Primarie Pd il 14 dicembre ma servono 4.000 firme per candidarsi: soglia alta pro Moretti?
Domenica 19 Ottobre 2014 alle 10:59 | 0 commenti
di Marco Bonet*
Padova Fedele allo stile renziano, camicia bianca con maniche arrotolate e slide d'ordinanza, il segretario del Pd Roger De Menech ha presentato ieri nel quartier generale di piazza De Gasperi, a Padova, la road map che porterà i democrats veneti alla Grande Sfida con Luca Zaia nel 2015.
Innanzitutto, la scelta del campione da contrapporre al governatore. I nomi che girano sono sempre quelli: Alessandra Moretti, Simonetta Rubinato, Giorgio Santini («Io non mi candido» scandisce secco De Menech).
Le primarie si terranno dalle 8 alle 20 del 14 dicembre, con uno slittamento di tre settimane sulla data inizialmente prevista, saranno di coalizione e aperte a tutti, non solo agli iscritti. Potrà votare chi ha compiuto 16 anni, aderisce a programma e ideali del centrosinistra ed è disposto a sborsare 2 euro. Le candidature dovranno essere consegnate entro il primo novembre, le firme a sostegno entro il 14 dello stesso mese e proprio qui sta la ragione di uno dei pochi momenti di scontro della (per il resto tranquillissima) direzione di ieri: ne serviranno almeno 4 mila, raccolte in tutte le province, con un minimo di 100 a Belluno e Rovigo e di 500 in tutte le altre. Una soglia altissima, per un partito che in Veneto conta 20 mila iscritti (all'inizio ne erano state proposte addirittura 5 mila), che secondo più di qualcuno è stata tagliata su misura per la Moretti, che in caso di discesa in campo avrà dalla sua buona parte dei vertici e dell'organizzazione democratica.
«E' la stessa soglia stabilita per le primarie in Emilia Romagna - chiosa De Menech - niente dietrologie». C'è comunque chi non è d'accordo, come Rubinato, che dovrà cavarsela in solitaria con la sua squadra. Altro tema delicato, che ha scaldato un po' gli animi, la composizione della lista per i consiglieri. Il capogruppo uscente, Lucio Tiozzo, che non può ricandidarsi essendo già al terzo mandato (il Pd si «autolimita» a due), ha difeso a spada tratta i suoi, quasi tutti primo giro e decisi al bis, e preteso che chi si presenta alle primarie aspirando a Palazzo Balbi poi non possa ripiegare su Palazzo Ferro Fini, sfruttando la notorietà acquisita nella corsa interna alla presidenza. «E' stata votata una mozione che fissa una sorta di "divieto politico" in tal senso» spiega il segretario ma la faccenda è stata sostanzialmente rinviata al dopo primarie, perché nella composizione della lista avrà una pesante voce in capitolo il candidato presidente: «Com'è giusto che sia, anch'io quando ho corso da sindaco ho chiesto di entrare nella formazione della squadra - dice De Menech -. Difficilmente faremo le primarie anche per i consiglieri: i posti sono tanti e ci sono le preferenze. Decideranno gli elettori». Il caso di Franco Bonfante, uscente con due mandati a caccia di una deroga, «sarà deciso dal suo territorio, il veronese».
Il programma, «Cantiere Veneto 2015», è stato discusso per tre ore ed è riassunto in 19 cartelle, che presto saliranno a 25. Si dipanano per slogan e qualcuno ha avuto da ridire: «Sembriamo la Lega». Tant'è, il nuovo corso imposto da «Matteo» impone grande attenzione anche al marketing. «Rivolteremo la Regione come un calzino - avverte De Menech - l'obiettivo è segnare una forte discontinuità con l'esperienza Galan-Zaia, i campione della conservazione». Tra i punti più interessanti, la riduzione dell'Irap; l'incremento dei fondi per la non autosufficienza; il percorso autonomista via articolo 116 della Costituzione; il politecnico veneto; il biglietto unico e la riduzione delle 39 aziende del trasporto pubblico su gomma; la PaTreVe la ViVeRo e la specialità bellunese; un miliardo per la lotta al dissesto idrogeologico; lo sfoltimento delle partecipate della Regione; investimenti importanti sulla Tav, sui collegamenti ferroviari (soprattutto verso gli aeroporti) e sull'idrovia. «Spediremo questa bozza a tutti quelli che sono interessati a cambiare il Veneto» annuncia De Menech. Anche al Nuovo Centro Destra? «Se vogliono mollare Zaia e cambiare verso al Veneto, perché no?».
*Da Il Corriere del Veneto
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