Eurogruppo: pressing Monti su scudo antispread. Draghi: ok le riforme dell'Italia
Lunedi 9 Luglio 2012 alle 23:48 | 0 commenti
Ansa.it - Presidente Bce: 'Ora meno tasse e tagli spesa'. Tensione nell'Eurogruppo, resta il nodo Spagna.
La discussione sullo scudo anti-spread all'Eurogruppo "é andata bene": lo riferiscono fonti italiane, riferendo che al termine della riunione sarà diffusa una dichiarazione che "conterrà alcuni dettagli in più" rispetto a quanto deciso al Vertice di fine giugno. Il premier Mario Monti ha lasciato alle 22 la riunione dell'Eurogruppo, che è ancora in corso.
Lo riferiscono fonti diplomatiche. Monti resta comunque a Bruxelles dove domani parteciperà alla riunione del Consiglio dei ministri delle Finanze della Ue, l'Ecofin. Il premier terrà come previsto un incontro con la stampa, al termine dei lavori. All'Eurogruppo di stasera resta il vice ministro dell'Economia Vittorio Grilli.
di Marisa Ostolani
In una giornata di grande febbre sui mercati, con gli spread che hanno chiuso a 475 punti, il premier Mario Monti ha esercitato oggi a Bruxelles una forte pressione all'Eurogruppo per concretizzare le decisioni del Vertice di fine giugno perché il fondo salva stati Efsf-Esm possa essere usato sia per ricapitalizzare direttamente le banche che per acquistare bond dei paesi sotto speculazione e fare calare il differenziale sui rendimenti. Nonostante le aspettative per l'esito della riunione, il confronto tra i ministri delle finanze è solo interlocutorio: la decisione sul salvataggio delle banche spagnole è rinviata ad un Eurogruppo straordinario il 20 luglio, quella su nuovi aiuti alla Grecia e l'assistenza a Cipro a dopo l'estate, mentre per chiarire i dettagli dell'intesa di fine giugno servirà probabilmente un nuovo summit entro fine mese. I leader hanno legato l'utilizzo più flessibile del fondo Efsf-Esm alla creazione di un'unica supervisione bancaria europea, sotto guida Bce, ma restano opinioni molto diverse sulla tabella di marcia. A Bruxelles, Monti ha avuto incontri con il commissario Ue agli affari monetari Olli Rehn (da cui ha ricevuto "forte apprezzamento" per le misure di spending review) e con il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, potendo contare nella sua azione di pressing sull'appoggio della Francia. La creazione di un meccanismo di stabilità finanziaria "é la questione del giorno" e "bisogna che ne discutiamo", ha detto il ministro francese Pierre Moscovici. Ma per ora, la proposta resta allo stato embrionale. Secondo Rehn, "i caveat", ovvero i limiti e i confini del nuovo meccanismo anti-spread, "sono ancora tutti da definire". La Francia spinge per un'accelerazione e chiede che entro "fine dicembre" le decisioni sui nuovi strumenti siano implementate. Uno scenario irrealistico per il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, secondo il quale "creare il meccanismo di supervisione europea bancaria non è una cosa semplice e ci vorrà tempo". Il presidente della Bce Mario Draghi ha dichiarato che "non ci sono scorciatoie per creare una Unione monetaria solida e stabile". Da Draghi è poi arrivato un monito: "la Bce non ha mai chiesto più poteri...O ci saranno delle precise condizioni" che permettano "di non intaccare la reputazione della banca centrale" o "scordatevi nuovi poteri. E' peggio fare qualcosa male che non fare nulla", ha messo in chiaro il governatore. Il salvataggio delle banche spagnole resta ostaggio di questa discussione. Madrid punta a concludere entro domani un accordo di massima sul Memorandum d'intesa e su un anno in più (il 2014 anziché il 2013) per riportare il suo rapporto deficit/Pil sotto il 3%. Il ministro spagnolo Luis de Guindos ha riferito che il protocollo "esigerà il rafforzamento degli indici di capitale delle banche". De Guindos ha anche ammesso che la Spagna dovrà creare una 'bad-bank' dove convogliare gli asset immobiliari tossici. Ma resta irrisolto il nodo di come evitare che Madrid ceda garanzie sovrane, per spezzare il circolo vizioso tra le banche e il suo debito pubblico. Su questo, ci sono opinioni diverse anche tra le istituzioni europee: fonti Eurogruppo ritengono che senza unione bancaria, anche il passaggio dall'Efsf all'Esm richiederà garanzie statali, mentre fonti della Commissione hanno indicato oggi il contrario. Lo scontro tra il blocco dei paesi nordici e i paesi del sud Europa ha tenuto banco nelle dichiarazioni dei ministri delle finanze. "E' necessario risolvere radicalmente" i problemi di Italia e Spagna, ha detto l'olandese Jan Kees De Jager, secondo il quale Roma e Madrid non possono pensare di risolvere la loro situazione "con prestiti". Dopo avere dichiarato di preferire l'uscita dall'euro piuttosto che pagare il debito degli altri paesi, la finlandese Jutta Urpilainen ha chiarito che la Finlandia "resta molto impegnata per l'euro e per la sua salvezza, anche se ha il dovere di prepararsi a tutti gli scenari". E a Monti, che ha accusato le autorità finlandesi di avere contribuito all'aumento degli spread, Urpilainen ha replicato che il calo dei differenziali italiani e spagnoli è anche nell'interesse della Finlandia.
