Quotidiano | Categorie: Sindacati

Prende slancio da Greta Alto Vicentino la lotta per le Rsu dei lavoratori

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 3 Agosto 2013 alle 10:54 | 0 commenti

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Luc Thibault è un delegato della RSU/USB Greta Alto Vicentino, ma noi lo conosciamo da tempo soprattutto come un "sindacalista di strada", senza altri interessi che non la tutela dei lavoratori, senza aspirazioni di distacchi aziendali e di chissà quali altri benefici per la casta degli pseudo sindacalisti denunciata nel libro del giornalsita Stefano Livadiotti (L' altra casta. Privilegi. Carriere. Misfatti e fatturati da multinazionale. L'inchiesta sul sindacato), tra prebende e appalti di favore per ditte e cooperative "collegate" a se stessi e a propri familiari o prestanome.

Luc Thibault, francese da decenni a Schio dove è arrivato perché vi ha trovato (e perso per malattia) una moglie che gli ha dato due figli anche loro alle prese con le difficoltà dei giovani d'oggi, è sempre presente in azienda per difendere e tutelare i suoi colleghi, per far sì che anche le loro morti per incidenti sul lavoro, un nome per tutti quello del ventiseienne Raffaele Sorgato, servano almeno ad evitare che ne avvengano di nuovi, va alle manifestazioni, in città, provincia, regione, a Roma, a Milano e ovunque lo chiami la sua sensibilità di lavoratore prima ancora che di delegato sindacale: «bisogna partecipare in prima persona alle lotte per i propri diritti rimuovendo le paure e i ricatti, che nascono dai padroni spesso, troppo spesso coperti da chi dovrebbe stare dalla parte dei lavoratori» è il suo mantra, da sindacalista di "base e conflittale" che aggiunge: «non voglio incarichi dirigenziali nel sindacato, anche nella mia Usb, sarei costretto a compromessi ...».

Ma "di base e conflittuale" per Luc Thibault, che sa apprezzare anche alcuni "padroni e dirigenti", di cui con noi fa onestamente nomi e cognomi, come fa nomi e cognomi di ex dirigenti Pd ed ex funzionari Cgil allocati lautamente nei vari Cda, non significa escludente.

Anzi è lunga la sua battaglia prima, ovviamente, per non far tagliar fuori Usb dalle trattative, ora, paradossalmente, per convincere Cgil, Cisl e Uil a recuperare la loro matrice sindacale, oggi spesso ricondotta solo alla difesa del "meno peggio", e non farsi "tagliar fuori" da lavoratori che vedono la triplice sempre più lontana dai loro problemi.

La denuncia appello di Luc Thibault, che nasce con l'intento anche di informare sui meccanismi che regolano e limitano oggi le attività sindacali "sul campo" e non nelle "segrete stanze del potere", e che pubblichiamo di seguito, con la nostra personale adesione, nasce da questa volontà di trovare una rappresentanza più forte dei e per i  lavoratori, non solo di quelli griffati Cgil, Cisl, Uil (e Ugl), per la Rsu di Greta.

Ma questa lotta il francese di Schio, che è «sempre più deluso da questa Italia», la vuole «portare a livello nazionale» al di là delle aperture attuali della Cgil vicentina, «che pure dovrebbe ricordarsi più spesso delle esclusioni che subisce anche la sua Fiom Cgil, e magari prima di esserci costretta dalle assemblee dei lavoratori, come quella di Greta».

Parola di Luc che crede in quello che fa e che ultimamente, ce lo ha confidato chiedendoci di non scriverlo, ma noi non possiamo tacerlo, pur riferendolo senza drammatizzare, ha «ricevuto nuove minacce per la sua posizione lavorativa e non solo».

Il direttore

 

 

Greta Alto Vicentino, per una Rsu dei lavoratori 

di Luc Thibault, Delegato RSU/USB Greta Alto Vicentino

 

