Pettenò di Rifondazione sostiene proposta leghista, Pcl: un doppio salto mortale
Domenica 2 Dicembre 2012 alle 18:47 | 0 commenti
Partito comunista dei lavoratori, Coordinamento Regionale del Veneto - La seduta straordinaria del Consiglio Regionale del Veneto, convocata il 28 novembre 2012 per dibattere i percorsi del Veneto verso l'autonomia e l'indipendenza, si è conclusa con il mandato affidato ai presidenti di Giunta e Consiglio, Luca Zaia (Lega Nord) e Clodovaldo Ruffato (PDL), di "avviare urgentemente con tutte le istituzioni dell'Unione europea e delle Nazioni Unite relazioni istituzionali che garantiscano l'indizione di una consultazione referendaria che accerti la volontà del popolo veneto" votato dalle destre (PDL e Lega Nord) e dal consigliere Pietrangelo Pettenò del PRC-FDS (nella foto un puzzle con a sx maglia leghista con cui Berlusconi con Zaia alle spalle dileggia i "comunisti" e con a dx Pietrangelo Pettenò di Rifondazione comunista, ndr)Â
La discussione in Consiglio Regionale era iniziata sulla base di un documento indipendentista e venetista che portava la firma di Foggiato (Lega Nord), Bond (Pdl) e Pettenò (PRC-FDS). La proposta referendaria registrava il voto contrario dell'IDV, l'astensione dell'UDC e l'uscita dall'aula del federalista PD.
La crisi capitalista, che ha il suo epicentro in Europa, polarizza e spezza precedenti equilibri in ambito statale e nella stessa Unione europea. In questo quadro un settore della borghesia veneta vede una possibilità di salvezza ancorandosi, come periferia subalterna, ai settori forti del capitalismo finanziario europeo. Un processo evidente in diversi Paesi (Spagna, Belgio, Gran Bretagna). La classe lavoratrice non ha nulla da guadagnare dalle piccole patrie, ma sopratutto non ha nulla da guadagnare nel rinunciare alla propria autonomia politica dalla borghesia, dai suoi partiti, dai suoi governi e dalla sue istituzioni, nazionali e regionali. Anzi, la classe lavoratrice sarebbe la prima a subirne le conseguenze in termini di aumento dello sfruttamento e di peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
L'uscita dalla crisi capitalistica presuppone la distruzione e il superamento di questo sistema capitalistico di sfruttamento e di barbarie. Un sistema che ogni giorno dimostra di non aver nulla da dare ma solo da togliere alla classe lavoratrice. Una dura lotta anticapitalista che presuppone una maggiore unità internazionalista, un maggiore coordinamento delle nostre forze, del nostro blocco sociale proletario, nella prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'Europa.
Non è sollevando la bandiera di San Marco, come fa il riformista Petteno (PRC-FDS), che i lavoratori, i precari, i disoccupati, gli studenti e le masse popolari che abitano le provincie venete salvaguardano i posti di lavoro e con essi i diritti, le tutele, i servizi pubblici, ormai largamente smantellati e privatizzati. Un arretramento che le forze della sinistra riformista, cosiddetta radicale, non ha certamente contrastato, anzi ha largamente favorito con innumerevoli tradimenti.
La firma apposta dal consigliere regionale del PRC-FDS al documento predisposto dalle destre venete esprime il livello di caduta di un ceto politico riformista ormai privo di bussola, incapace di leggere la natura della crisi capitalistica, incapace di esprimere un punto di vista autonomo, un ceto politico che si inginocchia a raccogliere le briciole che cadono dal tavolo imbandito della parte più retriva, razzista e xenofoba, della borghesia veneta. Non basta farsi fotografare ai cancelli delle fabbriche di Porto Marghera che chiudono per essere dalla parte della classe operaia, come usano fare in periodi elettorali i dirigenti del PRC-FDS, bisogna dimostrare nel campo di battaglia della lotta di classe, la propria indipendenza, la propria autonomia progettuale e politica dalla borghesia, dai suoi governi e dai suoi partiti. E' necessario coniugare ogni lotta quotidiana, ogni rivendicazione parziale (salario, orario, diritti, tutele), alla prospettiva del governo dei lavoratori, della rottura rivoluzionaria e del socialismo. Questa è la bandiera di un solo rosso colore, con i simboli dell'internazionalismo e del lavoro salariato, che innalza in ogni momento di lotta, nei cortei e nelle manifestazioni il Partito Comunista dei Lavoratori, per la Quarta Internazionale.
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