Langella ricorda Enrico Berlinguer, un comunista
Lunedi 11 Giugno 2012 alle 18:28 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI FdS Vicenza - L'11 giugno 1984 moriva, all'ospedale di Padova, Enrico Berlinguer. Pochi giorni prima, durante un comizio, aveva avuto un gravissimo malore. Una grande commozione percorse tutta l'Italia. Decine di migliaia di cittadini seguirono il feretro da Padova all'aeroporto di Venezia e oltre un milione partecipò ai funerali. Era morto un grande Politico, una persona onesta, un vero statista. Un comunista.
Di Berlinguer resta un ricordo struggente e la sensazione che, con la sua morte, sia finita un'epoca. Con la sua assenza è stato più facile, per tanti, operare ai limiti o fuori le regole. Il PCI non fu più lo stesso. Dopo la segreteria di Alessandro Natta, una persona integerrima e di un'onestà inattaccabile, guidarono il partito persone che lo portarono alla dissoluzione. Si arresero a quello che era il "sentire comune". Il PCI venne trasformato in qualcosa di "altro", in un partito "qualunque", simile a quelli che i comunisti avevano sempre combattuto. Oggi vogliamo ricordare Enrico Berlinguer con le sue ultime parole:
Compagni, lavorate tutti casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia che per quanto abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà , del lavoro, del progresso della nostra nazione.
Sono parole che, per chi le ha sentite quella sera del 7 giugno 1984 a Padova, sono scolpite nella memoria. Le frasi, rotte dalla violenza del male che aveva colpito Berlinguer, sono quelle di una persona che capisce ma non si arrende e continua a lottare. Ricordarle oggi, con la politica ridotta a misero "affare", vuol dire avere ancora la speranza e la volontà di continuare la lotta di Enrico Berlinguer. Un grande uomo semplicemente e convintamente comunista.
PdCI-FdS Vicenza
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