L'emergenza
Lunedi 14 Novembre 2011 alle 08:50 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - In Italia i cittadini senza lavoro sono circa 5 milioni. Il dato, proveniente da ISTAT ed Eurostat, è riferito al 2010. I disoccupati sono oltre 2.100.000, gli "scoraggiati"
(chi vorrebbe lavorare ma non cerca neanche più lavoro) sono oltre 2.750.000.
Sono numeri impressionanti che ci descrivono una situazione drammatica. A questi si aggiunga il dato per cui solo 1 disoccupato su 4 trova lavoro entro 1 anno e la percentuale di giovani senza lavoro (quasi il 30%) e si otterrà quella che è la realtà : manca il lavoro.
Il lavoro è stato spostato all'estero a causa delle delocalizzazioni, il lavoro è stato trasformato in speculazione finanziaria. Lo hanno fatto quegli imprenditori che hanno cercato il massimo profitto immediato. Lo ha permesso un governo attento ad altre cose che ha colpito i diritti di chi lavora, favorito la speculazione finanziaria, favorito la dismissione dell'attività produttiva, difeso unicamente i privilegi dei padroni. Cinque milioni di lavoratori che stanno a casa sono la vera emergenza italiana. Non si esce dalla crisi diminuendo i diritti dei lavoratori o colpendo le pensioni.
Che senso ha aumentare l'età pemnsionabile o costringere a lavorare più di 40 anni se il lavoro non esiste? Se i giovani sono costretti a non lavorare o ad essere precari a vita? Il costo sociale, umano e, anche, finanziario di 5 milioni di cittadini senza lavoro è immensamente più alto del "risparmio" che si otterrebbe da interventi sul sistema pensionistico (a partire dalla paventata cancellazione della pensione di anzianità ). Più lavoro investendo in attività produttiva quanto si può ottenere da una patrimoniale che agisca sulle grandi ricchezze o quanto si può risparmiare dalla diminuzione delle spese militari, questo deve essere l'obiettivo di un governo democratico. Più lavoro anche con un forte intervento pubblico. Altrimenti il declino del nostro paese sarà solo rimandato.
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