Tac - Tav, Zocca e Cattaneo di Forza Italia d'accordo con Dalla Rosa e Pd: pensiamo ai soldi! Ma ci sono? E, poi, la città per loro c'è?
Martedi 10 Luglio 2018 alle 19:46 | 0 commenti
La Tav Tac o quello che casomai sarà fa chiacchierare i vicentini, e anche alcuni foresti, ormai da anni. Per il passato a chiacchierare molto e a dire assai poco, di concreto intendo, erano allora gli esponenti della maggioranza di Achille Variati. A parte l'avvio della faccenda quando venivano dati praticamente degli aut aut ai vicentini tipo: entro ottobre, eravamo mi pare nel maggio del 2014 o pressappoco, si approva la proposta oppure salta tutto! Una proposta che era ad essere gentili un giochino scolastico.
Tanto per fare il punto, si trattava di quel progetto prodotto da "?" e finanziato da "?", che faceva passare un tubo da trenta metri di diametro sotto la Villa ai Nani, un gioiello architettonico e uno scrigno di pitture dei Tiepolo. Oppure ricordiamoci anche delle dichiarazioni dell'allora ministro Maurizio Lupi, che, sempre se la memoria mi sorregge, aveva assicurato il sindaco Variati e naturalmente anche il mondo dell'imprenditoria che erano già belli e pronti tre miliardi di euro, mica uno scherzo. Addirittura quanto, si diceva, bastava per affrontare immediatamente il completamento della tratta Vicenza/Verona e dall'altra parte, guarda un po'. anche quella Vicenza/Padova.
Ora sappiamo bene che con l'arrivo del ministro Graziano Delrio, le cose non sono rimaste così come erano state promesse. Adesso vi è un altro governo a Roma ma anche a Vicenza e a chiacchierare è, almeno in parte, l'attuale maggioranza. Dalla qual cosa si potrebbe, forzando la mano, stabilire che i chiacchieroni sono frutto naturale della appartenenza alla maggioranza. Ma così non è. Il fatto che un paio di amici di Forza Italia (Marco Zocca e Roberto Cattaneo, ndr) si pongano sulla stessa onda di altri (Otello Dalla Rosa e Partito Democratico, ndr) che amici non lo sono, non fa meraviglia. Siamo il Paese dei Campanili e a Vicenza di campanili ve ne sono in abbondanza.
Il gruppo di FI che fa parte della maggioranza guidata da Francesco Rucco ritiene, si legge sul GdV odierno, che «l'amministrazione abbia la possibilità di verificare il progetto» ma ricordano come la grande opera «porti con sé importanti finanziamenti statali per una serie di opere compensative che nessuna città sarebbe nella condizione economica di poter sviluppare». Poi insiste sui denari per i filobus, e specificatamente «Manifestiamo tutta la nostra preoccupazione che determinate affermazioni pubbliche negative comportino prese di posizione a Roma che possano pregiudicare il finanziamento». L'opposizione ci aveva accostato anche un'altra bella manciata di milioni, pare fossero 44 (per la linea dei filobus, che poi sono bus elettrici, ndr).
Briciole se vogliamo riferirci alle parole dell'ex ministro Lupi, ma sempre una bella montagnola di soldi. Il fatto è che, se ci sono d'avvero, non si perderanno. Ma la certezza che ci siano da dove viene se non da dichiarazioni che volano come farfalle nel vento della nostra estate calorosa. Sulla Tav/Tac ecc. nessuno di questi e dei precedenti chiacchieroni ha posto l'attenzione sul destino delle decine di espropriandi, la cui sorte, nella passata amministrazione è stata affidata a gente che non aveva alcuna sensibilità nei loro confronti tanto da mandare ad ognuno alla vigilia del Natale la assai poco piacevole comunicazione che era nell'elenco malefico rimandando, però, eventuali incontri informativi a dopo la Epifania.
In un Paese serio un dirigente che scherza in questo modo con la sensibilità dei cittadini, che secondo la Costituzione fanno parte del popolo sovrano, sarebbe stato invitato a prolungare le sue ferie. Ma di molto. Da cittadino, non da espropriando, ma un pochino attento alle cose della res publica, tra cui anche l'impatto ambientale sulla città della "vecchia" ipotesi, rimango perplesso di fronte a qualche esternazione che mi limito a collocare nella sfera del protagonismo, augurando che sia solo un fatto personale e non una scelta di contrapposizione politica. Amen.
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