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Lovat e il cattolicesimo "pecorone"

Di Alessio Mannino Mercoledi 6 Gennaio 2010 alle 14:17 | 0 commenti

Riceviamo e pubblichiamo una replica di Davide Lovat (Lega Nord) alla lettera di Domenico Abdullah Buffarini e all'articolo di Alessio Mannino apparsi sull'ultimo numero cartaceo di VicenzaPiù, n° 176, 19 dicembre 2009. Segue replica di Mannino

 

Davide Lovat (Lega Nord)Spettabile Redazione,
dal vostro sito internet apprendo che ben due articoli su Vicenza Più mi riguardano. Troppo onore, ne sono lusingato e dovrei accontentarmi così. Tuttavia ci sono delle precisazioni che, per completezza, vi sottopongo.
Il signor Buffarini risponde alla mia denuncia contro il vittimismo filo islamico che già tanti danni sta causando in Europa e lo fa ribadendo quelle accuse completamente sbagliate che aveva già mosso contro il sen. Franco e Alessio Sandoli, accuse che si riassumono con la ridicola pretesa di affermare l'esistenza di una "islamofobia" nei leghisti.
Per sostenere le sue tesi non trova di meglio che assumere il solito sussiego un po'saccente, tipico di chi ha lungamente militato a sinistra, con il quale sembra volermi far passare per un idiota con l'anello al naso, troglodita e razzista, al quale pensa di dare lezioni su due materie come la Costituzione Italiana e l'islam.


Posso dire al sig. Buffarini che non poteva cascare peggio? Secondo lo Stato Italiano io sono riconosciuto come Dottore in Scienze Politiche col massimo dei voti, specializzato in Storia e con tesi d'eccellenza in Filosofia del Diritto. La Costituzione è il mio pane. In occasione del 60° anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione ho scritto un libro di commento alla Prima Parte, articolo per articolo, patrocinato dalla Biblioteca Bertoliana e che può ancora acquistare presso le Edizioni Paoline in Corso Palladio, l'incasso va in beneficenza; ma se dovesse riservare i 15 euro per lo zakat (elemosina rituale islamica, pilastro della fede) può richiederlo in biblioteca e troverà anche il commento ai due articoli da lui citati con la specifica che l'islam è, nel suo insieme, l'unica religione mondiale ontologicamente contraria ai principi della Costituzione stessa e quindi incompatibile con il nostro ordinamento giuridico. Come faccio a dirlo? Io sono anche uno studioso di teologia comparata e quando il sig. Buffarini ancora andava in giro vestito da pellerossa, con tanto di penne in testa, io già studiavo la religione islamica, il Corano, gli Hadit del profeta, le sentenze dei giurisperiti islamici; questo ben prima dell'11 settembre 2001 e dei fatti recenti. Ho rispetto per quella religione, ma la considero adatta al contesto antropologico dalla quale è scaturita e totalmente incompatibile con le culture diverse da quella endogamica mediorientale. E' un fatto a tutti evidente che l'islam entra in conflitto con chiunque, per motivi dottrinali e sociologici, in qualunque parte del mondo; è un fatto ancora più evidente e naturale per chi ha studiato a fondo la Storia e conosce l'islam fin dall'egira.
Ma il sig. Buffarini negli anni si è dichiarato comunista, massone, islamico-massone, ora solo islamico e mondialista: fino a sei mesi fa dichiarava sul Giornale di Vicenza di essersi convertito rimanendo massone, ora dice di essere prima uscito dalla massoneria e poi convertito. O mentiva prima, o mente ora. Di sicuro è sempre stato contro la Chiesa e anti Cristo, l'unico elemento di coerenza che si ravvisa nelle sue posizioni. Lasci perdere la baggianata del Gesù profeta del Corano, l'islam è nato in ambiente contiguo alle eresie nestoriana e docetista e con me non attacca la "dialettica della doppia verità", chi non riconosce la piena divinità di Gesù come Verbo incarnato è anti Cristo. Punto. Con il sig. Buffarini ho chiuso.
Ma parlando di mondialismo e di verità Cristiana mi collego all'ottimo articolo del vostro Alessio Mannino, di cui condivido completamente premesse e conclusioni essendo noi leghisti esattamente collocati su quelle posizioni. Solo un piccolo appunto, se posso: l'identità Cristiana non esiste solo nella mia testa, così come quella Veneta. Sono identità forti condivise da milioni di persone, come dimostra anche il crescente riscontro politico delle nostre idee. Inoltre, mi si conceda di non venire bollato come un fedele da centro commerciale. Parlo solo per me, pur sapendo di avere il conforto di quei leghisti che sono anche credenti: io vado a messa a ogni festa comandata, pratico i sacramenti, recito quotidianamente il rosario, vivo con i miei enormi limiti seguendo i comandamenti e il Vangelo. Nessuna ombra di odio verso alcuno, nessun razzismo: sono solo federalista, come federalista è anche l'organizzazione territoriale della Chiesa tra parrocchie, diocesi e chiese locali. Certo la politica è altra cosa dalla religione e l'ambito della politica non è il mondo intero, a meno di non essere totalitari, bensì la realtà economico-culturale-territoriale omogenea. Come Cristiano credo nella Chiesa, una santa cattolica e apostolica, nelle Scritture da essa interpretate, nei Sacri Concilii, nella Tradizione, nella teologia dei Padri e dei Dottori della Chiesa e nel Magistero dei Papi. Cristiani da centro commerciale forse saranno coloro che hanno scambiato il Concilio Vaticano II con il Sessantotto e di cui parla molto bene, seppure con un'ottica accondiscendente, il giornalista Chiaberge del Sole 24 Ore nel libro "Scisma - Cattolici senza Papa": sono i "cattolici adulti", i cattoprogressisti, i "card. Martini boys", quelli che noi veneti fedeli alla Chiesa, ma sanamente laici, abbiamo battezzato "basabanchi" o "magnaparticole" già in tempi remoti. Ma in ogni caso, del sentimento religioso di ciascuno non spetta a me giudicare, e nemmeno al bravo Mannino, al quale ripeto i complimenti sinceri per il pezzo lucido e completo. Quel tipo di giudizio spetta solo a Dio.
Cordiali saluti.

