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L'OCSE certifica le "buone prestazioni" della scuola pubblica italiana. Il gap "sociale" cresce per professionali e università

Di Luca Fantò Sabato 1 Aprile 2017 alle 10:56 | 3 commenti

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Sarà stata una sensazione di sorpresa quella che ha colto molti di coloro che sui quotidiani hanno letto la notizia relativa alle buone prestazioni della scuola italiana rilevate dall'OCSE. Una sorpresa comprensibile dopo la pluriennale campagna portata avanti da una parte cospicua del mondo della politica e dei media. Si è cercato talvolta di far apparire l'istituzione scolastica italiana come "uno stipendificio" e la conseguenza è stata il taglio drastico dei finanziamenti e delle risorse umane. La stessa sorpresa però non ha colto chi nella scuola lavora ogni giorno, chi viene ignorato nel momento in cui vengono pensate, scritte ed approvate le leggi e chi però poi, quotidianamente, viene chiamato a porre rimedio ai danni che troppo spesso tali leggi provocano. Di cosa si tratta?

L'OCSE ha pubblicato i dati di una ricerca europea che ha coinvolto studenti in età scolare e giovani tra i 25 ed i 28 anni. Dalla comparazione dei dati emerge come in Italia, tra gli alunni in età scolare, la scuola pubblica riesca a contenere e ridurre il "gap" sociale esistente tra giovani di famiglie "avvantaggiate" e "non avvantaggiate" che vedono la presenza di genitori laureati e disponibilità di fonti di studio.
Tale ricerca dimostra come, una volta terminata la scuola dell'obbligo, nella quasi totalità dei casi, in Italia come in Europa, si verifichi un aumento delle diseguaglianze. Tale aumento sembrerebbe determinato dall'inefficacia del mondo della formazione professionale e delle università.
Tre almeno sono quindi le indicazioni che tale rapporto sembra fornire: la scuola dell'obbligo è ad oggi l'istituzione più efficace nel ridurre o contenere lo svantaggio sociale; in Italia la scuola pubblica statale risulta tra le più efficaci d'Europa; il mondo della formazione professionale e quello delle università sono in difficoltà nel contenere e ridurre lo svantaggio sociale.
Se ne può quindi dedurre la necessità di innalzare l'età della scuola dell'obbligo, di ripensare il mondo della formazione professionale e di sostenere le università in particolare per ciò che riguarda l'accesso e la permanenza dei giovani che hanno minori disponibilità economiche.
In Europa, i gruppi sociali "svantaggiati" rimangono di fatto impossibilitati ad accedere ai più alti livelli di studio e quindi nell'accesso a quella parte del mondo del lavoro che potrebbe permettere un salto di qualità sociale oltre che economico.
In Italia dovremmo rivedere il sistema d'accesso alle università, ripensare al sistema del numero chiuso, accrescere il sostegno economico agli studenti meritevoli.
In Italia dovremmo potenziare la formazione professionale in un'ottica di rilancio culturale del sistema.
In Italia, anche se pare improbabile in un Paese in cui investire democraticamente nella scuola pubblica sembra una pratica ormai superata, è necessario che qualcosa cambi. E' necessario porre termine al sottofinanziamento delle Istituzioni scolastiche statali, è necessario innalzare l'obbligo scolastico.
E' necessario quindi valorizzare l'intero sistema di istruzione e formazione, garantendo un fondo certo. Esattamente ciò che propone il PSI che chiede sia destinato a questo scopo lo 0,5% del PIL ogni anno.
E' necessario restituire dignità sociale ad un sistema che tale dignità non ha mai perso ma che è stato fatto oggetto di pesanti politici e mediatici.
Altrimenti non torneremo più a stupirci...

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Commenti

Inviato Sabato 1 Aprile 2017 alle 11:08

altro dato è il numero di giovani italiani che vanno all'estero... pensate che li assumerebbero se non fossero più bravi, più preparati, più svegli? Ha ragione, l'analisi è utile: dovremmo investire di più sui giovani, indipendentemente dal reddito delle famiglie di origine, e chi ha avuto tanto dal sistema nel passato potrebbe anche mettersi una mano sulla coscienza e non sempre lamentarsi. Serve un patto intergenerazionale, non si può lasciare solo il peso del debito pubblico ai nostri giovani, e le pensioni d'oro a chi ha munto il sistema.
Inviato Sabato 1 Aprile 2017 alle 18:41

Ho insegnato per 40 anni in varie Tipologie di Scuola. Centri Formazione; Professionali di Stato, Tecnici e infine alle Medie per essere più vicino alla famiglia. Perché i giovani vanno all'estero? Perché le nostre IMPRESE invece di fare "IMPRESA" che produce reddito fanno giochi finanziari! Dove sono i Laverda; I Marzotto; Pal Zileri; Ceccato; Campagnolo, portato tutto all'Estero! I nostri giovani esterofili vanno a fare pizzaioli e GIUSTO? Far laureare un figli costa 2/300 mila € parte alle famiglie altro allo stato, così i nostri figli e nipoti beccano 110 e Lode per fare i camerieri? Vi venga il mal d'agnello! Altro che mano sulla coscienza. Gli insegnanti operano solo 208 gg. annui per un numero di hh. settimanali massimo 20. Quando si premieranno le competenze dei giovani, si premieranno pure i Docenti. Ma intanto si diventa ..ministre...anche con laurea semicopiata! Amen e così sia.
Inviato Sabato 1 Aprile 2017 alle 18:43

Ho insegnato per 40 anni in varie Tipologie di Scuola. Centri Formazione; Professionali di Stato, Tecnici e infine alle Medie per essere più vicino alla famiglia. Perché i giovani vanno all'estero? Perché le nostre IMPRESE invece di fare "IMPRESA" che produce reddito fanno giochi finanziari! Dove sono i Laverda; I Marzotto; Pal Zileri; Ceccato; Campagnolo, portato tutto all'Estero! I nostri giovani esterofili vanno a fare pizzaioli e GIUSTO? Far laureare un figli costa 2/300 mila € parte alle famiglie altro allo stato, così i nostri figli e nipoti beccano 110 e Lode per fare i camerieri? Vi venga il mal d'agnello! Altro che mano sulla coscienza. Gli insegnanti operano solo 208 gg. annui per un numero di hh. settimanali massimo 20. Quando si premieranno le competenze dei giovani, si premieranno pure i Docenti. Ma intanto si diventa ..ministre...anche con laurea semicopiata! Amen e così sia.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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