Ossigeno: criticano magistrato, condannati due suoi giornalisti ma VicenzaPiù non si arrende: "andremo in appello"
Martedi 16 Ottobre 2012 alle 22:49 | 0 commenti
Ossigeno per l'informazione. Osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia promosso da Fnsi e Ordine dei giornalisti. Con il sostegno degli ordini regionali di: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia e Veneto
Il Tribunale di Trento ha condannato per diffamazione a mezzo stampa due giornalisti, il collaboratore Marco Milioni e il direttore responsabile del quindicinale VicenzaPiù, Giovanni Coviello. E’ stata comminata una multa di 800 euro.
La decisione è arrivata il 15 ottobre, al termine del procedimento originato dalla querela del magistrato vicentino Paolo Pecori, che ricopre l’incarico di sostituto procuratore.
La querela si riferisce ad un articolo pubblicato il 28 gennaio 2011 in cui Marco Milioni ha ripetuto ciò che aveva già pubblicato quattro giorni prima su ilfattoquotidiano.it. Ha avanzato dubbi sulla compatibilità ambientale del magistrato in considerazione del fatto che due suoi figli esercitano la professione di avvocato nel distretto vicentino, e uno di loro è assessore agli affari legali del Comune capoluogo.
Coviello e Milioni hanno deciso di ricorrere in appello. Dopo la sentenza hanno ricevuto vari messaggi di solidarietà , cui si aggiunge quello di Ossigeno.
“I giornali hanno il compito ingrato di fare domande sgradite. Esistono proprio per questo. Spero – ha dichiarato Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno – che prima o poi, come avviene nei paesi civili, anche in Italia ai giornalisti sia consentito di fare domande, di esprimere legittimi dubbi e critiche anche sul comportamento di un magistrato, sul suo operato e sulle sue relazioni sociali senza per questo essere trascinati in tribunale. Occorre rispettare e proteggere il lavoro dei magistrati. Ma questo non può avvenire a danno del diritto di cronaca e di critica dei giornalisti e del diritto dei cittadini di essere informati. Sono già troppo numerosi gli episodi di magistrati che si difendono dalle critiche querelando i giornalisti, citandoli in giudizio senza neppure chiedere una rettifica: cioè senza battere la strada migliore per ristabilire la verità â€.
“Né le condanne penali né le querele dei vari dottor Pecori fermeranno l’azione di divulgazione della verità â€, hanno dichiarato i due giornalisti. “La documentazione copiosissima che il tribunale di Trento si è rifiutato di accogliere – hanno aggiunto – sarà inviata per conoscenza al presidente della Repubblica per quanto di sua competenza in qualità di presidente del Csmâ€.
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