L'intercettazione "bufala" di Renzi: lui si fa intercettare e Il Fatto vende il suo libro ma nessuno ci crede
Sabato 20 Maggio 2017 alle 17:03 | 0 commenti
Le intercettazioni telefoniche sono uno straordinario strumento di indagine per gli inquirenti ... certo, però quando sono "vere"! Ossia quando l'intercettato è all'oscuro di tutto e quindi parla a ruota libera non sapendo che ad ascoltarlo non è solo il suo interlocutore. In caso contrario si dimostrano soltanto un boomerang. Se l'indagato sa di essere intercettato, chiaramente, dirà solo cose a proprio favore e se l'inquirente non sa che l'indagato sa, viene buggerato. In pratica la situazione si capovolge ed il coltello dalla parte del manico passa nelle mani dell'indagato che si fa burla di coloro che lo stanno investigando. Per delineare l'affare Consip ritengo utile, a questo punto, riproporvi un ironico, ma esauriente video, che SocialTv Free ha pubblicato il 5 marzo (attenti alle date) nel quale viene ricostruita tutta la vicenda nota in quel momento.
Ebbene è chiaro che, fondamentalmente, fa semplicemente ridere pensare che l'unico ad essere all'oscuro di tutta questa sporca vicenda sia proprio Matteo Renzi. Esilarante poi, da parte del conduttore, il rovesciamento del motto socratico "non sapeva di sapere".
Ed ora veniamo allo "scoop bufala" del Fatto Quotidiano del 17 maggio scorso. La telefonata "intercettata" che Matteo Renzi fa il 2 marzo al padre.
Personalmente ritengo che si faccia un torto all'intelligenza umana cercare di far credere che quella telefonata di Matteo Renzi sia "spontanea". Dai, non scherziamo.
Il 2 marzo anche i sassi sapevano che il telefono più intercettato d'Italia (e forse dell'intera Via Lattea) fosse quello di Tiziano Renzi, e Matteo cosa fa? Gli telefona?! Ma neanche le monache possono credere ad una simile panzana!
Tu devi parlare col padre indagato di un fatto così grave e cosa fai? Anziché parlargli di persona, cosa che puoi tranquillamente fare senza destare alcun sospetto visto che si tratta di tuo padre... lo chiami al telefono sapendo con certezza che verrai intercettato?!
Quindi, senza il minimo dubbio, la telefonata di Matteo Renzi è fatta proprio per cercare, puerilmente, di scagionarsi (e scagionare anche l'amico Luca Lotti) passando per colui che "vuol sapere la verità ".
Matteo Renzi è senza dubbio una persona di una ignoranza abissale, totalmente privo di cultura, ma idiota del tutto non lo è!
Ed allora sono così ingenui Marco Lillo e Marco Travaglio che ritengono spontanea quella telefonata?
Nemmeno questo! Il fatto è che... anche i giornalisti, anzi, visti i tempi, soprattutto i giornalisti, tengono famiglia e devono mantenersi mandando avanti un giornale che non ha finanziatori occulti.
Ed allora, pur essendo i primi a sapere che Matteo fa quella telefonata per sviare le indagini, fanno finta di crederci per fare uno "scoop", e la conferma arriva puntuale dall'ospitata di Travaglio alla trasmissione televisiva "Di martedì" alla quale si presenta con il libro di Marco Lillo (che è uscito giovedì scorso). Nell'intervista con Floris, poi, Travaglio non può esimersi dal dire che "anche a noi è sorto il dubbio che la telefonata di Matteo al padre fosse tutta una manovra", ma, arrampicandosi sugli specchi, comunque attribuisce alla conversazione telefonica stessa almeno "sprazzi" di spontaneità . Evidentemente deve vendere il maggior numero di copie del proprio giornale e del libro di Marco Lillo.
Per concludere, cari lettori, la vicenda Consip è indubbiamente un fatto gravissimo, ma in fondo è solo un esempio, certamente eclatante, della fogna nella quale è sprofondato il nostro Paese.
L'Italia è da rifondare... dalle fondamenta!
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