Pigafetta, viva la sigaretta
Mercoledi 13 Gennaio 2010 alle 19:01 | 1 commenti
Divieto di fumo anche all'aperto durante la pausa: lo hanno deciso preside e genitori del liceo classico. Il solito odioso, inutile e controproducente proibizionismo
Chi scrive era uno di quelli che non si faceva mancare una sigaretta durante la "merenda" manco morto; e proprio al liceo classico Pigafetta, dove studiai nella seconda metà degli anni '90 e dove ora il preside Giorgio Corà (il mio preside) ha deciso di vietare il rito della bionda all'aria aperta, su insistenza del Comitato Genitori. «E' scientificamente dimostrato - ha dichiarato Corà al Giornale di Vicenza l'8 gennaio - che più tardi si comincia a fumare, più facilmente si riesce a smettere. Al contrario se si inizia presto, abbandonare la sigaretta diventa un problema». Squilli di tromba per la "scelta di civiltà " in nome dell'immancabile "educazione alla salute". E via al proibizionismo, che tanto compiace i papà e le mamme queruli osservanti delle "buone regole".
Lasciamo pure stare il fatto che né un preside né nessun insegnante dovrebbe atteggiarsi a medico di famiglia elargendo dotte riflessioni che non gli competono, il problema non è la sigaretta: è la pretesa di obbligare tutti ad uno stile di vita. Essendo in stragrande maggioranza minorenni, gli alunni di un liceo sono sottoposti all'autorità educativa dei genitori: su questo non ci piove. Ecco perché i docenti dovrebbe limitarsi ad essere tali, cioè a istruire (docere), senza avventurarsi nel modellamento delle giovani menti fin dentro le lenzuola (la ridicola "educazione sessuale") o nelle abitudini private. Fra cui c'è il fumo. Insomma, i professori si facciano i fatti loro.
Purtroppo a farsi un po' troppo quelli della scuola è l'orda dei genitori perbenisti. Ora, che non permettano ai loro pargoli di accendersi la cicca a casa propria, è fuori discussione (anche se poi quelli se l'accendono appena messo fuori il piede dall'uscio). Ma che impongano il verboten anche a scuola, all'aperto, durante la pausa, è odioso, inutile e controproducente. Odioso come tutte le proibizioni inique: che accidenti di male può fare un ragazzo che si fuma una sigaretta in santa pace in cortile? Lo fa ai suoi polmoni, ribattono i salutisti. Ma la scuola, a quanto mi consta, non è un ospedale né un carcere né una caserma: ci si va per imparare, non per conformarsi a norme da Stato etico. E' un provvedimento inutile poiché un imberbe fumatore appena ne ha la possibilità trasgredirà al divieto, in quanto sciocco e oppressivo (si ripeteranno le antiche, e anche godibili, scene del bidello-sbirro che pattuglia i cessi). Ed è anche, infine, controproducente: a quell'età , in cui ormoni e cervello portano a ribellarsi all'ordine costituito, un giro di vite su qualche minuto di piacere verrà vissuto come attentato alla propria libertà , e la voglia di inalarsi il catrame nelle vene aumenterà , invece di diminuire.
Che il fumo faccia danni lo sanno anche i sassi, ormai. Lo sanno per primi loro, gli adolescenti che per sentirsi grandi e darsi un tono cominciano così presto. Ma un istituto scolastico dovrebbe limitarsi, se proprio deve, a fornire loro tutte le informazioni per evitare di farlo o per smettere subito. Punto e fine. Vietare la sigaretta en plein air (ma io invidiavo il mio mitico prof di storia e filosofia che se la gustava in splendida solitudine in uno sgabuzzino con finestra) è solo la riproduzione in piccolo della smania repressiva della nostra società , incattivita coi vizi del singolo e oltraggiosamente permissivista con le malattie collettive (smog, scarichi industriali, inceneritori, schifezze negli alimenti, cocaina che scorre a fiumi nei festini dei benpensanti). Le multinazionali del tabacco ci fanno miliardi a palate, con la loro droga legale, d'accordo. Ma siccome io, individuo con una testa, sono libero di decidere se assumere o no la tale robaccia, lo Stato non ha il diritto di costringermi a non farlo. Mentre, e nessuno può negarlo, a causa della connivenza dello Stato con l'economia del divino profitto, sono costretto a sorbirmi le scorie del sistema produttivo ogni qual volta respiro in strada, mangio cibi trattati (cioè quasi tutti) o magari vengo spinto a prendere il vaccino contro montatissime influenze mortali. Ragazzi, qualcuno mi dà da accendere?
Alessio Mannino
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Mi auguro però che il divieto riguardi anche i docenti e non solo gli studenti...