Risorse idriche, territorio e difesa del suolo: martedì convegno di Ance Veneto
Sabato 26 Novembre 2011 alle 13:21 | 1 commenti
Ance Veneto - Cinque proposte finanziarie e una operativo-programmatica per uscire dall'emergenza idrogeologica in Veneto. A porle al centro del dibattito pubblico e politico sarà Ance Veneto, l'associazione regionale dei costruttori edili, che ha promosso per martedì 29 novembre un convegno che si terrà a Palazzo Bonin Longare a partire dalle 15 dal titolo Risorse idriche, territorio e difesa del suolo: come combattere il rischio idrogeologico. Il convegno rientra negli appuntamenti di approfondimento sui temi economici e del territorio promossi da Ance Veneto ed EST, Edilizia Sviluppo Territorio, bimestrale economico dell'Associazione dei costruttori.
«Conosciamo bene - spiega Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto - quali interventi sono necessari per mettere in sicurezza il Veneto dal rischio idrogeologico. Il problema è come reperire i fondi necessari oggi alla nostra regione (2,7 miliardi), in un periodo di estreme delicatezza per le finanze pubbliche. Noi siamo convinti, ad ogni modo, che tra le pieghe della finanza pubblica regionale e da ipotesi innovative di federalismo fiscale si possano trovare i fondi per sostenere un progetto graduale, ma ben definito nelle scadenze, perché il piano di mitigazione del rischio-idrogeologico individuato dalla Commissione grandi rischi voluta dalla Regione venga applicato interamente».
Per Ance Veneto, inoltre, è necessario una nuova organizzazione nella gestione della risorsa acqua e un coordinamento tra tutti i soggetti che oggi concorrono alla difesa del suolo.
«L'attuale assetto organizzativo delle strutture regionali - continua Schiavo - frammenta le competenze e le attività svolte sulle rete idrografica e diventa difficile avere un quadro d'insieme completo sia delle esigenze di intervento, sia dell'efficacia delle azioni svolte. Credo sia necessaria un'unica regia sotto cui collocare tutte le attività che concorrono alla difesa del suolo».
Le proposte che saranno presentate a Vicenza martedì prossimo saranno discusse, dopo il saluto iniziale di Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Vicenza, dal prefetto Perla Stancari, commissario straordinario per l'emergenza alluvione in Veneto, dal prof. Luigi D'Alpaos, docente di Idrodinamica dell'Università di Padova che ha redatto il piano di mitigazione del rischio-idrogeologico, da Tiziano Pinato della Direzione Difesa del suolo della Regione Veneto, dal prof. Luca Antonini, presidente della Commissione ministeriale per l'attuazione del federalismo (Copaff) e dagli assessori regionali Roberto Ciambetti, al Bilancio, e Maurizio Conte, Ambiente.
«Le idee che verranno discusse - conclude infine Schiavo - discendono da ipotesi di federalismo fiscale e possono presupporre certamente un aggravio economico per i cittadini veneti. Bisogna prendere consapevolezza, tuttavia, che gli interventi post emergenza costano molto di più alla collettività che non la prevenzione effettuata con forme innovative di ingegneria finanziaria, per non parlare dei costi umani, come tristemente ci ricordano le recenti tragedie in Liguria e Sicilia, che sono inestimabili e non più accettabili. Sono convinto che, in una logica di federalismo fiscale, i cittadini e le imprese siano disposti a dare il loro contributo, a pagare un euro oggi per la prevenzione piuttosto che sobbarcarsene dieci domani nell'emergenza. E' un principio che non vale solo per il Veneto. Può essere un modello applicabile dalle altre regioni».
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
Martedì 29 alle 12 alla Casa per la Pace il Comitato contro gli Abusi Edilizi ed Ambientali e per la Tutela Ambientale, Legambiente e l'avv. Gianluigi Ceruti terranno una conferenza stampa per illustrare il ricorso presentato, appunto tramite l'avv. Ceruti, al Tribunale Superiore delle Acque di Roma contro una delibera del comune di Grumolo delle Abbadesse che dimezza -da 10 mt di legge a 5 mt.- la distanza delle costruzioni dalle acque pubbliche, nunmerose in quel territorio: una decina. Anche l'Ufficio Difesa del Suolo della Regione Veneto sostiene questa tesi aberrante facendoci dubitare su quali interessi esso in effetti difenda.
Ma non si tratta di questione di un piccolo comune perchè se quella delibera divenisse definitiva molti altri comuni vicentini e veneti sarebbe pronti a fare altrettando generando una colata di cemento sugli argini dei fiumi: Dopo quello che succede -purtroppo- quasi ogni giorni in Italia ci mancava proprio questo, per di più in un area soggetta a frquenti esondazioni anche recenti.
Ci auguriamo che le due iniziative non si sovrapponmgano quanto a presenza dei mezzi di comunicazione di massa.
Auguri per una buona riuscit.
Vicenza 27/XI/2011
Fuklvio Rebesani
co-coordinatore del Comitato contro gli Abusi Edilizi ed Ambientali e per la Tutela Ambientale