La Provincia e il monopolio di Variati: da noi Renzusconi si legge Sartoriati
Domenica 21 Settembre 2014 alle 15:17 | 0 commenti
Scadono lunedì 22 settembre a mezzogiorno, nella sostanziale "insaputa" dei cittadini una volta elettori, i termini per la presentazione delle candidature degli aspiranti presidenti che il 12 ottobre prossimo si contenderanno le «nuove Province», per la gioia aggiuntiva di 68 consiglieri provinciali nei cinque enti al voto: Padova, Verona, Vicenza, Belluno e Rovigo.
I nuovi vertici delle Province (che, quindi, non sono state abolite) saranno 5.486 Grandi Elettori, cioè i sindaci ed alcuni consiglieri comunali che sceglieranno i più meritevoli tra i loro colleghi con un voto che per diverso peso premia i Comuni più popolosi a scapito di quelli meno abitati.
Se l'elezione "interna", quella detta di "secondo livello", tipo quella che sceglierà tra i consiglieri regionali i futuri senatori se la riforma passerà , evita almeno le spese, spesso di favore e verso i media "soliti noti", della vecchia propaganda elettorale, è purtroppo inconfutabile che, come scrive il collega Marco Bonet su Il Corriere del Veneto di oggi, 21 settembre, «le alleanze vengono decise in più di un caso in funzione delle simpatie e delle antipatie dei colonnelli di partito, con un quid in più legato alle appartenenze territoriali: est contro ovest, nord contro sud. Menzione a parte per il Movimento 5 Stelle che ha rinunciato a prendere parte alla spartizione» visto che per M5S, aggiunge Bonet riferendo quanto scritto sul blog da Beppe Grillo, «le Province esistono ancora oggi e sono peggio di prima: i cittadini sono stati derubati anche di quella possibilità , seppur minima, di poter scegliere».
E mentre su Il Giornale di Vicenza, ufficializzando quanto qui anticipato, il collega Marco Scorzaro riferisce che fronte degli accordi sottoscritti e contro l'unica e solitaria alternativa leghista di Milena Cecchetto,ormai «Variati ha le chiavi della Provincia», è solo (e da solo?) sempre Bonet a mettere in guardia sul monopolio del sindaco di Vicenza, l'unico sindaco di capoluogo in corsa sostenuto dal Pd, da una parte di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra, «soprattutto per la straordinaria concentrazione di potere che si realizzerebbe nel caso di una sua elezione (un esempio per tutti: la Fiera di Vicenza, partecipata sia dal Comune che dalla Provincia, entrambi col 30%; le quote a quel punto sarebbero sotto il controllo di un'unica persona)».
Oltre alla Fiera, con gli interessi che muove sotto la guida del giovin, ma già "peloso" Matteo Marzotto, il "pelide Achille" avrebbe sotto le sue dita i pulsanti di influenza su Camera di Commercio, altri enti e poteri connessi, e quelli di comando sui circa mille dipendenti comunali, sugli altrettanti del Gruppo Aim e su quelli di partecipate e controllate al cui comando, dimenticando le sue promesse pre elettorali, Variati ha messo politici e politicanti fedeli e di mestiere.
La massa d'urto di questo mondo, fatta di migliaia di persone con le loro famiglie e di affari per centinaia di milioni all'anno in una provincia, come quella di Vicenza, diventata famosa per le imprese poco aziendali e molto "indagate" di nomi eccellenti come i Maltauro e i Mastrotto, loro sì etici membri di Confindustria Vicenza, sarebbe una massa troppo imponente da metterla sotto il controllo di un ex dc, mai vero PD, sempre molto cencelliano?
Di sicuro il sindaco futuro presidente della Provincia, è il nostro convincimento, è personalmente così onesto da non cercare vantaggi economici per se stesso dal suo potere, ma è altrettanto così innamorato, andreottianamente, del potere e così vanesio nell'esibirlo, pur se in maniera schiva da consumato attore della democrazia qual'è, da dover rimanere troppo vicino a un mondo politico ed economico che in Italia ha creato Renzusconi e a Vicenza ambisce a buona ragione alla primogenitura di Sartoriati.
Non a caso Marco Scorzato riferisce, nella sua intervista odierna a Variati, dei suoi ringraziamenti alle due figure centrali dell'accordo: «Dino Secco (coordinatore forzista, ndr) che ha avuto il coraggio di non guardare agli schieramenti regionali presenti e futuri, per il bene della vicentinità . E Costantino Toniolo (coordinatore Ncd, ndr) che aveva l´organizzazione per presentare una lista autonoma, ma da profondo conoscitore del territorio ha scelto la condivisione del progetto».
E Dino Secco e Costantino Toniolo, ora, strategicamente, spalmati tra FI e NCD, mai hanno fatto mistero della loro vicinanza, politica, a Lia Sartori...
Gli elettori, che ora non eleggono, tengano a mente questo quadro per il futuro quando in città andrà da loro scelto il nuovo sindaco tanto più che ad oggi non appaiono all'orizzonte figure di carisma e di visione strategica pari confrontabili e opponibili all'attuale primo cittadino.
Se Achille Variati ha per lo meno una storia e si affida almeno a un'etica da vecchia politica, i suoi attuali, veri e presunti, ma comunque "nominati" delfini da dove arrivano? E, soprattutto, dove andrebbero col potere in mano?
A meno che, e sarebbe a nostro parere il danno minore, dietro le, loro, quinte, non rimanga, sarebbe il suo ultimo capolavoro, il maturo rumoriano.
A gestirli come suoi semplici portavoce.
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