Moderati, progressisti, conservatori ... e reazionari: per Langella regna la confusione
Mercoledi 2 Gennaio 2013 alle 18:43 | 0 commenti
Giorgio Langella, Segretario Regionale PdCI FdS - Dice Mario Monti (come presidente del consiglio uscente? come candidato alla presidenza del consiglio che, però, non si presenta alle elezioni? o come entrambi?): "Il polo di destra e il polo di sinistra sono distinzioni che hanno avuto un significato in passato, oggi lo hanno molto meno. La distinzione fondamentale è chi vuole cambiare le cose, in una prospettiva europea, e chi, sia a sinistra che a destra, vuole mantenere le rendite".
Meraviglioso! "Cambiare le cose" e "mantenere le rendite" ... e quali? Se le "rendite" alle quali si riferisce Monti sono i diritti dei lavoratori e dei pensionati siamo pronti a dirlo nella maniera più chiara possibile: non solo vogliamo mantenere quelle rendite ma le vogliamo aumentare, non solo difendiamo quei diritti ma lottiamo per estenderli a tutti i cittadini. Ci sembra, però, che Monti e i suoi soci di governo e maggioranza (tecnici, professori, banchieri e politicanti vari) queste rendite e questi diritti li abbiano diminuiti e che, invece, abbiano mantenuto e aumentato quelle rendite molto elevate (in termini di profitto e privilegio) che hanno i "lorpadroni".
In tutti i suoi discorsi Monti si autodefinisce "progressista" e sentenzia che la "conservazione" è nella sinistra politica e sindacale. Si ascoltano Monti e i suoi soci (vecchi politici navigati e ben radicati nelle poltrone che contano come Casini e Fini, o imprenditori "sempre giovani" e ricchi come Montezemolo) e si capisce come abbiano uno strano modo di dare un significato alle parole "moderato", "conservatore", "progressista". Si autoproclamano "progressisti" ma di quale progresso stanno parlando? Di quello del conto in banca (quasi sempre nei paradisi fiscali) dei ricchi, dell'aumento dei grandi profitti ottenuti a scapito della sicurezza e dei salari di chi lavora. Si mettono la medaglia di "progressisti" perché tagliano le pensioni di chi ha lavorato e aumentano le tasse a chi le ha sempre pagate lasciando intatte le grandi ricchezze. Il progresso per "lorsignori" significa tornare indietro a rapporti non tra cittadini ma tra ricchi e poveri, tra padroni e sudditi. Una posizione che è semplicemente reazionaria.
E poi definiscono "conservatore" chi, in difesa della Costituzione, lotta perché i diritti non vengano calpestati ma possano estesi a tutti i cittadini.
È una situazione alquanto bizzarra. Si direbbe "comica" se non fosse tragica. Lorsignori giocano con le parole e si autoproclamano "moderati" ma vogliono distruggere lo stato sociale, vogliono privatizzare i servizi pubblici, vogliono lasciare le leggi dello stato fuori dai cancelli delle fabbriche, vogliono poter licenziare chiunque anche senza giusta causa, vogliono mettere a tacere chi protesta. In poche parole hanno deciso di fare tutto quello che pensano sia utile al loro profitto. E, per fare ciò, non esitano a umiliare (nella sostanza e nella forma) la nostra bellissima Costituzione. Questi "signori", siano essi tecnici, professori, politicanti o imprenditori non sono "moderati" ma estremisti. Veri estremisti.
Così facendo confondono le idee. E occupano i mezzi di informazione, con le solite, vecchie promesse ... promettono di diminuire le tasse ai lavoratori e ridistribuire il reddito dai più ricchi ai più poveri. Cose che, dicono, non hanno fatto perché non hanno potuto, perché le condizioni glielo hanno impedito ... perché il destino ... No, è bene chiarirlo, non l'hanno fatto perché non hanno voluto. Le loro promesse elettorali di oggi sono le stesse del Berlusconi di ieri. Lo sanno bene, sono cose che non faranno mai perché non è il loro obiettivo. E sosterranno che non possono farlo perché "ci sono i conti da mettere in ordine", perché "bisogna raggiungere il pareggio in bilancio", o perché "è l'Europa che lo vuole". E saranno mille le giustificazioni, mille le scuse che permetteranno loro di imporre i sacrifici ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani ... ai cittadini, cioè, che li hanno sempre fatti. Ma "lorsignori" sono "moderati" e lo faranno. Magari con qualche lacrima di circostanza ma lo faranno. Questo è e sarà il "loro progresso".
Il nostro progresso, invece, è il contrasto dell'evasione e della corruzione (senza attenuanti né giustificazioni), è la lotta definitiva alle mafie, è l'estensione dei diritti a tutti, è il ripristino della legalità nei luoghi di lavoro, è la ridistribuzione del lavoro, quella dei redditi con una vera patrimoniale progressiva sulle grandi ricchezze. Il nostro progresso vuol dire investire nei saperi, nella scuola pubblica, nella sanità pubblica, nei trasporti.
Che volete, noi non siamo "moderati", siamo rivoluzionari perché vogliamo che la Costituzione sia applicata e non stravolta. E siamo civili perché ci opponiamo all'inciviltà di un sistema capitalistico spaventoso e ingiusto.
Per questo chiediamo di votare la lista "Rivoluzione civile" una lista che unisce
chi ancora lotta per il lavoro e la legalità , chi si indigna vedendo il malaffare e la corruzione dilagare senza che chi governa voglia realmente contrastarle. Per questo chiediamo di votare l'unica lista che vuole realmente cambiare le cose. È l'unico voto utile per salvare l'Italia.
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