Per non dimenticare, contro tutte le discriminazioni
Martedi 26 Gennaio 2010 alle 16:17 | 0 commenti
In occasione della Giornata della Memoria (27 gennaio) riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giorgio Langella
Quest'anno ricorre il 65° anniversario del 27 gennaio 1945. In quella data le truppe sovietiche entrarono nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, abbattendone i cancelli. Questa azione resta nella memoria dell'umanità come il simbolo della definitiva scoperta di un progetto di distruzione e morte che non ha eguale nella storia recente e antica.Â
Grazie all'incubo della memoria dei sopravvissuti, come fu definito da Primo Levi, l'umanità ha potuto conoscere il genocidio sistematico perpetuato, in nome di una folle teoria razziale, nei confronti di milioni di persone "colpevoli" di non appartenere alla "razza superiore" o solamente perché considerate "diverse".
Anche se è impossibile conoscerne il numero esatto, le stime indicano in circa sei milioni le vittime ebree e in circa cinque milioni i civili uccisi perché zingari, serbi, politici oppositori del nazifascismo, omosessuali, testimoni di Geova, disabili o perché genericamente
ritenuti "antisociali".
Riconoscendo il 27 gennaio come GIORNATA DELLA MEMORIA, la Repubblica Italiana vuole che resti vivo il ricordo delle vittime dello sterminio nazifascista.
Stiamo vivendo un'epoca nella quale la memoria ha perso significato. Fatti di razzismo, xenofobia e discriminazione contro il "diverso" sono all'ordine del giorno. Sono sentimenti di odio che fanno breccia lentamente nelle menti e che si consolidano nell'opinione pubblica, trasformando l'accoglienza in respingimento. Non possiamo restare indifferenti a questo declino della democrazia. Il silenzio produce mostri. Dobbiamo denunciare con forza ogni discriminazione, ogni violenza, ogni razzismo. Il ruolo dell'informazione, libera e attenta, è fondamentale.
Oggi, più che mai, è importante avere memoria di quello che è successo perché non possa accadere mai più in nessuna forma.
Giorgio Langella
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