Per l'inquinamento di Vicenza nessuno parli di Valbruna. Che intanto ci rinvia un incontro
Martedi 2 Febbraio 2016 alle 14:34 | 0 commenti
Che il fumo bianco che si vede uscire dai comignoli delle acciaierie più famose e meno nominate di Vicenza non sia un aerosol che cura il raffreddore ci sono pochi dubbi. Quanto influiscano sull'inquinamento generale dell'aria di Vicenza (probabilmente insieme ai vicini impianti della Beltrame e ad altre installazioni similari) è uno degli argomenti del giorno, anche se il quadro generale degli organi di informazione sembra voler dare poca attenzione alla questione (ma è legittimo che ne scelgano altre come prioritarie), o che la vedano da un altro punto di vista.
La questione è nata da un comunicato che abbiamo pubblicato a firma di Maria Grazia Lucchiari per ADUC, a cui ha fatto seguito una risposta di Legambiente Vicenza, che si è sentita chiamata in causa, una nostra ulteriore richiesta di chiarimenti a Valbruna e al Comune di Vicenza e una presa di posizione di Valentina Dovigo, consigliera comunale di Sel e della Lista Civica omonima. Il "litigio" tra due enti che dovrebbero avere una causa comune ci ha condotto fino all'assessore competente per l'ambiente di Vicenza, Antonio Dalla Pozza, che ha espresso la sua posizione, difendendo l'operato dell'Amministrazione, che sarebbe attiva nonostante la "latitanza" da parte dei poteri che stanno "più in alto" come la Regione e lo Stato.
Il dibattito si sposta, quindi, sulle norme, sull'applicazione della VAS (Valutazione Ambientale Strategica), sul ritardo enorme che sta subendo il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera (PRTRA), che è appannaggio della Regione, e ci si dimentica di Valbruna, e di quella dichiarazione di ADUC che indicava proprio le acciaierie come responsabili di almeno il 55% delle polveri sottili vicentine, a seconda (pare) di quanto stabilito da un documento del Comune di Vicenza, datato però 2006.
Il Comune e l'Assessore ci hanno fatto, intanto, pervenire i documenti che "sovrascrivono" quel famigerato documento (che stiamo in ogni caso tentando di recuperare senza un grande aiuto... pubblico, pur se richiesto).
Riassumendo, stando alle dichiarazioni di Dalla Pozza e alle informazioni pervenuteci dal Comune lo studio del 2006 non è più valido e a fare fede è il "Piano di Azione, Tutela e Risanamento dell’Atmosfera della città di Vicenza – aggiornamento 2012 approvato con DGC n.75/2012". E ancora, i dati aggiornati sull'inquinamento dell'aria vicentina sono quelli dell'inventario delle emissioni INEMAR del 2010, che dice che il settore produttivo inquina sul totale un 22% (e quindi a Valbruna spetterebbe una percentuale su questa percentuale, per un totale ben al di sotto del 55%).
La questione, come detto, ha destato interesse anche nella consigliera comunale Valentina Dovigo, che ha prontamente presentato un'interrogazione per far luce sul "peso" di Valbruna sull'aria cittadina. E la stampa locale riporta la notizia, omettendo però ancora una volta il nome delle acciaierie.
Insomma, la questione è sollevata ma a nominare Valbruna tutti cambiano argomento.
E a tal proposito, il nostro direttore giusto ieri sera aveva un incontro col dr. Massimo Amenduni, fissato su richiesta del nostro settore commerciale per valutare alcune iniziative editoriali, ma che non ci aveva impedito di far pubblicare le accuse di Aduc. Aveva però chiesto un immediato riscontro all'azienda vicentina prima dell'incontro, e voleva approfitatre dell'occasione per prendere, come si suol dire, due piccioni con una fava.
Fatto sta che l'appuntamento che aveva il direttore è stato prontamente, anche se casualmente, ... rinviato, e di prese di posizione della Valbruna neanche a parlarne.
E la coltre di fumi nel frattempo si è riaddensata sulla città , aggiungendo a quella ambientale l'effetto della nube mediatica tipica delle tre scimmie.
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