ROMA - Salgono le tensioni a poche ore dall'inizio dell'Eurogruppo, dove il nodo Spagna sembra tutt'altro che risolto in vista dell'obiettivo di una "bozza di accordo politico" da chiudere entro stasera. La questione chiave del salvataggio delle banche spagnole, tuttora sul tavolo dei ministri delle finanze dell'eurozona, è evitare che Madrid debba mettere garanzie sovrane per la ricapitalizzazione dei suoi istituti di credito, in modo da spezzare il circolo vizioso con il suo debito pubblico.
DRAGHI: OK RIFORME ITALIA; ORA MENO TASSE E TAGLI SPESA
dell'inviato Andrea D'Ortenzio
"C'é un barlume di speranza in uno scenario cupo" ma i governi europei devono "perseverare in riforme coraggiose e necessarie" e, passata l'emergenza, soprattutto i paesi che hanno alzato le tasse per risanare i conti e hanno varato riforme importanti come l'Italia dovranno orientarsi verso "un taglio della spesa" e un calo della pressione fiscale. Il presidente della Bce Mario Draghi parla al Parlamento Europeo poco prima della due giorni di riunioni Eurogruppo-Ecofin e invita i deputati a "non essere pessimisti" e a guardare ai passi avanti compiuti da novembre quando si rischiava l'implosione del credito, ricordando che la Bce accetterà maggiori poteri solo a precise condizioni. In due ore e mezza di confronto con i parlamentari della commissione economica, il banchiere centrale cita ad esempio, le riforme importanti varate dall'Italia, come quella del lavoro e l'azione di spending review che "aiuterà a centrare gli obiettivi di bilancio" del nostro paese. Draghi ricorda poi i risultati positivi compiuti dal recente summit Ue che ha assegnato alla Bce la supervisione bancaria con una proposta che dovrebbe arrivare ad autunno. Così come già ammonito giovedì al termine del board Bce però, Draghi ricorda che "o ci saranno condizioni" che non mettano a rischio la reputazione della banca centrale oppure "scordatevi che alla Bce" vadano più poteri che "noi non abbiamo chiesto". Al riguardo Draghi non svela su quali e quanti banche dovrà vigilare ("ci sono diverse scuole di pensiero" dice) ma si baserà sul lavoro dei supervisori nazionali e non "partiamo così da zero". L'Europa deve comunque guardare anche all'altro fattore positivo uscito dal vertice: i fondi salva stati Efsf-Esm sono diventati uno strumento flessibile e utilizzabile. Perciò è inutile "avere un firewall enorme", meglio uno che non si possa usare. E comunque i due fondi mettono insieme ben 800 miliardi. Una volta assegnata alla Bce la supervisione l'Esm potrà così ricapitalizzare direttamente le banche, in primis le spagnole. Nel frattempo con l'Efsf il debito pubblico di Madrid salirà , ma sarà un aumento "temporaneo" che sarà riassorbito. La Bce farà la sua parte e se parla per esortare i governi lo fa perché costretta dalla situazione di crisi. Su un punto Draghi difende a spada tratta la sua istituzione: la Bce "non può dire alle banche come usare i fondi" assegnati nelle maxi operazioni di rifinanziamento o tramite collaterale. Il presidente cita l'esempio dell'Italia degli anni '70 (''vissuto sulla mia pelle") quando la Banca d'Italia decideva quanto credito assegnare al governo, ai privati e specificamente a quali settori. Una pratica che ha prodotto "credito politicizzato e inflazione al 20%". E poi le banche che hanno avuto accesso all'Ltro sono state 800, difficile controllarle tutte. Infine va ricordato che in alcuni paesi la liquidità arrivata dalla Bce è transitata effettivamente all'economia reale. Dove c'é stato un taglio questo è avvenuto perché le banche a scarso capitale dovevano ridurre il debito tagliando gli attivi. "Non ci sono scorciatoie" insomma, scandisce Draghi e occorre andare avanti cedendo "sovranita", passo dopo passo, in tema di bilancio, finanziario ed economico. Il primo sarà appunto la supervisione bancaria.
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