Davide Lovat


Rispondo a Lovat per la parte che mi riguarda personalmente. Non metto in dubbio la sua fede di cristiano cattolico, anzi qui non interessa neppure. Quello che io non vedo molto ascoltato, nel gregge dei suoi simili, è il Cristo che sbaracca violentemente i sacrileghi dal Tempio, il Cristo per cui "è più facile che un cammello passi per la cruna che un ricco entri nel Regno dei Cieli", il Cristo del "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", il Cristo come lo viveva, anche se lui fino all'estreme conseguenze da santo qual era, Francesco d'Assisi, che oggi è molto più rivoluzionario di Marx. Il nocciolo della questione è se accettare o combattere il tipo di vita occidentale, consumista, finto-democratico, tutto fondato sulla rincorsa a lavorare di più e crescere di più. Se rimettere al centro l'Uomo o continuare a subire il fatto che al suo posto ci sia l'Economia del profitto. Ecco ciò che mi separa da un cattolico che pure voglia esserlo fino in fondo: è che questo fondo non è solo andare a messa, recitare il rosario, seguire il Vangelo, per poi guardarsi dal denunciare un modello di sviluppo disumano e paranoico come è quello nostro. Per cui, secondo me, si può essere convinti di essere brave pecorelle del pastore Ratzinger (molto più spirituale, cioè migliore, della rockstar Woityla) e in realtà essere appecoronati a Mammona e al suo impero con capitale Washington. Stesso discorso per la Lega di cui lei fa parte: difende l'identità difendendo il dialetto, il crocifisso, il federalismo. Ma a che serve, se non si mette in discussione il sistema economico materialista e globalista che mina alla radice qualsiasi valore e qualsiasi identità? Tutti presi dalla polemica contro la sinistra, "laicista" o cattolica, non vi rendete conto, voi catto-leghisti, di essere come loro al rimorchio del pensiero unico. Guai a criticare il dogma del mercato e della crescita infinita. Tommaso d'Aquino, che certamente ha più autorità del sottoscritto in materia, puntava l'indice non solo contro l'usura come comunemente si crede, ma anche contro l'interesse tout court. L'interesse, cioè la speculazione, cioè la base dell'homo oeconomicus in quanto tale. Altro che il crocifisso nelle aule.

Alessio Mannino


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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