Reati ambientali: il Veneto secondo al nord e Vicenza prima per quelli del mattone... ma nessuno ne parla
Venerdi 3 Luglio 2015 alle 03:34 | 0 commenti
Certo, poteva esserci una sola notizia, qui in Veneto, relativa al rapporto "Ecomafia 2015" realizzato da Legambiente grazie al contributo delle forze dell'ordine, tra cui Carabinieri, Forestale, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di porto, Agenzia delle dogane e dei monopoli, Polizie provinciali, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione nazionale antimafia di Legambiente.
Una squadra autorevole per un documento che mostra come il Veneto, nel 2014 abbia sorpassato la Lombardia in numero di reati ambientali, e si sia piazzato al secondo posto, dopo la Liguria, delle regioni del nord Italia più colpite da questa piaga. E questa, a nostro parere è la notizia. Ma non è la sola. L'altra è che nessun principale giornale veneto, fino a oggi, ha fatto quell'annuncio.
Eppure, anche alla luce del fatto che è appena stata approvata la legge sui reati ambientali, tutta la stampa locale, in ogni singola regione, ha provveduto a un'analisi sui dati di Legambiente per quanto riguarda la loro zona. Si parla del rapporto, certo, ma non si tocca il tasto del secondo posto del Veneto. Le infrazioni accertate per reati ambientali nella nostra regione nel 2014 sono state 965, quasi tre al giorno di media. Inequivocabile: non 11 al giorno come in Puglia, al top della lista, ma comunque un numero che fa pensare. La stampa, però, non ci ha fatto caso, forse troppo impegnata a seguire, a livello politico, l'insediamento della nuova e piena di buoni propositi giunta Zaia, forse troppo "patriottica" quando si deve appoggiare il completamento di un'opera come la Valdastico nord, la Pedemontana o la Valsugana.
Suona un po' strano questo disinteressamento, ma forse è stata solo una svista. Al di là dei numeri e delle statistiche, il Veneto ha comunque dimostrato di saperci fare nel giro degli affari "sporchi". Il Mose, uno dei maggiori scandali del 2014, la Valdastico Sud, con la scoperta di rifiuti tossici nel 2013, la "nuova" tangetopoli dell'expo, con il coinvolgimento del Gruppo Maltauro, e chi più ne ha più ne metta.
Sono storie di soldi e di potere quelle che si esprimono con l'abuso di territorio. Ci sono quelle eclatanti e quelle minori, che però formano una catena o una piramide ben radicata. Il rapporto spiega nel dettagli quali sono i professionisti dell'ecomafia: trafficante dei rifiuti; il politico locale; il funzionario pubblico; tecnico, l'esperto e il consulente. Figure che si perdono nella memoria, sopratutto se non vengono ricordate dalla stampa. Una stampa che, per esempio, si "dimentica" di dire che la provincia di Vicenza è al primo posto in Veneto sui reati ambientali legati al mattone. Il principale quotidiano della città fa un articolo sulla pubblicazione del rapporto ma non vi compare né la parola Veneto né la parola Vicenza. Non pensiamo affatto che la cosa sia dovuto al fatto che i poteri forti vicentini, legati alla lobby del mattone, abbiamo messo un veto di "default". Propendiamo per una svista, perché dire che Vicenza ha il record veneto di reati ambientali legati al ciclo del mattone non ha nessuna controindicazione quando si parla (e si fa) giornalismo,
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