Manovra il 14, tagli confermati per Regioni e Comuni
Martedi 6 Luglio 2010 alle 23:46 | 0 commenti
Rassegna.it - Correzioni sulle pensioni di invalidità e sulle tredicesime. Tagli confermati per Regioni ed enti locali, che chiedono un incontro al governo. Pensioni: allarme sul requisito contributivo di 40 anni: "Tre mesi in più per andare in pensione"
Marcia indietro o correzioni sulle pensioni di invalidità , sul fisco per le imprese e sul taglio delle tredicesime. Misure confermate, invece, per Regioni, Comuni e Province, che infatti restano sul piede di guerra e chiedono un incontro al governo.
La manovra economica cambia un po' volto in vista dell'esame in aula al Senato, che partirà giovedì 8 luglio con scadenza per il voto finale (con probabile richiesta di fiducia) prevista per mercoledì 14 luglio (la presa della ... Bastiglia, n.d.r.). Le date sono state stabilite dalla conferenza dei capigruppo che si è svolta oggi (6 luglio) a Palazzo Madama.
Il relatore Antonio Azzollini (Pdl) ha annunciato che la norma che alza dal 74 all'85% la soglia di invalidità per poter ottenere il relativo assegno sarà cancellata. L'emendamento arriverà già questa sera in Commissione Bilancio del Senato. Azzolini ha aggiuto che definirà "entro la tarda serata di oggi le proposte integrative" che riguardano il fisco per le imprese. Nel pomeriggio la Commissione esaminerà gli emendamenti sui farmaci e sulle regioni. Mentre Sui certificati verdi è ancora in corso una riflessione all'interno della maggioranza.
Per quanto riguarda le Regioni, i tagli dovrebbero restare invariati, seppure con l'introduzione di flessibilità per le amministrazioni virtuose. Sono ancora allo studio le modifiche all'articolo 45 che prevede l'abolizione dell'obbligo di ritiro dei certificati verdi da parte del Gestore dei servizi elettrici. Dovrebbe invece arrivare il dietrofront del governo sul taglio alle tredicesime di magistrati, Forze armate, Forze di Polizia, Vigili del Fuoco, professori e ricercatori universitari, personale di carriera prefettizia, personale diplomatico e personale di carriera dirigenziale penitenziaria. Per quanto riguarda i magistrati, si parla di escludere dai tagli allo stipendio i giovani.
Enti locali in guerra
Regioni, Comuni e Province in una nota congiunta chiedono un incontro all'esecutivo. Se dovesse saltare, "verrebbe meno il principio di leale collaborazione che è la base delle corrette relazioni istituzionali su cui si fonda la nostra Costituzione". "Non potremmo che considerare gravissimo ed inaccettabile il diniego circa la richiesta del sistema delle autonomie territoriali di avere un incontro con il Presidente del Consiglio e con i Ministri interessati dalla manovra". Lo affermano in una nota Sergio Chiamparino (Anci), Vasco Errani (Conferenza delle Regioni), Giuseppe Castiglione (Upi) e Enrico Borghi (Uncem), dopo avere apprese che l'esecutivo non intenderebbe svolgere l'incontro richiesto unitariamente la scorsa settimana.
La risposta del governo è arrivata dal ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, che interpellato dall'Ansa ha detto: "Questa mattina ho convocato la conferenza unificata Stato-Regioni per giovedì alle ore 15, con all'ordine del giorno la manovra. In quella sede sarà presente anche il ministro dell'Economia". Risposta giudicata insufficiente da Errani, secondo il quale la convocazione della conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali "non risolve in alcun modo la questione posta dalle Regioni e dalle autonomie locali".
Pensioni, allarme sul requisito di 40 anni
"Nell'emendamento che si sta discutendo in commissione Bilancio del Senato resterebbero i 40 anni di contributi per accedere alla pensione di anzianità ma dal 2015, quando cioè comincerà ad attuarsi l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita, ci vorranno 3 mesi in più per poter andare in pensione: altro che refuso, si torna, di fatto, a quanto previsto nel precedente emendamento del relatore di maggioranza della commissione Bilancio del Senato". Lo afferma la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica.
Per la dirigente sindacale, infatti, si torna a quanto precedentemente previsto: "dal 2015 i 40 anni di contributi, ai quali dal 1° gennaio 2011 già si applicherà la finestra mobile per cui diventeranno 41, saranno nuovamente legati alla revisione triennale dell'età pensionabile e dei requisiti di anzianità contributiva. Come avevamo già denunciato nel giorni scorsi, se la norma dovesse rimanere tale si cancellerà il requisito contributivo dei 40 anni. Una scelta grave - conclude Lamonica - dettata soltanto dall'accanimento del governo contro i lavoratori, le donne, i pensionati".
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