Quotidiano | Rassegna stampa |
Rapporto Unesco su Vicenza, gli ispettori: cemento e tunnel minacciano il paesaggio
Venerdi 17 Giugno 2016 alle 12:44 | 0 commenti
L’Unesco ha aperto una pratica sulle brutture che offendono il paesaggio palladiano di Vicenza. E il rischio, per la città veneta, è di vedersi togliere il riconoscimento di sito patrimonio dell’umanità . Nel mirino dell’organismo delle Nazioni unite è finito l’abnorme insediamento di Borgo Berga, che sorge al posto di un antico cotonificio e occupa lo spicchio di terra alla confluenza dei fiumi Bacchiglione e Retrone, a poche centinaia di metri dalla Rotonda, uno dei capolavori di Andrea Palladio: una selva di palazzi, che fa da corredo al monolite in cui ha sede il nuovo tribunale, è piazzata nel punto di giuntura fra il centro storico della città e la campagna, un luogo cruciale nella visione dell’architetto cinquecentesco.
E non per caso è questo contesto che l’Unesco dal 1994 ha deciso di sottoporre alla propria tutela.
Non è la prima volta che l’Unesco si muove per impedire che siti italiani patrimonio dell’umanità vengano manipolati. È accaduto per Villa Adriana a Tivoli, minacciata da una discarica e da un insediamento residenziale. Ma anche per Venezia e la laguna è stato invocato l’intervento dell’organismo internazionale. Mentre Vicenza stessa è stata a rischio di esclusione dalla lista Unesco nel 2005, a causa del tracciato dell’autostrada Valdastico che lambiva Villa Saraceno, anch’essa di Palladio. Ma la storia a Vicenza non insegna granché. Insieme a Borgo Berga, sotto osservazione è il progetto di Alta velocità , che prevede lo sconvolgimento di un vasto territorio e persino un tunnel sotto monte Berico (progetto che il Comune di Vicenza, dopo roventi polemiche, sembra abbia accantonato). Inoltre desta preoccupazione la base militare americana Del Din.
La vicenda di Borgo Berga, iniziativa del potente gruppo Maltauro, si trascina da anni ( Repubblica ne ha scritto più volte). Contro il complesso sono stati presentati esposti da parte di associazioni ambientaliste, si sono mossi senatori del M5S e la Procura ha aperto un’inchiesta (Procura che ha sede nel tribunale-monstre). È stato iscritto nel registro degli indagati il responsabile dell’ufficio urbanistica, poi direttore generale del Comune, Antonio Bortoli, e un’area dove sono previsti altri edifici è stata sottoposta a sequestro.
Ai primi del maggio scorso un gruppo di ispettori dell’Icomos, la struttura di cui l’Unesco si serve per le istruttorie, insieme a funzionari del ministero per i Beni culturali ha visitato Vicenza. L’iniziativa era stata sollecitata da un documento assai allarmato di Out (Osservatorio urbano territoriale), che chiedeva di verificare se esistevano ancora le condizioni perché la città potesse fregiarsi del riconoscimento Unesco, che, veniva sottolineato, comporta onori, ma anche oneri relativi alla tutela.
In seguito all’ispezione, Icomos ha stilato un rapporto inviato al Comune, che, stando alle regole dell’Unesco, è il soggetto responsabile della buona conservazione del sito. In primo luogo Icomos lamenta di non essere stata informata di progetti tanto invasivi. Pur sapendo — il Comune — che avrebbero intaccato la buffer zone, la zona di protezione del bene tutelato. Inoltre si esprime negativamente sull’impatto degli edifici, il cui volume («esagerato e alieno alla zona circostante ») ha saturato il piccolo isolotto fluviale, provocando — sostengono i comitati di cittadini — un grave squilibrio idrogeologico. Icomos non manca di rilevare come le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza, affinché fossero salvaguardati elementi dell’antico cotonificio, siano state disattese. «Se si considerano i progetti tutti assieme», si legge, «i loro effetti cumulativi sulla città e sul suo paesaggio sono verosimilmente causa di ulteriore erosione dei valori espressi dall’ambiente storico del sito». La raccomandazione finale è esplicita: «riconsiderare il completamento» di Borgo Berga. Senza di ché, il rischio di essere esclusi dalla lista Unesco diventa concreto.
di Francesco Erbani da la Repubblica
Commenti
Ancora nessun commento.
Aggiungi commento
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.