Langella: quella di Monti & c. non è equità, ma un'ulteriore ingiustizia di chi ha creato la crisi
Lunedi 26 Marzo 2012 alle 20:26 | 0 commenti
Giorgio Langella, Segretario provinciale PdCI FdS - Continua a sostenere Mario Monti che la "riforma" del lavoro è "equa e incisiva". Una tesi bizzarra. Ma dov'è l'equità ? Nel permettere licenziamenti individuali senza reintegro per cause economiche? Nel licenziare chi "costa troppo" e assumere (forse) chi "costa meno"? Nel continuare a colpire i lavoratori e non fare nulla (o troppo poco) contro la corruzione e l'evasione fiscale? Nel tassare i lavoratori dipendenti e i pensionati senza chiedere nulla a chi possiede grandi patrimoni? È questa l'equità di Monti?
No è solo una voluta confusione tra diritto e privilegio. Facciamo attenzione quando parlano i "grandi professori". I "ricchi signori" che comandano tentano di farci credere che avere un lavoro a tempo indeterminato (il "posto fisso" che chi è ricco vede come fumo negli occhi) sia un privilegio. Non è così. È semplicemente un diritto.
Un normale diritto conquistato con lotte e sacrifici. Un diritto costituzionale. Essere reintegrati nel posto di lavoro se si viene licenziati senza giusta causa è un privilegio? No. Semplicemente è un diritto. Un segno di civiltà conquistato con dure lotte e sacrifici.
Sostiene Monti che i diritti dei lavoratori devono essere cancellati. Lo fa con arroganza, sordo a qualsiasi richiesta di chi lavora. Sostiene che i sacrifici sono stati equamente distribuiti. Non è così. I lavoratori e i pensionati pagano. I ricchi diventano più ricchi.
È evidente che Monti, Fornero e gli altri ministri e sottosegretari non capiscono, non possono capire. Prendono troppi soldi. Li hanno sempre presi. Non possono concepire che un lavoratore quando viene cacciato dal posto di lavoro (magari perché "costa troppo" e il padrone vuole guadagnare di più) viene privato della sua unica ricchezza, del suo futuro. Non immaginano neppure la disperazione e la rabbia di chi viene licenziato. Non "ci arrivano", sono troppo ricchi. Quella prospettata da Monti e soci del governo non è equità è solo un'ulteriore ingiustizia imposta da chi la crisi l'ha creata. Un vero e proprio sopruso al quale bisogna rispondere con determinazionee.
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