Le "scuse" di confindustria
Mercoledi 11 Maggio 2011 alle 20:27 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdSÂ -Â Il 7 maggio scorso, alle assise generali di confindustria a Bergamo, l'amministratore delegato della Thyssen Harald Espenhahn (condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario di 7 operai bruciati vivi nel dicembre del 2007) ha ricevuto scroscianti applausi dai presenti. Una cosa ignobile.
In quell'occasione Emma Marcegaglia ha dichiarato: "C'è il nostro totale e assoluto impegno sulla sicurezza sul lavoro. Dalle Assise c'è stato un grande applauso all'ad di Thyssen perché la condanna a 16 anni e mezzo per omicidio volontario rappresenta un unicum in Europa. Se dovesse prevalere questo allontanerebbe gli investimenti esteri dall'Italia".
Così, la presidente di confindustria, ha solidarizzato con Harald Espenhahn che, secondo lei, ha subito una sentenza troppo dura che mette a rischio gli investimenti in Italia. In pratica se vengono uccisi dei lavoratori (come è stato ritenuto da un tribunale italiano) è meglio non fare nulla, non punire i responsabili. Una posizione imbarazzante e, anch'essa, ignobile.
Oggi il direttore generale di confindustria, Giampaolo Galli ha dichiarato "L'applauso all'amministratore delegato di Thyssen è stato sbagliato, inopportuno, e colgo l'occasione per chiedere scusa a nome di confindustria ai familiari delle vittime e all'opinione pubblica che si è sentita colpita e offesa. Ma quell'applauso va capito perché è spontaneo in una platea di imprenditori. Perché c'è stato? Perchè le imprese si trovano preoccupate per l'estrema incertezza del diritto in Italia". In pratica una giustificazione. Gli industriali vanno capiti, sono preoccupati. E non per la morte degli operai e per il fatto che, in tutta evidenza, ci sono responsabilità ben precise. No. Sono preoccupati per "l'incertezza del diritto". Ma la condanna ai dirigenti della Thyssen non è "incerta". E il diritto vuole che le responsabilità accertate vengano punite. Una cosa logica e giusta.
Sempre oggi, Monica Pirovano amministratore delegato della Cogne Acciai Speciali e presidente di confindustria Valle d'Aosta, ha detto, riferendosi alle assise di sabato scorso: "E' stato un semplice applauso di solidarietà all'amministratore delegato (della Thyssen ndr), non di certo riferito al fatto. È stato un drammatico incidente e condannare l'amministratore delegato è assolutamente esagerato. Non è stato lui a voler l'incidente né la fine tragica degli operai". Ci mancherebbe altro. Il "signor" Harald Espenhahn non ha premuto nessun grilletto certamente. Ha "solo corso il rischio" sapendo quale era. Per questo l'omicidio è stato considerato volontario. Solo che il rischio lo correvano gli operai. E gli operai sono morti in maniera atroce.
Lorsignori hanno una visione stravagante della giustizia. Deve essere certa, ma solo quando non colpisce uno di loro. Quando accade che uno di loro è chiamato a giudizio ci sono sempre le attenuanti. E comunque è sempre stato un "tragico" incidente, una "fatalità ", la mancanza di attenzione da parte dei lavoratori stessi. La responsabilità è sempre "altrove".
Questa volta il tribunale ha individuato i responsabili e, a metà aprile, ha emesso una sentenza. Chi ha applaudito sabato scorso ha avuto tutto il tempo di pensarci. Chi ha applaudito lo ha fatto volontariamente e con premeditazione. E chi ha trovato giustificazioni a quel gesto collettivo è stato complice.
Oggi confindustria chiede scusa. Lo fa con la dichiarazione del direttore generale e il silenzio della presidente. Ne prendiamo atto. Ma vogliamo anche affermare con chiarezza che scuse di questo tipo, con la comprensione agli imprenditori plaudenti e senza una dissociazione netta e dura, non bastano. Anche in questa occasione, gli imprenditori italiani hanno dimostrato di avere grandi e gravi responsabilità per come è ridotto il nostro paese dal punto di vista economico, politico e morale. Lo diciamo con sincero rammarico.
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