Langella,FdS:i tanti Pd con Fiat di Marchionne provino catena montaggio prima di parlare
Mercoledi 29 Dicembre 2010 alle 17:19 | 0 commenti
Giorgio Langella, FdS - Varie sono le prese di posizione all'interno del PD a favore dell'accordo di Mirafiori. L'ex popolare Beppe Fioroni dice: "Nella crisi ci vuole coraggio, conservare significa recedere e perdere tutto". Sergio Chiamparino e Piero Fassino, entrambi torinesi, invitano a votare si al referendum. Dice Fassino: "Se non venisse approvato a pagare sarebbero solo infatti i lavoratori perché l'azienda trasferirebbe altrove le proprie produzioni". Giorgio Tonini, veltroniano, afferma: "Marchionne non è cattivo". Pietro Ichino sostiene che l'accordo di Mirafiori è un "evento positivo" e che la Fiom deve "avere voce, non potere di veto", evitando che "si trasformi in un super Cobas fuori sistema". L'ex leader Cisl Franco Marini afferma: "da sindacalista io l'accordo per Mirafiori lo avrei sottoscritto".
Tutti schierati apertamente con la Fiat di Marchionne. Neppure una timida voce, un sussurro di critica alle scelte padronali. No. "Marchionne non è cattivo" affermano, evidentemente per questi signori i cattivi sono la Fiom e quei lavoratori che non capiscono che il momento è quello che è e che bisogna avere coraggio. Coraggio di chinare la testa ancora una volta e di subire i capricci del "grande manager". D'altra parte, come fa capire Fassino, bisogna essere d'accordo altrimenti l'azienda si "arrabbia" e porta via la produzione. Non li sfiora neppure l'idea che, con tutto quello che lo Stato (e, quindi, ognuno di noi) ha dato all'azienda torinese, si potrebbe e si dovrebbe trovare la maniera di impedire alla Fiat di scappare con lavoro e malloppo. No. Per questi signori, autoproclamatisi "riformisti" (ma le riforme sono cosa seria e non il continuo arretramento di fronte al potere economico e finanziario), i padroni sono intoccabili, dicono sempre la verità . E il mercato è, per loro, un feticcio che bisogna venerare sempre e comunque.
La posizione di tanti dirigenti del PD a favore di Marchionne ci rattrista perché è simbolo della loro sconfitta. Di un'assuefazione servile ai voleri di chi comanda.
Noi non ci stiamo. Siamo ancora convinti che il lavoro sia il primo diritto costituzionale e che non si possa barattare la dignità accettando qualsiasi cosa. Siamo fatti così, all'antica. Crediamo ancora negli ideali e nella possibilità di cambiare questa società così iniqua e ingiusta. Siamo dalla parte della Fiom e di chi lotta per il proprio futuro.
Ai vari esponenti del PD ai quali sta tanto a cuore il futuro della Fiat, infine, vorremmo fare un appello: abbiate coraggio, andate a lavorare alla catena di montaggio, solo qualche giorno, così, tanto per provare. Dopo, e solo dopo, rilasciate qualche altra dichiarazione.
Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della sinistra di Vicenza
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