Giovedì 18 luglio l'assemblea dei lavoratori della Greta Alto Vicentino Ambiente, decideva a maggioranza di mandare una lettera e tutte le sigle sindacali per sapere cosa intendevano per le elezione delle RSU e più particolarmente per il 5 agosto, data della scadenza per indire le elezioni (vedi SchioThienePiù di ieri).  Il 2 agosto la Cgil dichiarava di partecipare alle elezioni. Ad oggi sembra che sia l'unica organizzazione a volere partecipare. La nostra battaglia per la RSU deve essere spiegata ai lettori.
La RSU è l'acronimo per "Rappresentanza Sindacale Unitaria" ed è un organo di rappresentanza sindacale all'interno dei luoghi di lavoro, siano essi pubblici o privati. L'RSU viene eletta da tutti i lavoratori presenti in azienda, indipendentemente dal fatto che essi siano o meno iscritti ad una sigla sindacale. Dal momento che la RSU viene eletta da tutti i lavoratori, ha la rappresentanza generale di questi e partecipa alla contrattazione aziendale. La RSU è stata introdotta agli inizi degli anni '90, andando a sostituire nella maggior parte dei casi le RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali). In particolare, nel 1993 è stato siglato un Accordo Interconfederale tra CIGL, CISL, UIL e Confindustria, in cui è stato stabilito che le Organizzazoni Sindacali che intendono partecipare alle elezioni delle RSU devono rinunciare all'utilizzo delle RSA. Coloro i quali vengono eletti all'interno delle RSU non appartengono ad una specifica sigla sindacale, ma sono dei lavoratori che rappresentano le esigenze degli altri lavoratori. La carica è triennale e, in seguito alla scadenza dell'incarico, si tengono nuove elezioni per eleggere dei nuovi rappresentanti.
L'accordo del 31 maggio, firmato dei confederali e confindustria disegna un sistema escludente e autoreferenziale (vedi qui testo dell'accordo). Anzitutto esclude a monte tutte le organizzazioni sindacali diverse da Cgil, Cisl e Uil o che comunque, in un secondo momento, non accetteranno la linea dettata dalle tre confederazioni. Cioè, se non condividi l'accordo del 31 maggio, sei fuori! Il sistema prevede la misurazione della rappresentatività facendo una media tra la percentuale degli iscritti al sindacato e la percentuale di voti ottenuti nelle elezioni RSU, su base nazionale e per comparto contrattuale. Se superi il 5% allora puoi sederti al tavolo delle trattativa per il contratto nazionale, altrimenti sei fuori.
Il sistema non soltanto riproduce nel privato l'esclusione de facto dei sindacati conflittuali e di base, che spesso sono molto radicati e rappresentativi in alcuni luoghi ma che difficilmente raggiungono il 5% su scala nazionale, ma è persino peggiorativo. In questo senso, lascia aperte moltissime preoccupazioni per quello che potrà succedere a livello aziendale, in tema di diritti e libertà sindacali, man mano che gli effetti dell'accordo ricadranno sui livelli inferiori.
L'accordo del 31 maggio si preoccupa anzitutto e soprattutto di disciplinare e mettere sotto controllo le realtà aziendali e categoriali che eventualmente non dovessero attenersi alle indicazioni del centro. E non importa che siano USB, delegati della Cgil o della Cisl, gruppi auto organizzati di lavoratori eccetera, importa evitare che si possano organizzare focolai di resistenza e di conflitto, laddove il centro ha invece deciso che deve regnare la calma.
La prima regola prevede che laddove non siano già costituite delle RSU elette, "il passaggio alle elezioni delle RSU potrà avvenire solo se definito unitariamente dalle Federazioni aderenti alle Confederazioni firmatarie il presente accordo". La seconda, che rappresenta un'autentica new entry, stabilisce una sorta di mandato imperativo per i delegati RSU. Cioè, "il cambiamento di appartenenza sindacale da parte di un componente la RSU ne determina la decadenza dalla carica".
Noi crediamo che il diritto di organizzarsi sul posto di lavoro e di scegliere i propri rappresentanti a livello nazionale non sia delle organizzazioni sindacali ma di ciascuna donna e di ciascun uomo che lavora.
Crediamo che non possa esserci mai nessuno scambio tra la rappresentanza democratica e i diritti costituzionalmente garantiti di poter lottare per ottenere migliori e più dignitose condizioni di lavoro e di vita.
Crediamo infine che questa materia necessiti di una legge e che non sia possibile trattarla attraverso accordi privati che escludono altre formazioni sindacali e che soprattutto non rispettano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
La sentenza della Corte Costituzionale sulla costituzionalità dell'Articolo 19 dello Statuto dei lavoratori come modificato dal Referendum del 1995 rende inservibile l'accordo sulla rappresentanza del 31 maggio scorso e rende improcrastinabile la riassunzione da parte del Parlamento delle proprie prerogative legislative anche sulle materie che riguardano la democrazia nei luoghi di lavoro. La sentenza, pur importante perché dichiara illegittima "la previsione che assegna ai soli firmatari di contratti la possibilità di costituire proprie Rappresentanze Sindacali Aziendali", non definisce i criteri per l'individuazione delle organizzazioni da ammettere ai tavoli negoziali, continuando così ad attribuire al padronato la facoltà di scegliersi i propri interlocutori.
USB, auspicando che le motivazioni estese dalla sentenza della Corte prevedano anche la necessità di una legge che finalmente regoli la rappresentanza e la rappresentatività nei luoghi di lavoro, continua la sua battaglia contro l'accordo di privatizzazione della rappresentanza raggiunto il 31 maggio tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria e per ottenere una legge che restituisca alle lavoratrici e ai lavoratori i loro nei luoghi di lavoro.
La nostra battaglia in Greta deve essere un monito per tutti i lavoratori.
I lavoratori vogliono decidere del loro futuro, i sindacati confederali hanno già scelto per loro con l'accordo del 31 maggio scorso!
L'accordo sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil per l'Expo di Milano è l'ennesima dimostrazione che l'unico interesse di queste pseudo organizzazioni sindacali è l'autoconservazione delle proprie burocrazie che passa attraverso il sacrificio dei milioni di donne e di uomini che vedono erosi diritti e salario. Ed i lavoratori del settore? Hanno partecipato democraticamente alla stesura e all'approvazione di questa piattaforma? Ne conoscono i contenuti? Perché alla Greta, nessuno è venuto a parlarci degli accordi sulla produttività o sull'accordo del 31 maggio?
Il "vulnus democratico" messo in evidenza dalla recente sentenza sulla Rappresentanza Sindacale della Corte Costituzionale e che noi denunciamo da oltre 20 anni ha permesso a lorsignori di smantellare il diritto del lavoro di questo paese e di vanificare le conquiste raggiunte con le lotte ed il sangue dei lavoratori. Questo accordo vergogna ne è l'ultimo frutto avvelenato, ora serve immediatamente una legge che riporti democrazia e libertà nel mondo del lavoro, contro il monopolio di Cgil, Cisl e Uil e le discriminazioni delle aziende che sino ad oggi continuano a scegliere i propri interlocutori sindacali per sottoscrivere accordi e contratti sempre peggiori per i lavoratori.
Non lasciamo che passi questa ennesima vergogna. Chiamiamo tutti i lavoratori a darci il loro sostegno.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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