Le preoccupazioni e le proposte dei sindacati per il difficile momento della Fiera
Venerdi 27 Settembre 2013 alle 18:52 | 0 commenti
CGIL, CISL e UIL di Vicenza - Come rappresentanti dei dipendenti di Fiera Spa, ma preoccupati innanzitutto per il futuro di una struttura crocevia di tanta parte dell’economia vicentina, vi sottoponiamo le seguenti considerazioni e, in ultima, le nostre proposte. Da oltre 60 anni Fiera di Vicenza è al servizio delle imprese e da piccola entità locale ha saputo evolversi fino a diventare un protagonista importante nella scacchiera fieristica mondiale, tanto che studi di settore nel 2007 la davano Fiera al 7° posto nel mondo, in competizione tra le altre con le Fiere di Basilea, Hong Kong, Milano, Francoforte.
E’ evidente che la crisi, entrata nel settimo anno, non può non lasciare il segno anche su Fiera di Vicenza: proprio per quello serviva (e serve) una dirigenza forte, coesa, trasparente, sobria e attenta al bene comune prima di ogni altra cosa.
Dal 2004 ad oggi abbiamo assistito a un continuo e vorticoso cambiamento nel board di Fiera, spesso seguito da riorganizzazioni del personale che hanno fortemente minato un tessuto produttivo fra i più efficienti del settore, annullando competenze e professionalità che erano (e potrebbero essere ancora) la vera forza della Società , un plus che era“arma vincenteâ€,  in una struttura non materialmente supportata da grandi numeri in fatto di spazi e servizi aggiuntivi. Si sono preferite assunzioni e colaborazioni spesso assai lontane dai fabbisogni veri della fiera, e spesso assai costose.
A questo si sono aggiunti i diversi piani industriali proposti, a volte contrastati, quasi sempre accantonati.
I dipendenti hanno rinunciato, con la firma del nuovo Contratto Integrativo Interno, ad una parte “certa†del proprio reddito in nome di una nuova concezione del rapporto con la governance fatto di “obbiettivi da raggiungere†e di condivisione nelle scelte’, collaborazione mai divenuta operativa.
Ora però siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Le vicende emerse in questi giorni, ma da tempo vissute internamente; il contrasto permenente tra personalità e strutture di Fiera Vicenza visibii ad occhio nudo anche prima delle dimissioni del Presidente Mantovani, ma con esso deflagrate, possono condurre verso rischi enormi che non possiamo sottacere.
La Fiera deve rafforzare alla sua ‘mission’ originaria, modernizzata – evidentemente – ma tenuta agganciata al suo settore principale che – peraltro – rappresenta almeno l’80% del suo fatturato; deve ritrovare un forte appeal internazionale in una ‘guerra’ massacrante tra fiere ma degna di essere combattuta.
Se non era questo l’intedimento, qual è il senso di una grande, nuova, prestigiosa struttura per la quale negli anni a venire deriveranno pesanti oneri finanziari per Fiera di Vicenza?
In queste condizioni ci si può permettere la soppressione dell’edizione di maggio o non è opportuna una sua migliore precisazione, articolazione, promozione?
Gli interessi particolari delle aziende orafe vicentine, legittimi, si devono tenere insieme a quelli della proprietà pubblica, che tale deve restare e che deve ricercare l’equilibrio dei conti.
In questo senso è da chiedere agli attori economici di questo nostro territorio maggiore generosità e lungimiranza.
Non si parte evidentemente da zero, anzi. All’interno della Fiera vi sono professionalità interne, più che pronte a rimboccarsi le maniche. Il tempo non è una variabile indipendente: altre fiere sono pronte ad accogliere a braccia aperte operatori delusi, insoddisfatti o semplicemente incerti.
Per questo formuliamo il nostro punto di vista e la nostra proposta, certi di rappresentare la stragrande maggioranza del prsonale di Fiera di Vicenza:
·   poiché contrasti e gestioni opache non sono di oggi, riteniamo si debba provvedere urgentemente all’azzeramento del CdA di Fiera Vicenza, al suo Commissariamento con personalità in grado di andare a fondo nella complessa e complessiva ‘macchina’ di Fiera di Vicenza, e che ricerchi poi un nuovo gruppo dirigente scevro di rancori, personalismi e altro;
·   la definizione chiara e trasparente delle competenze tra i vari soggetti chiamati a governare la Società , onde chiudere le stagioni dei conflitti interni;
·   l’approvazione di un nuovo e sostenibile piano industriale, rivisto e discusso anche con le OO.SS.
·   una rivisitazione dei rapporti tra governance e dipendenti e, contemporaneamente, una verifica in merito a consulenze, compensi, appalti, servizi esterni.
La nostra è una preoccupazione generale che non riguarda solamente il futuro, sia pur importante, delle famiglie dei lavoratori.  L’indotto che Fiera di Vicenza produce a favore della società vicentina e dell’intera imprenditoria di vari settori del nostro territorio non merita, dopo il lavoro e i sacrifici di molti e per molti decenni, di essere sacrificato sull’altare e in difesa di interessi particolari.
I Segretari generali provinciali:
                                                                    CGIL – CISL – UIL
                                                              Marina  Bergamin – Gianfranco Refosco – Grazia Chisin
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