Nasce il "Fronte anticapitalista a Vicenza": prove a sinistra dal PdCI a D'Angelo via Usb...
Domenica 3 Agosto 2014 alle 21:31 | 0 commenti
Ermanno Cerati, Paolo Consolaro, Massimo D'Angelo (Filt Cgil), Roberto Galvanin, Giorgio Langella (PdCI), Federico Martelletto con Germano Raniero e Luc Thibault (Usb) e i gruppi vicentini di "Il Sindacato è un'Altra Cosa in CGIL", "Partito dei Comunisti Italiani", "ROSS@", "Sinistra Anticapitalista" hanno oggi reso note le conclusioni* di un lungo lavoro di confronto da cui parte quello che chiamano "Fronte anticapitalista a Vicenza".
Sono state tante le prove di una nuova sinistra in Italia e a Vicenza ma questa volta potrebbe darsi che non ci si fermi all'annuncio visto che chi l'ha costruito rappresenta un fronte ampio che va dai "sindacati conflittuali" o di base all'area di Gorgio Cremachi della Cgil fino alle formazioni che mantengono in vita l'ideologia del social comunismo.
Torneremo sull'argomento ma se contribuisse ad allargare "l'offerta" di reali proposte di discussione e di confronto tra posizioni ideologiche realmente contrastanti con l'appiattimento su formazioni pseudo politiche, costruite e organizzate solo per essere il paravento di sempre più metastatiche spartizioni di potere, non potremmo che farci paladini della diffusione dei loro contributi, così come da tempo facciamo per ogni raggruppamento che provi a riscoprire la politica, da sinistar a destra.
Il direttore
Ecco il documento del "Fronte anticapitalista a Vicenza"
*Le persone e le associazioni firmatarie, già unite nei mesi scorsi in una serie di incontri e attività nel territorio vicentino
- giudicano gravissima la continuazione in atto anche in Italia - sotto la maschera di false riforme "moralizzatrici" e "razionalizzatrici" ad opera dell'inedito trio Napolitano-Renzi-Berlusconi con la complicità di vecchie e nuove "corporazioni" - delle politiche di austerità e di aggressione alle condizioni di lavoro e di vita della grande maggioranza della popolazione imposte in Europa dalla "troika" (UE, BCE, FMI), per conto delle grandi lobbies capitalistiche in concorrenza fra loro per la spartizione del bottino nella guerra globale per l'appropriazione (e distruzione) delle risorse mondiali - comprese quelle chiamate ipocritamente "risorse umane" (il nome moderno della "forza lavoro").
- constatano che tutto ciò va contro ogni logica di necessario e possibile sviluppo equilibrato e solidale (cioè insieme economico, culturale e sociale)... E che la stessa cosiddetta classe dirigente (italiana ma non solo), non essendo affatto sicura di poter mantenere a lungo il cosiddetto consenso popolare con le usuali "carote" (propaganda mediatica, ricatti e corruzione clientelare, contentini elettorali tipo "80 euro mensili" ecc.), sta preparando "bastoni" molto più nodosi e pesanti di quelli già usati in certe occasioni del passato per gestire la violenza di Stato verso chi, con giusti argomenti, osi contestarli e organizzi mobilitazioni contro la loro pazzia "liberista". Questo è il senso dello stravolgimento autoritario in atto nelle istituzioni; tanto che la nostra Repubblica, oltre che non essere quella "nata dalla Resistenza (antifascista)" né "fondata sul lavoro" come immaginavano i "padri costituenti" di sinistra, non si può ormai nemmeno definire "democratica", salvo da chi, appunto, usa questo nome per gestire in prima persona la distruzione di ciò che esso significa: "potere popolare (cioè dei lavoratori)".
- Si propongono, partendo da una visione realistica delle difficoltà ma anche delle opportunità offerte da questa drammatica situazione - e con la coscienza di stare "dalla parte giusta della storia" - di continuare il percorso iniziato per costruire stabilmente un Fronte della sinistra Anticapitalista, in grado di raccogliere e rendere più coerenti ed efficaci, sul piano delle risposte e delle mobilitazioni di classe, molte competenze ed energie che oggi troppo spesso restano isolate e disperse. Non si tratta di trovare formule e/o lanciare slogans "miracolosi", ma di ridare alla classe lavoratrice la fiducia nelle proprie forze e di organizzare lotte chiaramente finalizzate a superare gli attuali, mortiferi, rapporti sociali di produzione.
A tal fine ritengono necessario affrontare prioritariamente le questioni inerenti il ruolo del pubblico in economia, il rilancio dello Stato Sociale e i problemi del lavoro: dai diritti negati alla precarietà , dalle condizioni ambientali alle lotte per il salario (diretto indiretto e differito), dalla democrazia nei luoghi di lavoro alla rappresentanza sindacale ...
In pratica, nel breve periodo e a livello locale, stabiliscono di approfondire lo studio, i contatti e gli interventi su due tematiche tipiche del nostro territorio:
1- privatizzazioni e "project financing" nei servizi pubblici (per ora nella sanità , con prospettive di allargamento a viabilità e trasporti, "grandi opere" ecc.): interessi in campo, dinamiche di spesa e controlli, conseguenze sulle condizioni dei lavoratori e sulla qualità dei servizi, possibili sviluppi di lotta;
2- difesa della sicurezza e della salute sul lavoro: statistiche controverse sulle cause di morte per incidenti e malattie professionali, ricatti corruzione e propaganda padronali, strumenti sociali e politici di controllo operaio (prevenzione bonifica e repressione, espropri e riconversioni), esperienze dei comitati di lotta.
Annunciano l'organizzazione di prossime iniziative pubbliche su questi temi nell'ambito del programma di "Controsemestre europeo" in risposta al semestre di presidenza italiana (di Renzi) al Consiglio Europeo.
Ovviamente sono graditi tutti i contributi e le collaborazioni che si ritengano utili.
I promotori del Fronte Anticapitalista a Vicenza
Ermanno Cerati, Paolo Consolaro, Massimo D'Angelo, Roberto Galvanin, Giorgio Langella, Federico Martelletto, Germano Raniero, Luc Thibault e i gruppi vicentini di "Il Sindacato e' un'Altra Cosa in CGIL", "Partito dei Comunisti Italiani", "ROSS@", "Sinistra Anticapitalista".
Per contatti e ulteriori adesioni: email [email protected]
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