Pedemontana Veneta, Moretti: non vorrei finisse stritolata in una guerra tra banche
Giovedi 21 Luglio 2016 alle 10:48 | 0 commenti
Il blocco dei cantieri e degli indennizzi per chi s’è visto portar via i terreni. Millecinquecento tra operai e professionisti a spasso. Un contenzioso giudiziario epocale per la Regione, il consorzio di costruzione Sis, chiunque sia venuto in qualche modo a contatto col progetto. Ma soprattutto uno scempio ambientale devastante, con un nastro d’asfalto lungo una trentina di chilometri che si perde nel nulla e non serve a nulla, peggio della Valdastico Nord. È questo lo scenario che il governatore Luca Zaia e il commissario della Superstrada Pedemontana Veneta (la Spv) Silvano Vernizzi tratteggeranno oggi, giovedì, al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, nel corso dell’incontro previsto a Roma, nel tentativo di convincerlo a sbloccare l’impasse venutasi a creare nell’emissione da parte di JP Morgan del project bond da 1,6 miliardi indispensabile per dare copertura al piano finanziario della Grande Opera (tecnicamente si tratta del closing bancario).
Uno stallo che sarebbe da imputare alla Cassa Depositi e Prestiti, controllata dal ministero delle Finanze. Secondo il Consorzio Sis, che vede l’impresa piemontese Dogliani in società con gli spagnoli di Sacyr, Jp Morgan sarebbe infatti pronta da un anno ad emettere il bond, con un tasso di remunerazione previsto attorno all’8%, e per procedere attenderebbe soltanto il via libera della Cdp, una sorta di placet sull’operazione, una garanzia, che secondo la società finanziaria di New York sarebbe indispensabile per rassicurare gli investitori sulla tenuta dell’operazione e convincerli a puntare sull’obbligazione. Cdp però non acconsente. Perché? Secondo alcune ricostruzioni avrebbe sollevato dubbi sull’attendibilità dei flussi di traffico, da cui dipendono gli incassi (la superstrada sarà a pagamento) e dunque il rimborso del bond miliardario, anche per via di quel che sta accadendo sulla BreBeMi in Lombardia.
E qui s’innestano i dubbi della capogruppo dem in Regione Alessandra Moretti, che martedì ha visto Zaia e molto si sta spendendo per convincere il governo a sciogliere il nodo: «Nel luglio 2014 Cdp si propose a Sis per finanziare il progetto insieme a Unicredit, Intesa-San Paolo e Banco Santander con un mutuo decennale rinnovabile ma il consorzio rifiutò l’offerta, preferendo accettare quella poi presentata nel febbraio 2015 da Jp Morgan. A giugno dello stesso anno Jp Morgan presentò le analisi sui flussi di traffico, le stesse che oggi vengono contestate da Cdp, che però non pareva così dubbiosa nel 2014, quando tentò di entrare in gioco col pool di banche. Eppure all’epoca le previsioni di traffico, in piena crisi economica, erano perfino peggiori di oggi. Cosa sta succedendo? - si chiede Moretti -. La Pedemontana è un’opera fondamentale per il Veneto e per il Paese, non vorrei che finisse stritolata in una guerra tra banche. Deve intervenire il governo, che è sempre stato a favore della Spv, come dimostra anche la scelta di Renzi due anni fa di rinnovare la gestione commissariale». Ci si chiederà : possibile che si parta con un progetto tanto mastodontico (2,2 miliardi di euro in project financing per 94 chilometri, la metà dei quali in trincea) senza avere certezza della disponibilità dei fondi?
Vernizzi ha sempre rassicurato: «È un problema del consorzio, non nostro. Se mai le cose dovessero andar male, abbiamo in mano fidejussioni per 87 milioni, potremo chiedere i danni e rimetteremmo semplicemente in gara ciò che resta da finire: state tranquilli che qualcuno disposto a chiudere i lavori lo troviamo». Intanto però si va avanti solo grazie al contributo pubblico (615 milioni), gravato dai cronici ritardi dei bilanci di Stato e Regione che hanno determinato da novembre ad aprile uno stop ai pagamenti agli espropriati e alle imprese subappaltatrici (negli ultimi mesi sono stati liquidati in tutta fretta 98 milioni), con slittamenti di 200-240 giorni e oltre. «Non possiamo nascondere la forte preoccupazione delle imprese - dice Antonio Vescovi, presidente dei costruttori di Confindustria Vicenza - a fronte dell’evidente stallo in cui versa l’operazione finanziaria». Gli fa eco Fiorenzo Corazza, suo omologo in Unindustria Treviso: «Lasciare incompiuta la Pedemontana sarebbe un disastro, dobbiamo evitarlo a tutti i costi».
Di Marco Bonet, da Il Corriere del Veneto
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