la par condicio, ha "concesso" lo spazio ad una nostra domanda visto che era stata tirato in ballo la questione "schei": la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali, cavallo di battaglia dei 5 Stelle, c'è nella riforma sì o no? Scarabel, rappresentante del Movimento e del Consiglio Veneto ha ammesso che su questo punto "avrebbe votato a favore, se i quesiti delle modifiche alla Costituzione fossero state 'spacchettati' ".
L'unico "pacco" che è rimasto, invece, è quello di una serata che ha confermato come il voto del 4 dicembre sarà per la maggior parte politico. Una sensazione sempre più forte al termine di un dibattito che soprattutto grazie agli interventi appassionati delle due rappresentanti civiche ("un voto che spacca l'Italia" sostiene Radich, "come tra monarchia e repubblica, ma non ho visto grossi problemi" ha ribattuto Balian), ha vissuto qualche sporadico sussulto. Â
E per fortuna non l'abbiamo registrato.
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