No Spv, i comitati: nuovo ciclo di iniziative
Giovedi 3 Novembre 2011 alle 16:32 | 0 commenti
Due ore abbondanti per decidere nuove iniziative e per gettare le basi per una campagna unitaria di sensibilizzazione. È questo il quadro di riferimento in cui si è riunito il coordinamento dei comitati che si oppongono alla Pedemontana Veneta. L'incontro, organizzato ieri sera al Caffé dei Libri a Bassano del Grappa, è caduto in un momento delicato per i destini della grande infrastruttura, la Spv, sulla quale pende però l'ombra di un ricorso al Tar da parte della provincia di Treviso.
La prospettiva. Ma quali sono le ragioni del briefing? Il 21 ottobre un centinaio di attivisti dei comitati si era presentato a Mestre sotto la sede di Veneto Strade (BassanoPiù del 29 ottobre, pagina 3) con l'obbiettivo di chiedere il dettalio delle convenzioni e del piano finanziario i quali regolano i rapporti tra la compagine privata aggiudicataria del progetto, la Sis e la controparte pubblica, ovvero Veneto strade, società che è emissione diretta della regione del Veneto. «In quella circostanza - fa sapere Francesco Celotto portavoce del Movimento Cinque Stelle bassanese e componente del coordinamento - abbiamo potuto toccare con mano l'interesse vivo di una parte dell'opinione pubblica per un'opera che non piace: 95 kilometri di asfalto tra Montecchio Maggiore nel Vicentino fino a Spresiano nel Trevigiano che sanno di condanna al tessuto urbano e a quello ambientale».
Ieri però nella città del ponte non c'erano solo rappresentanti dell'area Bassanese ma anche persone che venivano dalla Marca. Tutti hanno un concetto chiaro in testa: «Questa non è una battaglia ideologica o peggio politica, ma una iniziativa basata sul buon senso, sui dati, sui riscontri, sul diritto e sulla necessità di dire no ad un modo poco razionale di concepire le infrastrutture. Per questo motivo da oggi e per il futuro si intensificheranno i nostri sforzi». Questo il pensiero di Osvaldo Piccolotto, Elvio Gatto, Patrizio Zen e Donato Irlandese, i trevigiani che agende, penne e pc alla mano hanno discusso assieme al bassanese Celotto per tutta la serata.
I passi successivi. Gli attivisti pensano perciò ad una serie di passi precisi che si sono concretizzati o si concretizzeranno su di una piattaforma la più ampia possibile: corroborare i ricorsi degli espropriati con una richiesta di documenti all'amministrazione regionale, iniziative sul territorio, convegni, tavole rotonde, cene, iniziative goliardiche, momenti di studio e riflessione. E con questi «la creazione di un canale di comunicazione agile ed efficace».
Lo scenario. In questa prospettiva il Carroccio veneto da anni è tra i sostenitori del progetto assieme a Pdl e pezzi importanti del Pd. Nonostante questo la giunta provinciale della Marca il 13 dicembre del 2010 proprio contro la Spv ha ricorso davanti al Tar Lazio. O meglio avrebbe dato mandato agli avvocati Franco Botteon, Mario Feltrin e Mario Ettore Verino di accodarsi «ad adiuvandum», ovvero in aiuto, al ricorso già presentato da Patrizio Zen, uno fra i quasi cinquemila soggetti espropriati fra persone fisiche e giuridiche. Questo almeno è il senso della delibera registrata al protocollo 129874/2010. C'è però una apparente contraddizione. Il registro delle udienze pubbliche del Tar Lazio del 23 novembre 2011 cita ovviamente Zen tra i ricorrenti, ma cita la provincia di Treviso tra i soggetti che si oppongono al ricorso promosso dal medesimo cittadino. Con la provincia ci sono infatti la Regione Veneto, la Pedemontana Veneta srl, il comune di Lòria nel Trevigiano, la presidenza del consiglio dei ministri e il commissariato per l'emergenza traffico tra Vicenza e Treviso. Chi scrive ha chiesto lumi alla giunta provinciale trevigiana rispetto a quella che sulle prime appare come una antinomìa. Tant'è che gli uffici della provincia fanno sapere che in realtà l'ente appare ancora tra resistenti al ricorso poiché inizialmente il privato che lo aveva presentato, aveva «notificato» l'atto alla stessa provincia, la quale invece, sempre secondo gli addetti alle pubbliche relazioni, ha poi intrapreso la strada contraria.
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