Olimpias e capitalismo cialtrone: Benetton 'non c'è'
Giovedi 6 Maggio 2010 alle 21:22 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della sinistra, PdCI, PRC Vicenza - La Olimpias di Grumolo delle Abbadesse chiude. Con assoluto disprezzo dei lavoratori nessun rappresentante del gruppo Benetton (proprietario della Olimpias) ha partecipato all'incontro presso il ministero.
Così, in assenza dei rappresentanti padronali, un'altra fabbrica chiude.
Centotrenta lavoratori resteranno senza lavoro. E non perché Benetton sia in perdita, anzi.
Dai giornali si apprende che l'utile netto del gruppo è stato, nel 2009, di ben 122 milioni di euro. Da questa vertenza, come da tante altre, si capisce cos'è il capitalismo e quello italiano in particolare. Un capitalismo cialtrone che fa unicamente gli interessi di una casta di pochi, ricchissimi, eletti. Ma si capisce anche che governo e istituzioni hanno (o vogliono avere?) pochissima forza contrattuale e non riescono (o non vogliono?) arginare il declino industriale del nostro paese. Ormai i padroni fanno (e soprattutto disfano) quello che vogliono. E lo fanno con arroganza. Dicono che la colpa principale della crisi è del sistema pensionistico e di un lavoro che costa troppo. Ma pensioni e salari sono ormai al limite della decenza. Garantiscono, e forse, la sola sopravvivenza. Nella Costituzione è scritto che il lavoro è il primo diritto. Come è scritto che la Repubblica deve garantirlo. Le istituzioni dovrebbero agire a costo di far dispiacere alla confindustria intervenendo con giustizia e severità verso chi si rende colpevole di cancellare posti di lavoro. Chiudere una fabbrica, cancellare posti di lavoro, significa sottrarre ricchezza a ognuno di noi.
Ancora una volta i lavoratori pagano per rendere sempre più ricchi gli imprenditori. Ai lavoratori dell'Olimpias va la nostra totale solidarietà . A chi chiude le fabbriche va la nostra avversione. A tutti i democratici che si richiamano alla costituzione va il nostro appello per unire le forze e lottare perché il lavoro sia garantito a ogni cittadino.
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