L'uomo etilico e la banda del bando
Lunedi 5 Settembre 2011 alle 17:00 | 0 commenti
Dal caso Bulgarini al caso Informagiovani c'è maretta nella maggioranza di centrosinistra che regge le sorti del comune di Vicenza. Sul piano formale, si sa, quest'ultima è un monocolore Pd più satelliti civici, ma in realtà è il sindaco democratico Achille Variati con la sua schiatta di fedelissimi a fare il bello e il cattivo tempo. Gli alleati questo lo sanno e i recenti mugugni seguiti alle nuove nomine in Aim sono la riprova di un malessere conosciuto da tutti, ma estrinsecato da pochi. E che il sindaco tenga oltre modo al suo entourage è dimostrato dall'uscita assolutamente fuori misura cucinata a fiamma viva dopo che VicenzaPiù.com (cui è seguita una pronta interrogazione del Pdl) ha dato la notizia della multa per guida in istato di ebbrezza comminata dai vigili urbani maladensi al suo portavoce Jacopo Bulgarini D'Elci.
Censura o sordina? La vicenda di per sé è poca cosa. Ma che alcuni tra i fedelissimi del primo cittadino «si siano attivati presso media» più o meno compiacenti per sordinare l'accaduto è cosa ben grave, anche perché il portavoce è sì scelto dal capo dell'esecutivo, ma ha lo stipendio pagato da tutti i cittadini; di più ha una veste politica e amministrativa di primissimo piano. Pertanto ogni pretesa di riduzione della cosa alla sfera personale o della «non notizia» è iniziativa tanto sciocca quanto rozzamente intesa a tutelare le ragioni di quella «casta» che nella sua veste romana viene ad ogni pie' sospinto biasimata proprio da Variati.
Il pigolìo del Pd e i dissenzienti del Pdl. Ma nell'affaire Bulgarini più che gli scontati silenzi di un Pd sempre più dedito al pigolìo afono, fanno rumore i silenzi di quei brandelli di opposizione di centrodestra i quali non hanno preso parte all'attacco. Più nel dettaglio l'oggetto dei mal di pancia in seno al Pdl sarebbe l'assenza della firma di Maurizio Franzina e di Arrigo Abalti dalla interrogazione sul caso Bulgarini. Per Franzina, ex Dc come Variati, l'assenza in qualche maniera era da mettere in preventivo visto che sul piano culturale l'ex assessore alle finanze del comune capoluogo non ha mai amato un approccio alla critica politica troppo basato sulla persona. Ben diversa è la posizione di Abalti, altro ex Dc, che sul piano dialettico è però sempre stato uno dei più attrezzati della sua compagine. Come mai quindi, al momento di infilare un facilissimo affondo, Abalti non ha fatto in modo di comparire come primo lanciere a brandire il motto impetu hostem perterreo, con l'impeto atterrisco il nemico?
Serafin, gli amici e il bando surgelato. In realtà , ascoltando le voci di corridoio che arrivano da palazzo Trissino, confermate da personaggi di primissimo piano in seno alla giunta, il bandolo della matassa starebbe a palazzo del Territorio sede dell'Informagiovani e dell'Informacittà . Durante la precedente consiliatura di centrodestra infatti l'associazione che aveva avuto il ricco appalto di gestione (che per il biennio 2011-2013 varrà 160.000 euro) era la Interart che fa capo ad Alberto Serafin, giovane rampollo della comunicazione istituzionale berica con solide maniglie nel Pdl, ma non solo: Jacopo Bulgarini d'Elci è storicamente vicino a Serafin il quale ha come nume tutelare quell'Arrigo Abalti che da assessore ai giovani cooptò proprio Bulgarini tra i collaboratori del suo referato. Un Abalti che non solo non ha firmato l'interrogazione "etilica" su Bulgarini ma non ha nemmeno firmato, ed in buona compagnia con altri, quella legata ai destini dell'Informagiovani, la cui assegnazione della gestione è stata clamorosamente stoppata il 24 agosto da Silvano Golin, dirigente comunale del settore cultura. Così almeno riferisce il GdV del 2 settembre 2011.
