Da Sole 24 Ore: assunzioni 2014 per provincia, segnali miglioramento a NordEst, Vicenza+8%
Lunedi 1 Settembre 2014 alle 10:03 | 0 commenti
Qualche segnale di ripresa a Nord Est, partendo da Bolzano e Trento per seguire poi un'ideale direttrice tra il Veneto (con Vicenza che passa a 6.650 assunzioni previste con un incremento di 500 unità sul 2013 per un 8% in più) e l'Emilia, prima di tornare ai dati preoccupanti di Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna. E' la mappa delle assunzioni previste dalle imprese per il 2014, basata sulla banca dati Excelsior di UnionCamere e rielaborata nella classifica del Sole 24 Ore che oggi, lunedì 1° settembre, presenta la mappa degli andamenti occupazionali provincia per provincia e che pubblichiamo per sua gentile concessione. Con il numero di posti previsti e con il confronto rispetto al 2013.
Il quadro complessivo è purtroppo preoccupante, ma questa non è una notizia, nel panorama di crisi. Qualche spiraglio positivo, però, si coglie, se è vero che a livello nazionale si stima comunque una crescita nell'offerta di 386mila posti. Ma accanto a province che presentano un confronto positivo con il 2013 (come numeri assoluti, sono in testa Milano, Roma, Torino e Napoli, ma come incremento percentuale sull'anno scorso spiccano Verona, Padova, Trento e qualche buon segnale vhttp://www.vicenzapiu.com/documenti/Il%20Sole%2024%20iene anche dalla Sicilia), quasi la metà dei territori presenta un dato negativo rispetto allo scorso anno. Che si innesta poi sulle note difficoltà della ricerca di posizioni non coperte (il mismatch tra domanda e offerta, con posti disponibili per professionalità introvabili) e sui numeri drammatici della disoccupazione giovanile. Tutti i risultati della classifica delle assunzioni attese nelle province italiane sono consultabili cliccando su pagina 18 e su pagina 19 del Sole 24 Ore, con un confronto tra i dati 2013 e i dati 2014 mentre gli articoli a corredo sono riportati di seguito..
Le classifiche del Sole 24 Ore
Tra le offerte di lavoro un po' di luce a Nord-Est
In crescita anche Roma e Milano in un panorama sempre difficile
Pagine a cura di
Francesca Barbieri
Da un lato, la disoccupazione ai massimi storici. Dall'altro, qualche timido segnale di ripresa. Da un altro lato ancora, posti che restano vuoti. Dopo l'ennesimo campanello d'allarme suonato dall'Istat venerdì scorso (il tasso di senza lavoro a luglio è balzato al 12,6%) e malgrado la difficoltà di reperimento sia in calo - quest'anno interessa il 10% delle assunzioni preventivate nell'industria e nei servizi, in base alle previsioni delle imprese per tutto il 2014 contenute nella banca dati Excelsior di Unioncamere -, non si azzera del tutto il mismatch tra domanda e offerta per diversi profili. Tra quelli più qualificati, restano "introvabili" circa 2mila analisti e progettisti di software su 5.500, 1.700 tecnici delle vendite e della distribuzione su 8mila, mille programmatori su 3.400. Carente formazione o modesta esperienza accompagnano la difficile richiesta, invece, di manodopera, in cui spiccano le "assenze" di attrezzisti di macchine utensili e di meccanici e montatori industriali. In tutto, le "primule rosse" sono oltre 45mila tra i non stagionali.
E anche se il confronto con le uscite dal mercato del lavoro resta negativo (considerando anche l'agricoltura, a 1,4 milioni di entrate si contrappongono 1,5 milioni di uscite), timidi spiragli di luce sull'autunno che verrà riguardano le assunzioni di operai specializzati, conduttori d'impianti, addetti alle vendite, ingegneri, soprattutto nelle regioni del Nord-Est.
È la sintesi della classifica del Sole 24 Ore che ha messo sotto la lente le previsioni di assunzione delle imprese. Quelle non stagionali, sulla carta, sono indicate in 386mila: rispetto all'anno scorso i segnali più positivi arrivano da alcune regioni del Nord-Est. In particolare, sembra rialzare la testa il Veneto, duramente colpito dalla crisi economica di questi anni. In quest'area nel 2014 sono programmate oltre 62mila assunzioni: 39mila non stagionali e nel 21% dei casi a tempo indeterminato. Le new entry dovrebbero aumentare del 12% rispetto al 2013, anno in cui si è toccato il fondo. Un aumento che è in linea con la media del Nord-Est (+13%, con la miglior performance nel Trentino-Alto Adige, +19%) ed è superiore a quella nazionale (+9%).
«Il contesto economico resta fortemente critico - commenta Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere - ma, tra mille cautele, le imprese intensificano gli investimenti sul capitale umano, perché è la chiave principale per innovare e competere in qualità . Perciò aumentano le aziende che assumeranno, a cominciare da quelle più orientate ai mercati esteri. Questo spiega in parte i segnali positivi che si registrano nel Nord-Est del Paese. E poi, sebbene il saldo resti negativo, tornano a crescere le entrate programmate».
