Marina Bergamin, Cgil e 1° maggio: l'eclissi della democrazia è l'eclissi del diritto al lavoro
Martedi 1 Maggio 2012 alle 00:01 | 0 commenti
Riceviamo da Marina Bergamin, Segretaria generale provinciale Cgil Vicenza, e pubblichiamo
La crisi e la dura discussione sul mercato del lavoro hanno avuto come unico vantaggio quello di tornare a parlare di lavoro, dopo tanti anni di svalutazione e di silenzio. Purtroppo e troppo spesso, però, si è trascinati - anche non volendolo- a discorrere di economia, di finanza, di traiettorie di sviluppo e poco, troppo poco delle condizioni concrete di milioni di persone, uomini e donne, delle condizioni di lavoro mutate negli ultimi anni, e non in meglio.
Come se il lavoro, in sè, non fosse meritevole di parola, di indagine, di senso... Come se tutto, davvero tutto, dipendesse solo dalle imprese e dalla loro salute o malattia... Questa deriva culturale, del resto non nuova, è subdola e pericolosa. Molto contagiosa peraltro, a destra e a sinistra.
Il primo maggio parli solo di lavoratori e lavoratrici!
Di chi il lavoro ce l'ha e di chi lo ha perso e lo cerca e non lo trova. Di chi non riesce a entrare perchè troppo giovane, troppo vecchio, troppo poco 'flessibile', troppo esigente solo perchè chiede il rispetto dei propri diritti. Di chi accetta tutte le flessibilità , perchè non può farne a meno. Di chi, e quasi sempre parliamo di donne, fa i salti mortali per tenere insieme lavoro di cura e lavoro produttivo e talvolta rinuncia al primo, con dolore. Di chi esce di casa e non ritorna, perchè cade, si infortuna, muore, ancora tante, troppe volte per un paese civile. Di chi non sa come far quadrare i 1.000, 1.300 euro al mese - perchè è questa la media dei salari di operai e impiegati in Italia. Ma anche di chi non si arrende e, come in queste settimane insieme a noi, scende per le strade per dire no a manovre economiche ancora inique, uguali a sè stesse da troppi anni, sbagliate per uscire dalla crisi, utili invece a ridisegnare in peggio il contratto sociale su cui è stato costruito il nostro paese, pezzo per pezzo.
Il mondo del lavoro resta ancora presidio di solidarietà e di identità collettiva da non disperdere. L'eclissi della democrazia passa anche attraverso l'eclissi del diritto del lavoro e nel lavoro.
E' a tutti e a tutte, ma soprattutto a quanti e a quante non sono disposte a delegare, ma si assumono ogni giorno la responsabilità di un pezzetto di bene comune, che vanno gli auguri e il ringraziamento della CGIL.
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