La sciarada ha avuto quindi un contraccolpo politico perché fino a qualche settimana prima era il consorzio Prisma a essere dato come vincitore in pectore della gara. Prisma è un consorzio che culturalmente fa riferimento in parte al vicesindaco Sandra Moretti del Pd e in parte all'assessore al sociale John Giuliari (civica Vicenza Capoluogo).
Il bando sbanda. Ma quali sarebbero i motivi che hanno repentinamente obbligato i tecnici del comune a stoppare una assegnazione quasi già data? Moretti sul GdV risponde così: «La revoca è stata decisa dal dirigente per valutazioni tecniche sulla base delle sopravvenute direttive nazionali in materia. La politica non c'entra». La Moretti, che è avvocato, sa bene però che la sua giustificazione vale nulla poiché qualsiasi atto legittimo di una amministrazione dello Stato è redatto a legislazione vigente. E sa bene quindi che sul piano tecnico-giuridico il bando del comune non avrebbe violato alcuna norma. Il GdV del 2 settembre approfondisce la questione e cita le parole con le quali il comune avrebbe deciso di sospendere l'assegnazione del servizio. Il bando infatti «contiene criteri, punteggi e azioni che risultano incongruenti rispetto a normative nazionali ed europee». Una giustificazione tra l'altro che de facto mette nei guai il buon nome degli uffici che così si autoaccuserebbero di avere redatto un atto contra legem. È possibile che sia potuta accadere una cosa del genere? E se la cosa è realmente avvenuta perché chi di dovere non sanziona l'operato inetto degli uffici?
La bocca invisibile. Epperò la realtà potrebbe essere ben diversa. A palazzo Trissino gira voce che uno dei fedelissimi del primo cittadino abbia esercitato pressioni fortissime sulla struttura tecnica del comune proprio perché la pratica della assegnazione fosse stoppata per essere poi riscritta; riscritta in modo da dare ad Interart maggiori chance di successo. Ma perché si sarebbe manifestata questa necessità imprescindibile da parte di Interart di ottenere per una seconda volta un servizio andando in qualche modo a discapito di un consorzio, il Prisma, storicamente più vicino al centrosinistra?
Valchiampo: communication breakdown. Una spiegazione in questo senso potrebbe venire da Arzignano. In Valchiampo infatti l'Ato che gestisce l'iter per la realizzazione di un termovalorizzatore per i reflui conciari avrebbe in animo di dare in appalto una grossa commessa sulla comunicazione proprio a Serafin. VicenzaPiù del 20 maggio 2011 a pagina 14 aveva fornito ampi riferimenti rispetto a quella che si presentava come una ipotesi quasi materializzata. Il che però avrebbe scatenato le ire del comune di Montecchio Maggiore, specie dei leghisti più vicini al sindaco del Carroccio Milena Cecchetto. Una opposizione così determinata che avrebbe obbligato il motore primo dell'iniziativa, il sindaco Pdl di Arzignano Giorgio Gentilin, a tirare i remi in barca.
Bando gemellare. Ed è in questo contesto che sarebbe maturato quindi il clamoroso stop a Prisma. L'entourage di Serafin, visto svanito l'incarico in Valchiampo, avrebbe chiesto e ottenuto garanzie a Vicenza dove conterebbe su più di qualche homo pius a destra, come anche tra i fedelissimi del primo cittadino. Tant'è che Prisma si sarebbe trovato becco e bastonato, pronto a ricorrere alle vie legali e a fare rumore sulla pubblica piazza. E proprio per evitare uno sconquasso del genere in giunta sarebbe maturata una sorta di exit strategy. Riconfermare l'Informagiovani a Interart e assegnare a Prisma un incarico di egual peso economico per la comunicazione, o similia, nell'ambito del sociale. Il tutto però avrebbe generato il malumore di alcuni consiglieri della maggioranza e della opposizione che vedrebbero di malavoglia un ulteriore capitolo di spesa a carico di un comune già in gravi difficoltà finanziarie. Per di più se la vicenda si evolvesse in modo poco chiaro sarebbero già diversi i consiglieri, sempre tra maggioranza e opposizione, che sarebbero pronti a portare le carte alla procura della repubblica.
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