Restringendo l'obiettivo sul territorio, nelle prime posizioni - in base al valore assoluto di assunzioni non stagionali - dopo le metropoli Milano, Roma, Torino, Napoli, troviamo quasi tutte le province venete, a partire da Verona (al settimo posto), Venezia (11ª), Padova (12ª) e Vicenza (13ª). A Padova, in particolare, si registra uno dei trend migliori rispetto al 2013 (+20%) e le imprese segnalano difficoltà nel settore chimico, farmaceutico e della plastica, dove circa un quarto dei profili è arduo da trovare. Difficoltà abbastanza marcate (superiori al 20%) sono attese anche nelle costruzioni, nelle industrie del legno, in quelle elettriche e nell'Ict.
Nelle ultime posizioni della classifica provinciale troviamo molte città del Sud - Enna, Vibo Valentia, Oristano e Isernia -, ma anche le "settentrionali" Vercelli e Gorizia registrano meno di mille assunzioni non stagionali programmate. E mettendo sotto la lente le variazioni annue, risultano in perdita diverse province del Nord tra cui le lombarde Brescia (che pur resta sesta come numero assoluto di assunzioni), Bergamo, Lecco, Varese e Pavia. Tra il 2013 e il 2014 - osservano da Unioncamere - in particolare l'area bresciana risulta in controtendenza rispetto alla Lombardia, dove il numero di assunzioni è in aumento (+6% in generale e +1% quelle non stagionali).
Al Sud, invece, spiragli di ripresa a Messina (+39% di assunzioni programmate) grazie all'aumento dei posti stabili (dal 20 al 27%), mentre sono diminuiti quelli a termine e i contratti atipici (-5%). Il "tasso di assunzione" è passato dal 6,5% del 2013 all'8%, percentuale superiore sia alla media regionale che a quella nazionale.
«Le imprese chiedono personale con un certo livello di esperienza - conclude Gagliardi -, anche nel caso dei giovani: per questo è urgente ridurre il gap tra scuola e lavoro, sull'esempio del modello duale tedesco (si veda anche a pagina 7, ndr). Il governo italiano, nel 2012, ha sottoscritto un accordo con Berlino per promuovere anche da noi quel modello e tra Unioncamere e l'associazione delle Camere tedesche esiste un protocollo d'intesa su questi temi. È il momento perché quei semi diano frutto».
Gli incentivi
Il labirinto dei bonus per favorire l'occupazione
Di Alessandro Rota Porta
In periodi di crisi economica come quello attuale abbattere il costo del lavoro diventa un'esigenza primaria: riuscire a cogliere incentivi sulle assunzioni è però una strada impervia. Non solo non esiste un contenitore normativo organico a cui far riferimento (più volte le deleghe a riordinare la materia, demandate dal legislatore al governo sono cadute nel vuoto), ma gli stessi meccanismi operativi si presentano piuttosto complessi: intanto, perché quasi mai i bonus - così come vengono licenziati a livello legislativo - sono immediatamente fruibili, necessitando di disposizioni attuative emanate a distanza; poi, perché occorre far riferimento alle condizioni generali di fruizione e a quelle specificatamente richieste dai singoli incentivi.
Scorrendo il panorama delle misure disponibili, i datori di lavoro che vogliano accaparrarsi uno sconto contributivo o fiscale, in fase di inquadramento di nuovo personale, devono ricercare lavoratori che possano portare in dote i bonus, vagliando il loro status occupazionale al momento dell'assunzione.
Gli strumenti più recenti sono stati licenziati con il Dl 91/2014 (decreto competitività ) e riguardano le aziende agricole: chi assume giovani a tempo indeterminato (o a termine con durata almeno triennale e occupazione minima garantita) può godere di un incentivo sulla contribuzione pari a 1/3 della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali. Le domande vanno presentate all'Inps e il bonus è riconosciuto in base all'ordine cronologico delle domande: sul punto è però necessario attendere le istruzioni dell'istituto.
Sempre legato alla categoria dei "giovani", c'è l'incentivo del Dl 76/2013, riservato a soggetti "svantaggiati" e correlato ad assunzioni a tempo indeterminato o alla stabilizzazione di lavoratori assunti con contratto a termine: la misura corrisponde a un terzo dello stipendio mensile lordo imponibile ai fini previdenziali, con un tetto di 650 euro al mese, per 18 mesi al massimo (che scendono a 12 in caso di trasformazione del rapporto a tempo indeterminato).
Esaminando le altre agevolazioni, ve ne sono alcune che puntano a favorire la ricollocazione di lavoratori over 50 disoccupati da oltre 12 mesi e donne di qualsiasi età , prive di un impiego retribuito da almeno 24 mesi (o da 6 mesi con riferimento alle donne rientranti in settori o residenti in aree geografiche ad elevato tasso di disoccupazione): queste prevedono l'abbattimento del 50% dei contributi Inps e Inail, per 18 mesi in caso di assunzioni a tempo indeterminato e fino a 12 per i contratti a termine.
Con riguardo ai lavoratori disoccupati o iscritti alle liste di mobilità si segnalano altresì gli incentivi derivanti dalla loro riassunzione, rispettivamente ai sensi delle leggi 407/90 e 223/91: in alcune ipotesi si può ottenere l'abbattimento totale della contribuzione Inps, per 36 mesi.
Da ricordare altresì lo sgravio riservato ai titolari di Aspi, che portano in dote al datore che li ricolloca il 50% dell'indennità che sarebbe loro spettata, per il residuo periodo di trattamento.
Infine, sono stati sbloccati dal provvedimento attuativo del Mise (decreto 28 luglio 2014) le agevolazioni legate all'assunzione di personale qualificato nella ricerca.
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